Niente è come sembra

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Cliccò il suo nome sul display per l'ennesima volta in quei giorni, ma, come nelle volte precedenti, l'unico suono che raggiunse le sue orecchie fu il rintocco sordo degli interminabili squilli che si ripetevano l'uno dietro l'altro

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Cliccò il suo nome sul display per l'ennesima volta in quei giorni, ma, come nelle volte precedenti, l'unico suono che raggiunse le sue orecchie fu il rintocco sordo degli interminabili squilli che si ripetevano l'uno dietro l'altro.

«Maledizione, Nina, rispondi!», bofonchiò affranto tra le labbra.

Si guardò intorno nella stanza buia e con aria sofferente allentò un po' la cravatta, odiava quella maledetta stoffa intorno al suo collo, ma quella era una delle tante sere in cui non poteva sottrarsi dal metterla.

Sospirò demoralizzato appoggiandosi alla scrivania mentre i suoi occhi correvano al di là della finestra, non vedeva Nina dal quel giorno che era andato a cercarla nel suo giardino. Quella sera l'aveva raggiunta convinto di aver preso la decisione giusta, sicuro di poter chiudere tutto ciò che era nato tra loro, qualunque cosa fosse. Ed invece, appena varcato il suo cancello, un solo sguardo a lei e si era ritrovato ad annaspare per respirare il suo profumo, toccare la sua pelle, baciare le sue labbra.

Aveva desiderato con tutto se stesso che quel pomeriggio non finisse mai.

Aveva implorato Dio di liberarlo dall'agonia delle sue colpe, pregandolo di concedergli ciò che desiderava senza sentirsi sporco, sbagliato e sleale, perché lei era troppo celestiale per essere definita un peccato.

Al tramonto se ne era andato più confuso di quando era arrivato e la faticosa decisione che aveva preso in principio si era sgretolata ad ogni suo bacio.

Rinunciare a lei non era più un'opzione.

Ma dopo quella sera qualcosa era cambiato, per qualche ragione a lui sconosciuta Nina non rispondeva alle sue telefonate e aveva lasciato dietro di sé nient'altro che il silenzio.

La sua testa si era riempita di milioni di ipotesi su cosa poteva esserle successo, un incidente? Si era sentita male? E se si, perché non lo aveva avvertito? Ovviamente non aveva una risposta a nessuna di quelle domande, decise infine di mandarle un messaggio. Non era sicuro di come i ciechi potessero leggere i messaggi di testo, il suo mondo era ancora così sconosciuto per lui, ma come lei gli aveva spesso ripetuto, c'era un modo per tutto, la tecnologia era andata avanti, così aveva deciso di provare. Qualunque cosa purché riuscisse a sapere che stava bene.

Quando vide che la ragazza aveva visualizzato quelle poche righe che le aveva scritto e non aveva risposto aveva capito che il suo silenzio dipendeva da qualcosa che lui aveva fatto, o che aveva detto, e le sue domande da quel momento in poi erano totalmente cambiate, cosa aveva sbagliato per meritare il suo silenzio?

Avrebbe voluto raggiungerla, guardare il suo viso e capire cosa realmente fosse successo, ma il suo lavoro lo aveva portato miglia e miglia lontano da Monaco.

Non sarebbe mai potuto andare da lei e tornare in tempo per il weekend di gara, era crogiolato nei suoi infiniti dilemmi senza risposta per giorni e giorni ed era quasi impazzito.

Io Ti Vedo/ Charles LeclercWhere stories live. Discover now