Capitolo 12

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Dopo aver salutato i ragazzi per sempre, decisero di andarsene in cerca di un nuovo rifugio e di nuove provviste. Ormai il sole caldo della mattina si era nascosto dietro alle nuvole prospettando un pomeriggio piovoso. L'atmosfera in macchina non era migliore. Megan era concentrata sulla strada e il malumore le faceva pensare che avrebbero dovuto sbrigarsi se non volevano rimanere bloccate sotto la pioggia. Nicole, invece continuava a pensare alla sua migliore amica e al battibecco avvenuto precedentemente. Ricordava di aver litigato in questo modo solo due settimane prima dopo la visita all'ospedale per prendere sua madre. Per il resto, nel corso della loro amicizia non le venivano in mente litigi così pesanti da quando si erano conosciute. Erano sempre state discussioni futili, le loro, tanto che non ne ricordava nemmeno il motivo. Questa volta, però, aveva paura che se avessero continuato così, avrebbero passato il limite.

"Credo che stia per piovere" mormorò Megan sbuffando.

Nicole alzò la testa dal finestrino dopo averla udita parlare "Si, lo credo anch'io" disse "c'è un posto dove mangiare qui vicino?"

"Non lo so. facciamo un giro e vediamo" si guardò in giro "ho una fame assurda dopo quel cioccolato"

"Già".

Dopo mezz'ora trovarono un posto che sembrava essere invitante, si chiamava "Carmelo's" in vetrina era stampata la lista dei prezzi e disegni di panini farciti, porzioni di patatine fritte e un poster di Marilyn Monroe "Che ne dici?" chiese Megan, che ormai ragionava con lo stomaco più che con il cervello.

"Qualsiasi posto purchè ci sia da mangiare" sussurrò desiderosa Nicole.

Scesero dalla macchina. Il primo contatto con l'esterno fu l'aria fredda del posto abbandonato che le circondò come benvenuto. Aprirono il baule e afferrarono gli zaini.

Megan ispezionò lo zaino in cerca di armi, afferrò un pugnale dalla punta rotonda e lo esaminò. Accarezzò la punta rabbrividendo al contatto

"Bello questo. Dove l'hai preso?" domandò alla sua amica mentre fissava il coltello

"Mio nonno era un esperto di quella roba. Ti ho mai detto che era inquietante, insomma una volta ha aperto la scatola e io ho visto tutti quei coltelli...per un momento ho pensato fosse un assassino" commentò Nicole ridendo.

"Anche a mio padre piacevano quelle cose" rispose Megan

"Beh, ad essere sinceri nemmeno tuo padre era tanto normale" scherzò Nicole e Megan sorrise annuendo "scusami per quello che ho detto prima. Non avrei dovuto essere così aggressiva"

"Ero solo preoccupata per te. Ora me lo dirai?"

"Preferisco non parlarne per ora"

"Si va bene, ma ricorda che se hai bisogno di parlare io sono qui"

"Grazie"

"Per cosa?"

"Per sopportarmi".

"Bene, ora andiamo a mangiare" Megan mise lo zaino in spalla e si avviò verso il locale seguita da Nicole.

Impugnarono le armi e entrarono nel ristorante, la radio era ancora accesa ma andava a scatti e riproduceva musica latina, il locale era vuoto.

Si sedettero ad un tavolo, Nicole afferrò il libretto delle ordinazioni e tornò al tavolo in cui si trovava Megan

"Buongiorno signorina" disse ironicamente all'amica "vedo che è affamata"

"Oh si. Qual è la specialità del giorno?" domandò Megan

"Le consiglierei un panino ripieno, torno in cucina e do un'occhiata" girò i tacchi e scomparì.

Mentre Nicole andava in esplorazione, Megan guardò fuori dalla finestra e vide il SUV in compagnia delle altre macchine abbandonate. Si chiese se fosse successo qualcosa anche lì ma non seppe rispondere. Da un giorno all'altro la sua vita era cambiata, certo aveva sempre sognato che accadesse. Ma non in quel senso.

Apocalisse zombie- L'ombra dietro di teWhere stories live. Discover now