Sensi di colpa

1.1K 35 19
                                    




L'odore dell'antisettico era forte nelle narici ad ogni suo respiro, nonostante non si trovassero ancora in alcun reparto, Charles poteva sentirlo nell'aria mentre saliva un gradino dopo l'altro di quell'ospedale.

Era ormai l'alba quando insieme a Lorenzo raggiunse il luogo dove si trovava la famiglia Morel, riunita lì già da diverse ore.

Il suo stato d'animo era nel pieno di una tempesta, andava incontro ad una situazione che conosceva bene, ma, in fondo, non sapeva davvero cosa doveva aspettarsi.

Quella notte, mentre lui aveva dato vita ai suoi desideri più nascosti tra le calde braccia della sua nuvola, Chloé si era disperata per una delle più brutte fatalità che ad un essere umano possa accadere: la perdita di un genitore.

Nella disperazione e nel dolore di quel momento lei, la sua ragazza, lo aveva ripetutamente chiamato, aveva cercato il suo aiuto, aveva avuto bisogno di lui. Lui invece, caduto come un angelo ribelle nelle braccia del suo peccato, non aveva risposto a nessuna delle sue telefonate.

Non poteva immaginare quale fosse il vero motivo dietro quell'insistenza, aveva dato per scontato che dietro le continue chiamate di Chloé di quella notte si fosse nascosta solo la rabbia per averla abbandonata all'inaugurazione del locale di Leon senza alcun preavviso.

Ignaro totalmente che quelle pressanti telefonate nascondessero un tragico evento.

Quella sera, nel retro di quel locale, così estraneo ma al tempo stesso divenuto intimo e confidenziale, aveva riconosciuto che ciò che sentiva per Nina era il fremito di cui parlava sua mamma e aveva deciso di seguirlo. Per la prima volta dopo tanto tempo aveva assecondato un suo desiderio, senza nessuno schema, senza alcun progetto. Solo ciò che lo rendeva felice.

In balia di quel sentimento a cui ancora non sapeva dare un nome, aveva ignorato quelli che lui pensava fossero i soliti capricci di una compagna viziata, che quella notte per lui aveva cessato di esistere.

Ma la realtà era ripiombata su Charles come uno schiaffo in pieno viso e se ne stava rendendo conto solo in quel momento, mentre a grandi falcate raggiungeva il reparto di cardiologia di quel grigio e freddo ospedale. Nemmeno la luce rosea dell'alba che filtrava prepotentemente dalle grandi vetrate riusciva ad illuminare il buio che si era impossessato di lui.

Dopo quella notizia qualcosa nel suo cuore si era spezzato e da quell'istante aveva maturato il timore che le cose non sarebbero mai potute cambiare. Una sensazione che lo aveva assalito rubandogli il respiro.

In un attimo si era sentito di nuovo in gabbia.

Stare con Nina lo aveva reso gioioso in un modo che non riusciva a descrivere, la sua voce aveva placato ogni sua inquietudine come un unguento miracoloso spegne il dolore di una ferita. Sentirla parlare di sé, raccontargli le sue storie, scoprire come lei vedeva il mondo lo avevano liberato da una prigione in cui era intrappolato, ma di cui ne era completamente inconsapevole.

Nelle ore che aveva trascorso con lei aveva dimenticato a che vita realmente appartenesse, ritrovando dentro di sé uno Charles lontano, di cui non ricordava l'esistenza.

Le carezze della ragazza lo avevano svegliato da un sonno privo di emozioni, da un'apatia di cui non sapeva di essere affetto. Negli ultimi anni, nonostante la sua sfera professionale gli avesse regalato tutto ciò che aveva sempre desiderato dal suo lavoro, la sua vita privata era finita in un sentiero sconosciuto. Non era esattamente ciò che considerava amore quello che c'era tra lui e Chloè, aveva raggiunto quella conclusione solo da poco, ma in cuor suo lo aveva sempre saputo.

Sentiva una forte attrazione fisica nei confronti della sua ragazza, ma il sentimento che provava per lei era di un profondissimo affetto. Un sentimento che per tanto tempo si era travestito da amore, ma che mai lo era stato veramente.

Io Ti Vedo/ Charles LeclercWhere stories live. Discover now