Capitolo 31

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Nicole era sola nella stanza. Era rimasta in piedi in silenzio ad aspettare che le lacrime facessero il loro corso. Non le aveva asciugate. Era rimasta davanti al suo letto senza fare rumore, non voleva che gli altri seguissero i suoi singhiozzi e la trovassero lì sola come un cane. Nonostante questo il silenzio stava iniziando ad occupare la stanza. Non quello a cui era abituata in aula d'esame, che lascia spazio a qualche bisbiglio o al rumore di un cuore che batte. Era il silenzio profondo,che graffia i timpani e aggredisce la mente. Il suo corpo era paralizzato, legato a dei fili invisibili delicati ma potenti a cui era legata senza poter scappare. comunque. Che cos'era quella forza? Perché non riusciva a reagire? Avrebbe dovuto solo muoversi.Prima un muscolo, poi tutti gli altri. Non ci riusciva. Ci volle poco per capire che cosa stesse liberando e successe. Nel momento esatto in cui decise di farlo uscire dalle sue membra capì che cos'era. Era pesante e travolgente. Si lanciò verso il suo letto e si costrinse a urlare nel cuscino. Il gesto non la aiutò a liberarsi, voleva urlare con tutte le sue forze, desiderava che quella sofferenza potesse dissolversi appena fuori dalla sua bocca. Così senza pensarci lo fece. Faticò così tanto, che quando si accorse della brutalità che nascondeva dentro di sé, questa si lanciò fuori dalla sua bocca e la lasciò stanca e stordita sul pavimento. Ora era prigioniera, quel dolore sarebbe tornato da lei.

Nel frattempo, il resto del gruppo stava studiando un piano per non morire di fame.

L'urlo bucò l'atmosfera della casa come un ago con un palloncino. Il gruppo si voltò prima verso la porta e poi si scambiò qualche sguardo interrogatorio. Megan riconobbe l'urlo di Nicole ma decise di non salire. Non se la sentiva. Deanna le chiese se andava tutto bene. Markus fu il primo ad alzarsi e ad uscire dalla porta. Lei rimase seduta a osservare la mappa che aveva trovato John nella soffitta. Stavano studiando il piano e per farlo dovevano tracciare un percorso.

"Faresti meglio ad andare a controllare come sta la tua amica" suggerì Dave

"Non ha bisogno di me"

Lui scosse la testa e sogghignò.

"Che c'è da ridere?" disse lei in tono aggressivo

"Quindi ti importa. Vi capita mai di litigare così?"

"Non ho voglia di parlarne"

"Ma Nicole ha appena urlato. Non è strano?"

Megan si fermò a pensare un secondo e realizzò. Nicole aveva appena urlato. Ma che senso aveva? Avevano appena litigato. No non avevano litigato, lei le aveva urlato in faccia e le aveva detto parole orribili. Il puntino che aveva allo stomaco sembrava vibrare, si tastò la pancia e avvertì il conato di vomito. Si alzò e corse sulle scale cercando tutte le forze di trattenersi, poi si chiuse in bagno. Nel tragitto e anche adesso sentiva Nicole singhiozzare nell'altra stanza, cercava di trattenere il respiro ma a quanto pare stava fallendo. Vomitò nella tazza del water e si pulì la bocca nel lavandino. Sentì Markus che che la stava abbracciando, ogni tanto diceva "Shh" e poi "non piangere stai tranquilla". Si sedette sul water a appoggiò la testa contro il muro duro e freddo. Smettila, pensava, ti stai facendo condizionare respira. Respirò molto lentamente e poi si rimise in piedi. Si vide uscire dal bagno, raggiungere Nicole in camera e pregare il suo perdono. "Sono stata una sciocca, perdonami. La nostra amicizia è fondamentale per me, so che ti ho detto delle cose orribili, ma siccome siamo adulte posso dirti che le penso davvero e che siamo due persone mature abbastanza per risolvere tutto. Non ci separeremo mai, lotteremo una per la felicità dell'altra". Non successe nulla. Seppe solo qualche settimana dopo, ripensando a quel momento che il destino della loro amicizia era già segnato e che quella frase non avrebbe mai cambiato nulla come sperava.

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⏰ Last updated: Dec 10, 2021 ⏰

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Apocalisse zombie- L'ombra dietro di teWhere stories live. Discover now