Capitolo 18

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«Quella stronza» disse Minho, tenendo tra le mani la lettera di Candace. L'aveva letta tre volte, e ogni volta il suo volto si era dipinto di odio.

«Non so cosa fare Min» singhiozzò Newt, seduto sul divano. Thomas gli sedeva accanto, ancora vestito da lavoro, e sospirava per la stanchezza della notte trascorsa senza dormire. Aveva consolato Newt per ore, cercando di recuperare una situazione che sapeva fosse più grande di lui. Si era alzato presto, con gli occhi stanchi, e si era vestito per andare a lavorare. Incontrò i suoi clienti per tutta la mattina, decidendo di annullare tutti gli appuntamenti del pomeriggio e di tornare a casa per pranzo, sicuro che Newt fosse rimasto tutto il giorno nel letto. Quando era tornato l'aveva trovato sul divano, Caleb gli dormiva tra le braccia e lui lo stringeva forte, fissando svogliatamente la televisione. Minho era seduto vicino a loro, sulla parte lunga del divano angolare. Thomas l'aveva salutato con un abbraccio, per poi avvicinarsi a Newt e Caleb baciando entrambi, prendendo Caleb in braccio andandolo a mettere nel suo letto.

Newt, quella mattina, aveva chiamato Minho non appena aveva aperto gli occhi, e aveva deciso di non mandare Caleb a scuola, tenendolo al sicuro. Minho era arrivato in un tempo record, e aveva abbracciato l'amico, che era scoppiato a piangere di nuovo. Minho lo capiva, più di chiunque altro. Minho c'era la notte in cui Candace se n'era andata, e aveva ricucito i pezzi di Newt, giorno dopo giorno, per anni. Odiava Candace con tutto se stesso, e la odiava perché era la sua migliore amica, era una delle persone a cui teneva di più, e lei se n'era andata, senza nemmeno una spiegazione. Non si aspettava di certo un addio da film, ma quella sera, si era sentito abbandonato anche lui.

«Scrivile» disse Minho, piegando la lettera e rimettendola nella busta, per poi lasciarla sul divano.

«No Min, cosa le dico?»

«Che non può comparire così, dopo tutto questo tempo e pretendere di essere la madre di Caleb. Convincila, intimidiscila non lo so, ma non lo porterà via, non lo permetterò» disse, alzandosi con il volto paonazzo. Si passò una mano sul viso, ancora incredulo che tutto quello stesse accadendo.

«Newt, ha ragione, parlaci» disse Thomas, posando una mano sulla gamba di Newt, accarezzandolo delicatamente, come aveva fatto per tutta la notte.

«Okay» disse Newt, prendendo il telefono dalla tasca della felpa, per poi farsi dettare il numero. Aprì subito dopo la chat con lei iniziò a scrivere.

Newt: "Sono Newt, incontriamoci per parlare"

Inviò il messaggio e si girò verso Thomas, che gli sorrise per cercare di rassicurarlo.

Candace: "Okay, domani alle quattro nel nostro posto, che ne dici Newtino?"

Newt: "Ok"

***

Il sole era insolitamente alto nel cielo, e colorava di un arancione sbiadito le strade di Londra. Newt era in macchina, parcheggiato da venti minuti in quel posto che lo riportava indietro nel tempo. Minho gli sedeva accanto, e sbuffava per l'impazienza.

Newt si guardò intorno, osservando quel parco, piccolo e sconosciuto, caratterizzato dalla grande vastità di verde. Al centro del parco era presente una piccola piazza di mattonelle vecchie e logore e, intorno ad essa, delle panchine delimitavano il perimetro. A fare da sfondo, alberi, piante e fiori colorati decoravano l'ambiente, e rendevano quel posto magico. Era un parco che gli ricordava l'adolescenza, il liceo, gli ricordava i baci dati di nascosto sotto i rami degli alberi, le passeggiate mano per mano e i gelati mangiati seduti sulle panchine. Gli ricordava le prime sigarette fumate di nascosto, e la tosse che ne conseguiva. Gli ricordava i pomeriggi passati lì con Candace, a immaginare un futuro insieme. In quel parco, sulla panchina alla destra dell'entrata, quella situata davanti un salice piangente, aveva scoperto che sarebbe diventato padre. Candace glielo aveva detto e poi avevano pianto entrambi, incerti su ciò che sarebbe stata la loro vita da quel giorno. Ricordò di essersi sentito spaesato, e ricordò di aver ritrovato la calma solo grazie al fruscio delle foglie intorno a loro. Non pensava che ci sarebbe più ritornato, forse perché essere lì gli ricordava quello che sarebbe potuto succedere, creava nella sua testa una quantità infinita di variabili alle quali non voleva pensare. Come per esempio cosa sarebbe successo se avessero deciso di abortire;o cosa sarebbe successo se Candace avesse avuto un po' di coraggio, e lo avesse amato.

Lightning || Newtmas AUWhere stories live. Discover now