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Alle nove di lunedì mattina, presso gli uffici della Strawman S.p.A., sono in due a brillare per la loro assenza.

Samantha non c'è. A dirla tutta si era già messa in malattia la settimana scorsa, ma è strano che non sia ancora tornata; specie considerando che, a quanto mi dicono, in precedenza non era mai mancata neanche un giorno. Sono sola al tavolone rotondo. Meglio: ho maggiore libertà d'azione.

Quando arrivo non c'è nemmeno Martello. Anche questo è strano: di solito lui è il primo a entrare e l'ultimo a uscire. Oggi, invece, non si fa vedere fino a metà mattina. Lo raggiungo nel suo ufficio. È in piedi di fronte alla finestra, guarda fuori con aria meditabonda. Sneaker, mani nelle tasche dei jeans, camicia rosa salmone, toppe di velluto sui gomiti della giacca: può sembrare il Milo Martello di sempre, a un occhio inesperto.

«C'è qualcosa che non va», dico, «e non è una domanda».

Si gira verso di me. «Sono così trasparente?»

«Ce l'ha letteralmente scritto in faccia. È la prima volta in tre settimane che non si fa la barba per venire qui».

Si sfiora le guance e realizza. «Dovrebbe fare la detective, signorina Tutto».

Già.

«Posso chiedere qual è il problema?» dico, chiedendo qual è il problema.

Lui si sfila la giacca. Mi soffermo per un attimo ad ammirare, a livello meramente tecnico, il modo in cui la stoffa della camicia si tende sul petto e si tuffa in linea retta lungo l'addome fino a infilarsi nei pantaloni. Una gran bella parete da roccia, nono grado di difficoltà. Martello butta la giacca sullo schienale del trono a rotelle e si siede alla sua postazione, dietro la scrivania di cristallo.

«Stanotte ci sono entrati in casa» dice.

«Davvero? Mi spiace. Sta bene?»

«Sono solo un po' scosso. Stamattina mi sono svegliato e ho trovato la porta d'ingresso scassinata. Abbiamo un sistema d'allarme, ma in qualche modo sono riusciti ad aggirarlo».

«Durante la notte non vi siete accorti di nulla?»

«Ha mai sentito parlare, signorina Tutto, di ladri d'appartamento che usano gas soporiferi o cose del genere per essere sicuri che non ti risvegli all'improvviso? Io ho sempre pensato che fossero leggende metropolitane. Dopo stanotte, non ho più tutte queste certezze».

«È assicurato contro i furti, immagino».

«Ah, questa è la parte divertente. È ovvio che non teniamo in casa molto contante, però abbiamo parecchi oggetti di valore. La mia collezione di Audemars Piguet, il televisore al plasma, perfino un Egon Schiele originale. Non ho ancora finito di controllare, ma a quanto mi risulta non hanno toccato niente».

«Niente?»

«Non hanno spostato nemmeno un soprammobile. Sulla cassaforte a muro dove teniamo i gioielli di mia moglie non c'è traccia di scasso, non ci hanno neanche provato. Chiunque fossero, non erano ladri. In compenso però hanno lasciato qualcosa».

«Lasciato? Cosa?»

«Me ne sono accorto mentre giravo per la casa a verificare che fosse tutto a posto. Sui vetri delle finestre, non di tutte, solo di alcune, sono comparsi dei... segni».

«Dei segni? Che tipo di segni?»

«Croci. Croci di nastro adesivo bianco. Una croce per ogni finestra».

«È... È inquietante».

«Non potrei essere più d'accordo. Mia moglie è sconvolta».

«Forse un messaggio? Una forma di minaccia?»

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