Desiderio

1.6K 37 35
                                    



Il tintinnio cristallino del bicchiere che Charles appoggiò nel lavello risuonò soavemente nella stanza.

«C'è altro succo in frigo se ne vuoi ancora.», gli disse premurosamente Pascale tenendo la testa china sul lavoro che stava svolgendo.

«No, mamma, grazie. Sto bene così.», le rispose senza voltarsi lasciando cadere i suoi occhi nel fondo del lavello e, puntandoli sul vetro del bicchiere sporco di quel che restava della bevanda alla pesca, lasciò la sua mente correre a ricordi lontani.

L'odore del succo lo portò ad un passato distante, a quell'atmosfera fanciullesca che custodiva gelosamente nel suo cuore, quando l'essenza di un sorriso era pura e libera.

Il profumo di un'infanzia felice, di quell'età spensierata ed effimera che fugge inesorabilmente in men che non si dica e, crescendo, lascia solo l'alone di un'anima bambina dentro l'involucro di un adulto troppo grande per poter ricordare la bellezza di quei giorni, dove bastava una carezza amorevole a spazzar via ogni piccolo problema.

Da bambino i suoi grandi ostacoli erano la paura del buio, un tuono che si squarciava nel cuore della notte, un brutto sogno... o, alla fine di una lunga giornata, un ginocchio sbucciato. Però ognuno di essi veniva sempre allontanato.

Quasi sempre era il sorriso della mamma che, rimboccandogli le coperte, sussurrava dolcemente al suo orecchio che tutto sarebbe andato bene. Spesso era la sagoma di suo padre che faceva capolino sull'uscio della camera rassicurandolo che i mostri non esistevano e che nessuno l'avrebbe portato via da loro.

A volte era la nonna che, mentre disinfettava il ginocchio ferito, sorrideva prendendolo amorevolmente in giro, sostenendo che nella vita ce ne sarebbero state altre mille e più di ginocchia sbucciate, e quello era solo l'inizio.

Solo ora che era un adulto capiva che la nonna parlava di ben altro tipo di ginocchia sbucciate.

Ah, come avrebbe voluto soffrire ancora solo per un ginocchio doloroso e sanguinante! Sarebbe di certo bastato un po' di disinfettante per risolvere il problema.

Ma per i suoi errori, per le sue bugie, per i suoi tradimenti, quel liquido miracoloso era inefficace, non avrebbe pulito la sua anima, non avrebbe affievolito il suo dolore e soprattutto non avrebbe guarito le sbucciature del cuore.

«Allora, Lorenzo mi ha detto che hai qualche giorno libero prima della prossima gara.»

La voce di sua mamma lo strappò dai suoi pensieri, si voltò e la vide ancora con la testa china sul suo pantalone che stringeva tra le mani, mentre con ago e filo ricuciva il buco presente sulla tasca.

Quella mattina stava per indossarne quel paio, quando nell'infilare il cellulare in tasca, si era accorto del buco enorme che c'era nello scomparto. Non era urgente doverlo ricucire, ne aveva altri cento di pantaloni, ma gli sembrò la giusta scusa che stava cercando per andare da sua madre e chiedere il suo aiuto.

Come se un po' di ago e filo potesse risanare ciò che davvero si era strappato in lui, come se potesse aggiustare ciò che tra lui e Nina stava nascendo e che con le sue bugie aveva completamente distrutto.

Come il disinfettante, anche quell'ago e filo sarebbero stati inutili di fronte ai suoi sbagli.

Ma andare da sua mamma era comunque una cura, il suo sguardo e la sua voce riuscivano sempre a calmare il suo animo inquieto.

Pascale non era una donna che usava molte parole, non era di quelle che si perdevano in lunghi monologhi per farti la morale o rimproverarti, no, lei sapeva ascoltare e le bastava guardare i suoi figli negli occhi per capire.

Charles non riusciva a comprendere come sua madre fosse in grado di trovare sempre le giuste parole, o di intuire perfettamente quando era il momento di stare in silenzio. Però sapeva che ogni volta che andava da lei qualunque problema lo stesse affliggendo magicamente si ridimensionava con le sue parole. Se fosse stato ancora un bambino avrebbe pensato che sua madre avesse qualche potere speciale, che fosse una super eroina. Ma la consapevolezza di essere adulto gli diede una giustificazione molto più semplice e arrivò alla conclusione che il potere di Pascale stava nella saggezza di essere una mamma con un vissuto alle spalle.

Io Ti Vedo/ Charles LeclercWhere stories live. Discover now