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La fedeltà è come la giustizia, o l'amore: la maggior parte della gente la considera una verità assoluta, un concetto dal significato univoco e universale, ma poi ognuno se ne fa un'idea tutta sua che è diversa da quelle degli altri. C'è chi, soprattutto soggetti appartenenti al genere femminile, classifica già come tradimento il semplice fatto di scambiare messaggi al cellulare con qualcuno che non è il proprio legittimo partner e chi, in particolar modo individui che rientrano nel genere maschile, applica la regola per cui non era tradimento se non ci hai messo sentimento. In mezzo ci sono cinquantamila sfumature di grigio e perfino la legge ha difficoltà a indicare il punto preciso dove piantare il paletto che separa il fedele dall'infedele, non parliamo del senso comune. Un bacio è tradimento? È tradimento fantasticare ossessivamente su una persona? E vedersi con qualcun altro all'insaputa della propria moglie per fare qualcosa tipo bersi una birra o mangiarsi un gelato o partire per un viaggio in macchina?

Siamo all'interno del nostro bungalow, colori dominanti: il marrone tenue di pannelli e parquet e il bianco immacolato di tendaggi e condizionatori. Una porta scorrevole dà su un lettone a due piazze, un'altra su una vasca incassata nel pavimento nella quale galleggiano petali rossi. Tra me e Martello si frappone un ostacolo composto in altezza per un decimo da un tavolino di legno e per i restanti nove decimi da un cesto d'accoglienza riempito di mele, pere, banane e grappoli d'uva, e sormontato da un gigantesco ananas.

Sul tavolino, a fianco della piramide di frutta, c'è un depliant informativo. Sulla cover del depliant c'è la fotografia di quattro persone, si presume mamma papà figlio e figlia, che passeggiano su un lungomare assolato sorridendo e tenendosi per mano; la somma totale degli indumenti indossati dai quattro membri della famiglia è pari a zero. Aprendo il depliant si impara che "il naturismo promuove l'armonia con l'ambiente e il rispetto nei confronti del prossimo attraverso l'accettazione della nudità come condizione originale dell'essere umano". Segue una serie di regole.

«Non lo sapevo» dice Martello.

«Neanch'io» mento, gettando la mia giacca di jeans su una poltrona di vimini. Poi mi sbottono i polsini della camicia.

«Cosa sta facendo?» chiede Martello, con aria allarmata.

Tiro giù le zip che mi corrono a lato dei polpacci ed esco dagli stivali. «L'ha letto il regolamento», dico, «questo è come uno di quei posti dove non si entra senza cravatta, solo che qui la cravatta te la devi levare». Mi slaccio i pantaloni.

Martello distoglie istantaneamente lo sguardo, scoprendo un improvviso interesse per un punto situato a un paio di metri da me. «Signorina, io... non sono sicuro che sia il caso».

Allargo le braccia. «Perché? Ormai siamo quasi arrivati al traguardo. Dopo tutta la strada che abbiamo fatto, non ci faremo mica fermare da così poco».

Mi lascio scivolare i pantaloni alle caviglie. Martello continua a esaminare con intensità l'ossigeno che occupa un angolo della stanza.

«Guardi che io ci vado lo stesso», aggiungo, «anche da sola. Certo, non credo che farà una grande impressione su Puletti, se lei non si presenta all'appuntamento. Si dev'essere pronti a sporcarsi le mani per portare a casa il risultato. Parole sue».

«Veramente sono parole sue», ribatte lui, «però ha ragione».

Inizia a sbottonarsi la camicia.

Inizio a sbottonarmi la camicia anch'io.

Martello, il solito gentiluomo del cazzo, mi volta le spalle.

Per par condicio gliele volto anch'io.

«Mi dispiace che ci siamo ritrovati in una situazione così... imbarazzante» lo sento dire.

«Sono stata in situazioni più imbarazzanti» minimizzo. «I diciott'anni li ho compiuti da un pezzo, di sicuro non mi sconvolge vedere un uomo nudo». Anche perché con te ci sono già passata, bello: la prima volta che ti ho visto, alla finestra della tua villa, eri nudo come mamma t'ha fatto. È stato un colpo di fulmine, te l'ho letto negli addominali che mi avresti dato grandi soddisfazioni. C'è voluto un po', ma alla fine sono riuscita a piazzarti sul piano inclinato della tua vera natura, e ora stai rotolando giù verso le inevitabili conseguenze. Mentre butto sulla poltrona la mia camicia, con la coda dell'occhio colgo, dietro di me, un'altra camicia che vola sul pavimento.

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