Capitolo 4

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Dicembre, per Newt, durò una manciata di secondi. In un battito di ciglia si ritrovò al suo ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze. Caleb era a casa già da tre giorni, e si godeva il tempo libero insieme alla cugina e alla zia, prima della recita scolastica. Kate, in quei due giorni, li aveva portati a pattinare e subito dopo a bere una cioccolata calda. Quel giorno, invece, aveva concesso loro una giornata intera al parco giochi, e Newt non poteva essere più preoccupato di così. Si fidava ciecamente di sua sorella, ma aveva un'apprensione troppo grande per Caleb tanto da controllare il telefono, insistentemente, come se sentisse che da un momento all'altro, sarebbe potuta arrivare una chiamata di aiuto o d'emergenza.

Come se non bastasse, avrebbe avuto nuovamente appuntamento con Thomas Edison, il ragazzo che lo aveva fatto dannare più di tutti, dopo suo figlio con le coliche a due anni, facendogli rifare il progetto dall'inizio. Non lo vedeva da dieci giorni ma, nonostante gli avesse detto che si sarebbero sentiti solo per prendere un nuovo appuntamento, più volte Thomas gli aveva mandato mail, chiedendogli di poter vedere anticipatamente il progetto e, puntualmente, gli aveva fatto cambiare qualcosa, anche solo un minimo dettaglio. Lo aveva odiato tremendamente, soprattutto quando gli rispondeva con sufficienza, per poi sparire per ore senza dargli una vera e propria indicazione, lasciandolo senza sapere cosa fare. Aveva lasciato da parte altri progetti, facendo il suo almeno due o tre volte al giorno, cambiando ogni singola cosa che aggiungeva, perché Thomas la reputava banale e scontata. A un certo punto aveva perso le speranze, stremato dalle sue continue lamentele e infastidito dal modo in cui si rivolgeva che, tramite mail, era ancora peggio che dal vivo.

Quel giorno lo aspettò per un'ora intera, dopo la sua pausa pranzo, durante la quale guardò l'orologio insistentemente, odiandolo ancora di più. Il suo menefreghismo del lavoro delle altre persone lo mandava fuori di testa, e non vedeva l'ora che arrivasse per poter tornare a casa e abbracciare suo figlio, con il quale avrebbe voluto essere al parco giochi. Poi, dopo un'ora di ritardo, lo sentì entrare dalla porta principale, salutando Lucas che era intento a prendere altri appuntamenti. Subito dopo, si diresse verso l'ufficio di Newt e, senza nemmeno bussare, entrò.

«Ciao Newt, scusa il ritardo avevo un'udienza e hanno tardato» disse sorridendogli, per poi togliersi il giacchetto lasciandolo attaccato all'appendiabiti. Si diresse a passo svelto verso di lui, che si era alzato per salutarlo con una stretta di mano. Thomas, però, fece il giro della scrivania e circondò il suo fianco con una mano, per poi lasciargli due baci sulle guance, come se fossero vecchi amici.

Newt rimase immobile, sconvolto dalla confidenza che si era preso, e dal rossore che le sue guance avevano preso. Che gli prendeva? Continuò a chiederselo per qualche secondo, finché Thomas non si andò a sedere davanti la scrivania, pronto per il loro incontro lavorativo.

«Ehm, si, iniziamo» disse Newt, schiarendosi la voce, tornando seduto e avvicinando la sedia al tavolo, in modo tale da stare più comodo.

«Il progetto è ultimato, con tutti i suoi particolari e tutte le modifiche da te richieste. Se lo approverai lo faremo partire e da lì inizierà la ricerca di ciò che ci occorre. Una volta terminati i lavori inizieremo noi, ma non sappiamo ancora quando accadrà. Ecco il progetto» disse Newt, cercando di girare il computer, ma venendo bloccato nuovamente da Thomas, che prese la sedia e la portò vicino a Newt, in modo tale da guardare lo schermo insieme a lui.

Newt sbuffò, non capendo cosa avesse fatto di male per lavorare con una persona così fastidiosa e invasiva. Perché si prendeva tutte quelle libertà? Non riusciva a capirlo, e avrebbe voluto con tutto se stesso essere rispettato come lavoratore. Nonostante il fastidio provato, iniziò a scorrere il progetto, e Thomas rimase in silenzio, osservando attentamente.

Lightning || Newtmas AUWhere stories live. Discover now