Marmellata di pesche

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La camera da letto di Nina era avvolta dalla completa penombra, solo un debole fascio di luce, timido, filtrava tra le piccole fessure della persiana illuminando appena il suo viso, mentre, profondamente addormentata, giaceva tra quelle lenzuola bianche.

Gli occhi di Charles erano immobili su di lei, si era incantato a guardarla studiando ogni lineamento del suo viso: le morbide labbra rosa appena socchiuse, il naso all'insù sinuoso e delicato e i grandi occhi chiari, diversi da quelli di qualunque ragazza che lui aveva conosciuto, erano chiusi, nascosti sotto le grandi e folte ciglia. I suoi capelli erano sciolti, sparpagliati selvaggiamente sul suo cuscino, così lucenti da sembrare oro colato. Poteva ancora sentire la loro morbidezza sulle sue mani al ricordo di come li aveva dolcemente afferrati durante la loro notte di passione. Era così bella distesa in quel letto che sarebbe rimasto lì a guardarla per ore. Immobile, così, nel buio della stanza.

Inspirò profondamente e chiuse gli occhi, per poi riaprirli pochi istanti dopo e lanciare uno sguardo fugace all'orologio che aveva al polso.

Doveva andarsene.

Monaco era ancora beatamente cullata tra le braccia di Morfeo e mancava ancora molto per il sorgere del giorno, ma lui doveva lasciarla. Continuava a ripeterselo, tuttavia restava seduto sul bordo del letto incapace di alzarsi, consapevole della delusione che le avrebbe causato al risveglio quando non lo avrebbe trovato accanto a lei.

Tornò di nuovo a guardarla e vide sulle sue labbra disegnarsi l'accenno di un sorriso, stava forse sognando? Sperava di essere lui il protagonista dei suoi sogni e desideroso di una certezza che probabilmente non avrebbe mai avuto restò immobile ad ammirarla.

Era così vicina eppure così distante. 

Fece scivolare lo sguardo sul suo corpo, il lenzuolo la copriva solo in parte lasciando le sue spalle scoperte, il braccio era abbandonato inerme al suo fianco e la sua mano era aperta vicino al suo viso con il palmo rivolto verso l'alto. Sembrava una dea di altri tempi, immersa in un profondo sonno di bellezza.

Lasciò cadere ancora una volta i suoi occhi sui dolci lineamenti del suo viso mentre si abbandonava al ricordo del calore dei loro corpi durante la loro notte insieme.

«Mi sei mancata da impazzire...», soffiò al suo orecchio mentre con le labbra catturava il suo lobo e con le mani scivolava sui suoi fianchi.

«Sono io ad esserti mancata o il mio corpo?», gli chiese lei ansimando mentre la bocca di lui non le dava tregua sulla pelle.

Si staccò da lei guardandole il viso, posò una mano sulla sua guancia e appoggiò appena il naso contro il suo, «Mi sei mancata tu...», sussurrò poi sulle sue labbra e la vide chiudere gli occhi e liberare un profondo sospiro. Le sfiorò con un morbido bacio, «Mi è mancata la tua voce, il tuo respiro...», con la punta della lingua le schiuse la bocca, «... il tuo sapore.», confessò poi dopo averla di nuovo baciata, «Mi è mancata ogni singola parte di te.»

Un'infinità di brividi attraversò la pelle di Nina al suono della sua voce ruvida, seducente e calda.

«Anche tu...», riuscì a malapena a mormorare mentre le mani di lui si insinuavano sotto il sottile tessuto del suo vestito.

«Anch'io cosa?», le chiese invitandola a precisare, un sorriso malizioso gli spuntò sulle labbra contro la bocca di lei.

Nina deglutì, «Anche tu mi sei mancato.», continuò ansimando mentre una mano di lui andò ad accarezzare il suo collo.

Studiò i piccoli nei sulla sua spalla scivolando lentamente con le dita lungo il braccio mentre le sue labbra lasciavano umidi baci affamati sulla sua candida pelle. Impaziente arrivò al suo seno, spinse verso il basso le spalline del suo abito e continuò a tracciare con la lingua un invisibile sentiero sulla sua carne. Avevano raggiunto la camera da letto, aveva fatto cadere il suo vestito lungo il tragitto e poi si era seduto sul morbido letto invitante, lei era scivolata a cavalcioni sopra di lui, le mani di lui trovarono le sue cosce dal candido colore, le strinsero, le accarezzarono. Affamato di lei l'afferrò per la vita e con un movimento veloce la distese sul letto. Si sdraiò sopra di lei, per non schiacciarla puntò le mani sul materasso e osservò attentamente il suo viso.

Io Ti Vedo/ Charles LeclercWhere stories live. Discover now