Capitolo 2

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Megan si preparò ad accogliere l'ultima cliente del negozio vogliosa di tornare a casa per riposarsi prima di andare all'università. Il venerdì era il suo giorno preferito perché introduceva quella parte della settimana in cui poteva pensare a rilassarsi e godersi un buon film con la sua migliore amica. Di certo la vita non aveva agito del tutto a suo favore, dopo la morte dei suoi genitori e l'improvvisa pausa chiesta dal suo fidanzato. All'entrata trovò una donna sulla cinquantina che osservava il negozio come una ragazzina curiosa.

"Posso aiutarla?" le domandò esercitando il pratico sorriso da commessa gentile che aveva imparato da quando aveva ottenuto il posto

"Beh, dipende" disse la donna sfilando un paio di occhiali dalla borsa di pelle. Le unghie dipinte di rosso le davano un tocco di classe e la riportavano indietro di vent'anni.

"Il suo stile è più che adatto alla collezione primavera-estate di quest'anno. La sua borsa di pelle si abbinerebbe perfettamente al tubino nero esposto in vetrina. Ci ha dato un'occhiata?"

"Ci eri quasi vicina, vedo che hai buon occhio" commentò sorpresa la donna

"Al suo servizio" le rispose Megan soddisfatta.

Assistette la donna per un'ora finché non la convinse a acquistare tre vestiti e una cintura. Si cambiò i vestiti e appoggiò la divisa sul manichino del negozio. Lo chiuse a chiave e abbassò la saracinesca. Si avviò verso la macchina e mandò un messaggio alla sua amica dicendole che sarebbe arrivata a momenti.

Parcheggiò la macchina davanti all'entrata del locale e raggiunse l'amica.

"Ce ne hai messo di tempo!" la rimproverò Nicole

"Verso la fine del turno è arrivata una di quelle donne sulla cinquantina che ha scoperto che il marito che la tradisce con una di 20 anni e che cerca un capo super sexy per sedurre di nuovo il marito. Dovevi vederla come si guardava intorno, come mi guardava..." rise mentre sistemava la borsa vicino alla sedia. Al contrario dell'amica, Nicole nascondeva un'espressione di tristezza dietro al menu, il suo silenzio incuriosì Megan.

"Va tutto bene? Non hai ancora parlato" le domandò Megan addentando un'oliva.

Nicole chiuse il menu e lo poggiò al centro del tavolo sopra quello dell'amica "non riceverò la promozione, di sicuro"

"Non è possibile, stai lavorando da tempo a quel progetto, ti vedono anche loro. Nessuno può metterci tutta quella passione" disse Megan "aspetta, ma, chi si è proposta come te?"

Nicole alzò lo sguardo dal tavolo "è tornata Sandy Harris dal suo viaggio A Las Vegas!". Alzò così tanto la voce che alcuni clienti dei tavoli un fondo al viale si girarono verso il loro

"Abbassa la voce! Ti hanno sentita tutti!" la rimproverò Megan sussurrando

"Quella stronzetta, è tutta la vita che in un modo o nell'altro ottiene tutto quello che vuole! Assurdo, che mondo di merda!" Megan lasciò che l'amica si sfogasse e non pensò ad interromperla

"Non è affatto giusto, Nicole" sottolineò Megan

"Studio da tutta la vita, per realizzare il mio sogno e questa stronzetta mi prende il posto solo perché privilegiata"

"Perché non ti lamenti? Vai dal tuo capo e glielo fai presente. Si chiama professionalità" le suggerì Megan

"Non lo so, magari potrebbe offendersi e licenziarmi del tutto, promozione o no" iniziò a piagnucolare e a scuotere la testa.

"Ehi, non piangere capito? Sei forte e più intelligente di quella Sandy. Ti meriti il posto e devi farti valere" la incoraggiò Megan "e poi il tuo fidanzato non ti ha lasciata all'improvviso dopo averti fatto la proposta di matrimonio" aggiunse.

Dopo qualche minuto toccò a Megan raccontare il proprio problema.

Era passato qualche giorno da quando Liam, l'amore della sua vita si era inginocchiato sul pavimento di parquet e le aveva chiesto di sposarla. Lei aveva accettato con grande gioia e la notte stessa non era riuscita a chiudere occhio immaginando il grande giorno. Il giorno seguente aveva notato nel suo fidanzato segni di diffidenza: tornava a casa tardi e il più delle volte si rinchiudeva nel suo studio per portare avanti gli affari.

Megan aveva un messaggio mentre tornava a casa quel pomeriggio, dove Liam la lasciava con una sola frase "credo sia meglio chiudere la nostra storia, addio". La durezza di quel messaggio l'aveva come un colpo di spada al petto, per un attimo non era riuscita a respirare. Si era seduta in macchina, la testa le girava e per un attimo il mondo sembrò smaterializzarsi, gli oggetti intorno a lei si erano rimpiccioliti e iniziava a sentirsi insignificante proprio come doveva essere quel messaggio. Perché le aveva fatto la proposta di matrimonio, il loro amore all'improvviso si era rimpicciolito? Le era venuto da piangere, ma non voleva che la vedessero i passanti quindi aveva deciso di risolvere la questione a casa. Arrivata a casa si era tolta le scarpe e le aveva gettate sul pavimento dopo si era buttata sul divano e gli aveva risposto "ma come, non capisco. Ci dev'essere una spiegazione a tutto ciò". Si era sentita una stupida dopo averlo inviato, le aveva detto che tra loro era finita! Non avrebbe cambiato idea con uno stupido messaggio.

Nicole bevve un bicchiere d'acqua "che cosa?!" lo poggiò pesantemente sul tavolo e rimase a fissarla stupita "tu mi prendi in giro, da quando si lascia la fidanzata dopo averle chiesto di sposarti?" scosse la testa energicamente, il vino stava facendo effetto

"Sei ubriaca" mormorò Megan

"E beh, Sandy è tornata da Las Vegas con dieci confezioni di birra nel baule della macchina, lei otterrà il posto. Io no" scosse di nuovo la testa e bevve tutto d'un sorso un altro bicchiere.

"Fermati, ti prego. Pensi che questo riesca a consolarmi o a migliorare le cose al lavoro? Molla quel bicchiere e ragiona. Il potere di un genio non è l'ubriachezza ma l'astuzia" la rimproverò Megan "comunque gli ho proposto di incontrarci domani, al Jhonny's. per parlare" aggiunse. Nicole si limitò a fissarla nello stesso modo quando una persona pensa ad altro e non ascolta l'interlocutore impegnandosi a dimostrare invece il contrario.

Dopo aver consumato la cena sotto il cielo nuvoloso di San Francisco, la rabbia di Nicole e il dolore di Megan si trasformarono nello schiaffo di un vento pesante e gelido che fece tremare i tavoli.

"Senti, ti accompagno a casa. Non puoi tornare da sola in queste condizioni" concluse Megan. Prese le chiavi della macchina e accompagnò l'amica a casa.

Apocalisse zombie- L'ombra dietro di teWhere stories live. Discover now