Capitolo 4

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Durante il pomeriggio la casa fu devastata dal silenzio. Non una parola, una risata o un sospiro da parte delle due ragazze. L'atmosfera non migliorò nemmeno con l'arrivo della sera, perché cenarono ognuna per conto proprio come se quell'appartamento fosse vuoto.

Verso le 10:30 il sonno si fece sentire e le due amiche andarono a dormire come se non fosse successo nulla. Megan non riusciva a chiudere occhio e dopo aver dormito per sole due ore decise di alzarsi dal letto e risolvere la questione con l'amica che ormai temeva di aver perduto. Si avvicinò alla porta piano piano; le sue dite fecero per sfiorare la porta di legno ma un rumore insolito attirò la sua attenzione. Appena aprì le orecchie per sentirlo un'altra volta questo si placò per qualche minuto, così pensando fosse il sonno a giocarle brutti scherzi corse in cucina a bere un bicchiere d'acqua mentre il silenzio proseguiva con il suo inganno.

Il silenzio però cedette il posto a delle urla, e successivamente scoprì che quei rumori li aveva uditi davvero, le urla di una donna. Deglutì l'ultimo sorso d'acqua e lo posò nel lavandino di fretta, corse ad affacciarsi sul balcone. Osservò la villetta di due piani esattamente di fronte al suo appartamento. Era circondata da un giardinetto modesto, il tavolino con due sedie esattamente davanti alla finestra raccontava di una persona sola. Le luci all'interno della casa si accesero e Megan smise di pensare.

"Che succede? Perché sei ancora sveglia?" le chiese una voce da dietro le sue spalle sbadigliando.

Megan evitò di girarsi in modo da non scambiare ulteriori sguardi con Nicole, non sapendo che fare rimase immobile senza fiatare.

"Allora?" insistette Nicole questa volta avvicinandosi all'amica "ti sei svegliata, ho sentito il tuo rumore e volevo capire cosa stessi facendo, e ti trovo qui, sul balcone" le disse guardando Megan incuriosita e sbadigliò.

"Margareth, ascolta che ti sta succedendo? Oddio, sei piena di sangue ti prego, fatti sistemare, oddio! Aiuto!!" l'agitazione vestiva la voce della donna, che come posseduta questa volta strillò e fù lì che le ragazze la sentirono.

"Hai sentito anche tu quelle urla? Cosa sta succedendo da Virginia? Dobbiamo andarci." affermò Nicole grattandosi i capelli.

"Hey, stai tranquilla. Ora prendo la pistola in camera mia e poi andiamo a dare a vedere se in quella casa stanno bene" la fermò e corse nella propria stanza. Spalancò la porta e si buttò alla ricerca dell'arma. Aprì tre cassetti invano perché non ricordava quale fosse quello giusto, al secondo in mezzo si fermò rasserenata e afferrò la Calibro. Non ricordava come si faceva a controllare se fosse carica così la smontò e dopo vari tentativi trovò il modo adatto.

"Megan!" urlò dall'altra stanza Nicole

"Sto arrivando!" rispose lei. Prese la pistola e uscì dalla camera "siamo pronte".

Abitava da un paio di anni nel suo appartamento, non aveva mai stretto amicizia con i suoi vicini, non era mai stata così aperta con le persone. I suoi soli amici erano i colleghi di lavoro e Nicole, ma Margareth che era spesso venuta a trovarla, grazie a una scusa o a un'alt1ra aveva stretto amicizia quasi con tutto il condominio.

Uscirono di casa e chiusero la porta, non a chiave poiché erano sicure si trattasse di un errore. O almeno lo speravano. Quando si trovarono fuori dalla porta i rumori sentiti prima d'ora si erano placati per fare spazio a un altro suono, un verso che avrebbero definito un nuovo tipo di ringhio; ma questo non era uguale a quello che sono soliti fare i cani, questo sembrava ancora più violento, più rabbioso, come se la persona che lo produceva in quel momento portasse un peso troppo pesante, come per sfogarsi su qualcosa o qualcuno.

Si infiltrarono nella casa di Virginia che casualmente aveva la porta aperta come veniva aperta quando nei film si introduceva un assassino in casa della vittima.

"Questo decisamente, non è un buon segno" disse con la pelle d'oca a Nicole.

Aiutate dal coraggio entrarono in casa, si guardarono in giro per capire la situazione: il salotto era in disordine come se ci fosse appena stata una bestia inferocita e dalle altre stanze si sentiva il rumore di oggetti che si rompevano cadendo a terra, Megan guardò Nicole, non sapeva che fare perché avevano paura entrambe.

Avevano paura che ci fosse un assassino o un malintenzionato, ma quello che più le preoccupava era trovare la Margareth che le aveva cresciute. Dopo aver scambiato uno sguardo con Nicole attraversarono il salotto seguendo i rumori sospetti al piano di sopra. Le urla continuavano e si facevano sempre più fresche. In cima alle scale la trovarono, la povera ragazza che implorava Margareth di non farle del male. Megan afferrò il braccio a Nicole per attirare la sua attenzione e scosse la testa.

"Mamma?!" mormorò Nicole con gli occhi lucidi, la disperazione le fece alzare la voce.

Margareth si girò verso di loro con la testa obliqua e la bocca piena di sangue, il camice sporco di pelle umana e ormai strappato. Dietro di lei la vicina, le guardava immobile e spaventata con la testa attaccata al muro, nemmeno lei era al corrente di quello che stava accadendo.

"Mamma, che succede? Cosa ti è successo?" continuò a strillare Nicole.

Ma Margareth sembrava non sentire, al contrario zoppicando iniziò a muoversi nella direzione delle due amiche. Questa volta con dei versi più acuti e digrignando i denti anche loro marci e pieni di sangue.

"Mamma! Rispondimi! Perché sei conciata così? Ti sei ubriacata e ti hanno aggredita?" le domandò un'altra volta Nicole tra le lacrime.

"Non credo ti senta, non credo sia in grado di farlo" disse Megan mentre pensava alla pistola

Le due amiche corsero giù dalle scale. Sfortunatamente Margareth, riuscì a inseguirle e senza fatica tanto da riuscire a raggiungerle, nella mano destra Megan teneva la pistola, Nicole appena la vide iniziò a piangere.

"Ti prego, non farlo" le lacrime le sgorgavano sul viso

"Non è lei. Se fosse tua madre ci avrebbe riconosciute e si sarebbe calmata..."

"Meg dietro di te!" urlò Nicole terrorizzata. Margareth la afferrò di sorpresa e così Megan perse l'arma sul pavimento.

Margareth l'afferrò per il golfino pronta ad attirarla a sè e Megan iniziò a dimenarsi strappandolo. Cadde su un mobiletto vicino facendo a terra le foto di famiglia della padrona di casa il cui vetro si frantumò. Margareth si avvicinò di scatto verso il collo della ragazza ma fortunatamente ella riuscì a respingerla con un calcio all'addome facendola cadere brutalmente sul divano. Megan era ormai senza forze e la testa le girava ora non aveva più il controllo di niente. I suoi occhi videro la doppia immagine di Margareth che piano piano si rialzava per combattere una battaglia senza fine. Megan si preparò a chiudere gli occhi per sempre lasciandosi andare, ma qualcosa fece la differenza. Il rumore di uno sparo.

Appena il cadavere di Margareth smise di muoversi e il suo sangue a colorare il divano Nicole si buttò a terra singhiozzando.

Apocalisse zombie- L'ombra dietro di teWhere stories live. Discover now