Capitolo 9

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Ma Natasha non lo rivide più, almeno finché lavorò per il KGB. James non venne più alla sua finestra e ben presto la ragazza imparò a chiuderla per non far entrare il freddo e il tempo passò. Nessuna Vedova venne più addestrata dal Soldato D'inverno e Natasha dovette ben presto imparare a non pensare più a lui. L'ultima volta che era andata a controllare nel magazzino in cui era confinato e l'aveva trovato vuoto, aveva completamente perso ogni speranza. Si impegnò più duramente nei suoi allenamenti, in modo da tenere la mente occupata. Divenne la Vedova Nera più abile e ciò non passò inosservato a quelli del KGB. Iniziarono ad affidarle diverse missioni, a partire da quelle più semplici fino ad arrivare alle più importanti. Le cose con Alexei non si aggiustarono del tutto, lui non le perdonò mai completamente ciò che aveva fatto, ma Natasha imparò a sopportare la sua compagnia. Dopo che si furono sposati le cose tra di loro non cambiarono molto, entrambi furono sempre troppo impegnati con le proprie missioni per dare attenzioni all'altro. 
Poi un giorno la preside bionda bussò alla porta della stanza di Natasha. La ragazza la fece entrare e la donna, senza troppi complimenti, le passò un fascicolo. Per un breve momento la Vedova si ricordò di quando, tanto tempo prima, aveva tenuto in mano i fogli in cui vi era scritta la vita di James. Ma scacciò quel pensiero quando la preside iniziò a parlare.
"Mi dispiace dare certe notizie, ma purtroppo, quando si fa il mio lavoro, a volte è inevitabile. Alexei Shostakov è deceduto durante una missione in un incidente aereo." Fece un attimo di silenzio, probabilmente per far abituare la ragazza a quella nuova realtà. Riprese a parlare un minuto dopo, il tempo che ritenne necessario per elaborare l'informazione.
"Spero che questo non ti distrarrà. Sei la migliore Vedova Nera che abbiamo Natasha Romanoff, non sprecare il tuo potenziale." Le indicò i fascicoli.
"C'è di nuovo bisogno di te, ragazza. Il professor Anton Vanko, un nostro collaboratore e come ben saprai creatore dell'armatura di Dinamo Cremisi, ci ha tradito. Dopo che la sua armatura ha fallito contro quella di Iron Man deve aver avuto paura che non lo avremo perdonato per un tale errore. Ha chiesto asilo alla Stark Industries, e qui entrate in gioco tu e Boris Turgenev. Dovrete uccidere il professor Anton Vanko, introdurvi nella società di Tony Stark e rubare l'armatura di Iron Man*. A te la scelta del modo in cui distrarre Stark mentre Turgenev uccide Iron Man , anche se io suggerisco la seduzione." Fece una pausa.
"Spero che non sia troppo presto dato ciò che è accaduto ad Alexei, ma c'è bisogno di te Vedova Nera." La preside si guardò in torno nella stanza e si avviò alla porta. Prima di oltrepassarla però si bloccò sulla soglia.
"Non puoi rifiutarti Natasha, gli ordini vengono dall'alto. Il barone Strucker ha espressamente chiesto di te." E detto questo la lasciò da sola. Natasha rimase immobile, i fascicoli ancora in mano. Non sapeva bene come sentirsi, era come se avesse perso un amico  non suo marito.
Posò i fogli sul suo letto e si precipitò fuori dalla stanza. Quello non era il momento di pensare a nulla e il modo migliore per farlo era iniziare un allenamento. Quelli del KGB le avevano detto che avrebbe potuto allenarsi quando ne avesse avuto voglia, pur rispettando le ore prestabilite. In fin dei conti era nel loro interesse creare una Vedova Nera potente. Natasha uscì in corridoio e si diresse verso la Stanza Rossa. Prima di arrivarvi però incontrò Yelena. La ragazza bionda non si preoccupò di salutarla, si limitò a darle una spallata al suo passaggio. Natasha si voltò verso l'altra e allargò le braccia. Ultimamente la ragazza che un tempo aveva potuto definire un'amica, era cambiata.
"Che problema hai con me Yelena? Non ti ho fatto nulla!"
"Si appunto, e ora lasciami stare." Non si voltò neanche a guardare la Vedova Nera più piccola che, nel mentre, avrebbe voluto rompere qualcosa. Non riusciva a capire cosa fosse successo tra lei e Yelena e non era proprio il momento per avere un'altro problema. Tirò un calcio al secchio più vicino e tornò verso la Stanza Rossa.

**********

Boris Turgenev, il sicario che avrebbe avuto il compito di uccidere Iron Man con la tuta di Dinamo Cremisi mentre Natasha distraeva Tony Stark, non era un uomo attraente. Aveva capelli corti e neri, occhi scuri e il viso liscio come quello di un bambino. La Vedova non ci scambiò neanche una parola quando, in macchina diretti alla Stark Industries, si ritrovarono insieme. Il barone Strucker era riuscito ad ottenere un colloquio con quella ditta e Natasha era pronta per quel compito. Non era la prima volta che seduceva un uomo, ci sapeva fare e il KGB aveva imparato a sfruttare la sua bellezza.
La Stark Industries era un enorme complesso in cemento armato con uno dei più sofisticati sistemi di sicurazza in circolazione. Con il passare del tempo molte tecnologie erano nettamente migliorate. Una volta arrivati i due assassini si divisero e Natasha si diresse verso l'entrata nel suo tubino nero attillato. All'interno della all della struttura era udibile solo il ticchettio delle sue decoltè rosse. Quando arrivò davanti alla reception si schiarì la voce per attirare l'attenzione della donna bionda dall'alto lato del bancone.
"Nome prego?" Domandò continuando però a guardare i suoi documenti.
"Elena Badox, sono qui per il colloquio con il signor Stark." Quella che doveva essere una segretaria fece scorrere una matita su quei documenti. Si fermò solo quando incontrò il finto nome che Natasha le aveva dato.
"Il signor Stark è impegnato in questo momento, ma se aspetta nel suo ufficio dovrebbe arrivare a breve. Terza porta a sinistra." E, sempre senza alzare la testa, indicò con quella stessa matita la giusta direzione. Natasha ringraziò e si avviò verso l'ufficio del miliardario. La ragazza sapeva perfettamente con chi aveva a che fare: un donnaiolo di prima categoria a cui ogni settimana piaceva avere una nuova segretaria. Sta volta toccava a lei. Natasha rimase da sola nell'ufficio di Tony Stark e approfittò di quel tempo per cercare più informazioni possibili. Purtroppo non trovò nulla e fu costretta a sedersi velocemente sulla scrivania quando sentì dei passi e una voce maschile nel corridoio. Accavallò le gambe, posò le mani e la borsetta in grembo e fece finta di essere interessata alle foto sulla scrivania. La porta si spalancò ed un uomo alto e con dei capelli corti color nocciola entrò nella stanza. Natasha vide il suo sguardo percorrerle tutto il corpo, dalle gambe per poi fermarsi sulla profonda scollatura. "Bingo!" Pensò. Le occhiate dell'uomo sarebbero anche state discrete, ma il KGB aveva insegnato alla Vedova a notare anche i più piccoli dettagli. Cercò di rendere la sua voce il più possibile smielata.
"Oh salve, io sono qui perché...per il colloquio...sa, quello con il signor Stark e mi hanno detto di aspettarlo qui. Spero di non dare fastidio" Scese dalla scrivania e si spolverò il vestito. Natasha sapeva benissimo di avere davanti Tony Stark, ma le avevano detto di recitare la parte della segreteria timida e provocante e lei eseguiva sempre i compiti. Sul viso del miliardario si formò un ghigno, si passò una mano tra i capelli e cercò con lo sguardo la donna davanti a lui. Quando lo trovò però la Vedova lo abbassò simulando timidezza.
"Beh tesoro, ce l'hai davanti. Benvenuta alla Stark industries. E non si preoccupi assolutamente, non credo che una donna come lei potrebbe mai dare fastidio." Natasha si fermò davanti all'uomo e si passò la lingua sulle labbra in un gesto che ottenne l'effetto sperato.
"Lei è il signor Stark!? Signore, lasciate che ve lo dica le foto non rendono giustizia alla vostra bellezza e...." Si fermo ed abbassò lo sguardo sperando che le sue parole suscitassero curiosità nel miliardario
"Scusate come mio solito sono stata impertinente." Il fatto che si fosse fermata fece accendere una luce negli occhi di lui che si chiuse la porta alle spalle.
"Mia cara, io adoro le donne impertinenti. La prego, finisca quello che stava dicendo." Mentre parlava si era avvicinato anche lui e Natasha non potè nascondere un sorriso compiaciuto.
"Volevo dire che oltre ad essere bello siete anche..."
"Sexy?" Concluse lui la frase. La ragazza fece di si con la testa.
"Oh si, era proprio la parola che stavo cercando. Ma scommetto che ve lo dicono tutti." Stark fece un sorrisetto e si avvicinò ancora di più alla ragazza, finché tra di loro non rimase quasi più spazio. Le mise le mani sui fianchi e delicatamente la spinse indietro fino a toccare la scrivania.
"Ma come sono maleducato, non le ho neanche chiesto come si chiama."
"Elena, signore."
"Elena...sa, mi piace come suona." Stark cercò le labbra della ragazza con le proprie, ma Natasha non gliele concesse ancora.
"Penso che prima di tutto dovrei sapere se ho ottenuto il lavoro, non credete anche voi signore?" Stark sorrise malizioso e scosse leggermente la testa mentre si mordeva il labbro inferiore.
"Io credo che prima dovrei testare le sue abilità. La Stark Industries è una società famosissima, i miei dipendenti devono essere i migliori." Lei sorrise e con voce sensuale disse.
"Sarebbe un onore signore. Spero davvero che le mie...capacità" Fece un rosolino.
"siano all'altezza delle vostre aspettative e della vostra società." Passò le mani sulla braccia e sulle spalle dell'uomo.
"Oh ne sono sicurissimo." Rispose lui mentre ancora la guardava. Aspettò ancora qualche secondo e poi, all'improvviso, la baciò. Natasha schiuse le labbra in un gesto che aveva imparato a fare in automatico. Stark cominciò a far vagare le mani sul corpo della ragazza, la quale ogni tanto faceva qualche gemito studiato per inciraggiarlo e fargli credere che le piacesse. Lui  la prese per le gambe e la fece sedere sulla scrivania, in modo che potè posizionarsi in mezzo alle sua gambe già aperte. Natasha gli afferrò la cravatta e lo tirò più vicino a se per poi legargli le gambe alla vita.
"Bhe, signorina, le sue capacità sono superiori a quanto mi aspettavo." Sussurrò Stark con il fiatone tra le labbra di lei. La Vedova rise mentre il miliardario provò ad alzarle il vestito.
"Lei è definitivamente..." Gli sfuggì un suono roco quando lei, ormai impaziente, cominciò a baciargli il collo. Quelli del KGB le davano molte missioni come quella che stava vivendo in quel momento, e tutte le volte era stato molto difficile. Con Stark invece poteva essere diverso. Era un uomo molto attraente, forse questa volta non le sarebbe dispiaciuto portare a termine il suo compito.
"...definitivamente assunta" Riuscì a finire con voce strozzata dal piacere. Natasha provò a trattenersi ancora un po.
"Che ne dite di mostrarmi qualcosa di più...interessante del vostro ufficio, signore?" Nonostante si meritasse anche lei un po di divertimento, doveva pur sempre tenerlo impegnato per permettere a Boris Turgenev di trovare i piani dell'armatura di Dinamo Cremisi. Stark grugnì irritato, ma concordò con la ragazza, il suo ufficio stava diventando monotono. La portò nel laboratorio e Natasha non potè essere più felice, proprio quello che le serviva. Il miliardario ordinò a tutti di non venire a disturbarlo per nessun motivo e poi si dedicò alla ragazza. Nella mente della Vedova aleggiava ancora un barlume dell'immagine di James, ma presto sparì anche quello.

1)* Allora, ancora il mondo non sa che Tony Stark e Iron Man sono la stessa persona. Per questo ne parlano come due individui diversi.
2) Posso dire che Nat e Tony non mi piacciono per nulla? Comunque non ho idea di come si chiami la ship (ironwidow?), ma posso dire che mi piace di più della Brutasha e della Stony

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