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Adesso.

Tre regole d'oro per guidare in modo sicuro:

·         tenere sempre entrambe le mani sul volante;

·         non parlare mai al cellulare mentre stai guidando;

·         quando piove, limitare la velocità per non sbandare.

Sto guidando con l'acceleratore a tavoletta e la sinistra sul volante, la destra mi preme il cellulare all'orecchio in attesa che all'altro capo si manifesti qualche segno di vita, nel mezzo di un diluvio come non se ne vedevano dai tempi dell'Antico Testamento e di una strada che si sta trasformando nel Rio delle Amazzoni. Ho considerevoli probabilità di rimanere coinvolta in un incidente fatale.

Ma se Milo Martello non mi risponde al telefono, o non arrivo in tempo a casa sua, o non riesco a raggiungerlo in qualche modo, le probabilità che qualcuno muoia saranno del cento per cento.

Prima.

L'ufficio della Tutto Investigazioni. Quante volte ho ricevuto dei clienti dietro questa scrivania? Oggi però la persona dalla quale mi separano questi sessanta centimetri di legno massello non è un cliente. Alla luce dei recenti sviluppi, non saprei dire di preciso chi sia. Non ho più nemmeno la certezza che si chiami davvero Walter Barba.

«Che tempo di merda» dice il cinquantenne stempiato la cui tuta da ginnastica sta sgocciolando sul mio pavimento. «Ti ringrazio per avermi ricevuto di domenica sera, Valeria. D'altronde è così, no? Non ci sono orari né feste né weekend nel nostro lavoro».

Adesso.

Ora tocca a me sgocciolare. L'acqua piovana che mi stilla dai vestiti e dai capelli ricade sulla pelle sintetica di un divano ad angolo bianco e sulle fantasie geometriche di un tappeto kilim. Il salotto di villa Martello ha una metratura tale da inghiottire in un sol boccone metà casa mia. Da una parete incombe un centinaio di pollici di televisore al plasma, da un'altra un Egon Schiele di pari dimensioni raffigurante una ragazza nuda a gambe aperte. Mi ritrovo a pensare che il quadro fa il paio con la gigantografia della bocca nell'ufficio di Martello: da labbra grandi a grandi labbra.

A due angoli opposti del soffitto noto due minuscole telecamere. Materiale di qualità, io me ne intendo. Il nuovo sistema di sorveglianza ordinato da Martello dopo l'effrazione della settimana scorsa. Mi chiedo se ci siano telecamere in ogni stanza della villa.

Sull'altro cateto del divano ci sono i padroni di casa. Lui ha addosso una vestaglia da pugile di raso nero bordata d'oro, lei una specie di kimono da camera azzurro a carpe rosse. Non posso fare a meno di chiedermi se, quando ho suonato alla loro porta, stavano andando a letto per dormire o per adempiere agli obblighi coniugali e, nel caso, con quale grado di entusiasmo e coinvolgimento.

«Signorina Tutto», dice Martello, «spero si renda conto di che ore sono». Sembra innervosito. Lo capisco: la ragazza con la quale due giorni prima sei stato a un passo dal commettere adulterio che ti piomba in casa a settantacinque minuti dalla mezzanotte del tuo anniversario di matrimonio non è una di quelle cose che ti mettono a tuo agio. Probabilmente teme che io sia qui per fargli una dichiarazione da spasimante disperata, o per sputtanarlo davanti a sua moglie. Quanto si sbaglia.

All'esterno, vento e pioggia continuano a sferzare le vetrate delle porte finestre. Poca roba, rispetto alla tempesta che sto per scatenare qua dentro.

Prima.

«Nel complesso ti darei sette più» mi dice l'uomo stempiato. «Sei stata abbastanza brava, hai solo avuto la sfortuna di incontrare uno più vecchio e più scafato di te. Ormai sono in questo campo da un pezzo, lo riconosco al volo un pedinamento. Quel giorno, fuori dal bar, ti ho notata subito. Poi ti sei presentata alla nostra porta. Per gli altri il cognome Tutto non era nulla, ma per me, be'... era tutto. Io lo conoscevo tuo padre, sai? Nel nostro settore era una celebrità. È bastato fare qualche domanda nei giri giusti per avere la conferma che tu eri sua figlia e facevi il suo stesso mestiere. Insomma, l'ho sempre saputo chi eri veramente. Però, tranquilla, ho tenuto la bocca cucita, non una singola parola. Deontologia professionale, non ci si pesta i piedi tra detective».

Vale TuttoWhere stories live. Discover now