Capitolo 5

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Lo scalpitio delle castagne nella padella riecheggiava nella stanza, e l'odore imprimeva l'aria circostante. Newt era poggiato alla destra dei fornelli e controllava la ricetta sul telefono, per essere sicuro di non sbagliare nulla. Aveva già preparato buona parte delle pietanze per la cena di capodanno di quella sera, che avrebbe trascorso con i suoi genitori, gli rimaneva solo una preparazione, il tacchino.

Caleb era seduto sul tappeto davanti la televisione, che trasmetteva un cartone animato che aveva visto mille volte e, proprio per questo, non si interessava alle scene e preferiva unire i mattoncini colorati creando varie forme, che mostrava al padre soddisfatto.

Dopo aver controllato se le castagne fossero pronte, Newt le fece cadere all'interno di uno straccio e lo chiuse, lasciandole per qualche minuto a raffreddare. Nel frattempo tirò fuori dal frigorifero il tacchino, che si era fatto precedentemente pulire dal macellaio, e lo mise sulla teglia, spennellando su di esso l'olio aromatizzato al rosmarino che la mamma gli aveva lasciato nei giorni precedenti.

«Caleb, spegni la televisione per favore» gli disse, guardandolo negli occhi, sperando che non protestasse come suo solito.

«Si papà» disse, alzandosi goffamente e afferrando il telecomando posto sul divano, premendo sul pulsante rosso, spegnendo la televisione che si fece completamente nera.

Newt sorrise, prendendo le castagne che erano ormai tiepide, e si sedette sullo sgabello, davanti la penisola posta al centro della cucina, pronto per sbucciarle tutte, per poi tritarle e unirle al ripieno del tacchino.

«Quando andiamo dalla nonna?» Chiese Caleb, arrampicandosi sullo sgabello, posando sul tavolo il suo quaderno dei disegni e l'astuccio pieno di matite e pennarelli.

«Più tardi, è ancora presto. Perché amore?» Gli chiese, mentre sbucciava già la decima castagna.

«Voglio farle un disegno, anche al nonno» disse Caleb, mentre apriva l'astuccio per scegliere i colori con cui avrebbe disegnato.

«Hai tutto il tempo Caleb, tranquillo. A me non lo fai un disegno?» Chiese Newt, mentre metteva tra le labbra una castagna, alla quale non aveva saputo resistere.

«A te li faccio sempre» rise Caleb, mentre tracciava una linea verde in basso al foglio, che rappresentava un prato.

Newt sorrise, per poi sbucciare l'ultima castagna, avendo ormai le dita bollenti. Prese la ciotola e le fece cadere nel frullatore insieme al resto del ripieno, azionandolo.

Caleb portò le mani alle orecchie, non sopportando quel rumore troppo forte, scatenando in Newt una risatina genuina, dovuta alla sua goffaggine che lo divertiva sempre.

Quando il ripieno fu pronto, e il frullatore venne spento, nella stanza riecheggiò il suono dell'arrivo di un messaggio sul telefono di Newt, che non si curò di leggere velocemente, sapendo che fosse sua madre che chiedeva come andava la preparazione della cena, poco fiduciosa delle sue capacità.

Prese perciò il ripieno e lo inserì all'interno di una ciotola, posando il contenitore del frullatore nel lavandino. Solo dopo aver aggiunto varie spezie al ripieno e dopo averlo mescolato, afferrò il telefono e aprì il messaggio.

Thomas Edison: "Come stai Newtie?"

Quando lesse il nome rimase a bocca aperta, e gli occhi si fissarono sul messaggio per qualche secondo, increduli. Non capì il motivo del messaggio dopo così tanto tempo dal loro bacio, e ne rimase quasi pietrificato. Si chiese perché gli avesse scritto per messaggio e non per mail, cosa interessava a lui come stesse e, sperò con tutto se stesso, non gli avesse scritto per parlare di lavoro durante le ferie, perché l'odio nei suoi confronti sarebbe potuto solo che aumentare.

Lightning || Newtmas AUWhere stories live. Discover now