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Martello ha condiviso con me tramite Google Maps le coordinate di casa sua; non può sapere che conosco la strada a memoria. L'unica deviazione rispetto al tragitto delle mie visite precedenti è che, invece di andare a nascondermi dietro agli alberi dall'altro lato della statale, parcheggio la mia Mazda sul retro della villa. Lo sterrato alle spalle dell'edificio è occupato, oltre che dalla Lexus di Martello, da tre auto e una moto. Sono già tutti qui.

La luce dell'ultimo sole, vista, il coro monotono delle cicale, udito, e l'odore della carne grigliata, olfatto, ci accolgono appena scendiamo dalla macchina. Io sono piuttosto casual, jeans giacchetta canotta e scarpe da tennis, più i finti occhiali da vista della Valeria Tutto Strawman edition; Arturo è più formale, camicia pantaloni e mocassini, medesimo look del giorno del colloquio. Durante il viaggio da casa nostra il mio temporaneo fidanzato non ha aperto bocca, non so se prenderlo come un buon segno.

«Ultimo ripasso», gli dico, mentre ci avviamo verso il cuore dell'evento, «regole di ingaggio».

«Mai parlare di noi due finché nessuno ci fa domande» snocciola lui. «Se qualcuno fa domande, rimanere sul vago. Se fanno domande più specifiche, svicolare».

«Bravo. Tranquillo, abbiamo anche una exit strategy. Tra un'ora esatta mi verrà un terribile mal di testa che ci costringerà ad andar via di corsa».

«Un'ora. Sessanta minuti. D'accordo».

Intorno alla piscina di villa Martello Del Pozzo Feroldi è riunito un presepe di vecchie conoscenze e facce nuove, variamente disposte su dondoli, amache e sedie da giardino. Devo constatare con una punta di stupore che i fidanzati delle mie colleghe esistono davvero. Nel ragazzo dai tratti asiatici che per abbigliamento e taglio di capelli pare uscito da una boy band riconosco il modello del disegno appeso nell'ufficio di So-yon. Il soggetto vicino a Erjona, alto, secco, sulla quarantina, vestito da impiegato delle pompe funebri, dev'essere il suo futuro marito, quello che lei ha mollato sull'altare per farsi assumere alla Strawman. E quindi, per esclusione, il palestrato in tenuta da surfista a riposo sta con Samantha.

Come in tutti i presepi non manca l'adorazione dei Magi. Martello è in bermuda e polo a maniche corte, le tumescenze muscolari di polpacci e bicipiti esibite senza riserve. Sta lavorando alla griglia, ribalta braciole e punzecchia salsicce, circondato da ben altri tagli di carne: mai vista Samantha così scollata, né Erjona con una gonna così corta. Perfino So-yon, in spregio al suo solito stile post punk, ha addosso un vestitino a fiori che le penzola dalle spalle e le svolazza a mezza coscia, anche se ai piedi porta comunque gli anfibi. Tutte e tre sembrano totalmente assorbite da Martello e da quello che ipotizzo sia un esilarante monologo sulle tempistiche di cottura delle costine, sento ridere forte come da copione. I tre accompagnatori, il surfista il becchino e la popstar, sono fuori dall'orbita della conversazione e sorseggiano birre in silenzio. Mi chiedo se sappiano che le loro donne sono cotte tanto quanto la carne sulla griglia, e che forse si sono già fatte assaggiare.

Quando ci vede, Martello spezza la cerchia femminile nella quale era rinchiuso e ci viene incontro brandendo un forchettone a due denti.

«Benvenuti!» esclama. «Avete avuto difficoltà a trovarci? Purtroppo siamo un po' fuori mano».

«Ho una certa familiarità con la zona», rispondo, «sono stata da queste parti un paio di volte».

Martello punta il forchettone al mio fianco. «Ragazze, lui è Arturo».

Le ragazze lo salutano col minimo sindacale della cordialità. «Ciao, Arturo» dice Samantha, una linea piatta nella voce.

«Arturo è una promessa del design», insiste Martello, «lavora nel settore automobilistico».

Vale TuttoWhere stories live. Discover now