Chapter twenty-five

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-Cosa?- chiese, bloccandosi per un attimo.

Vidi i suoi lineamenti farsi incredibilmente duri, e per un attimo temetti che avesse cominciato a gridarmi in faccia.

-Non voglio più che mi tocchi, voglio finirla qua,- ripetei, duramente –non voglio più continuare questo stupido patto, non voglio continuare tutto questo.-

Spalancò gli occhi, deglutì, poggiò lo sguardo da un’altra parte e, subito dopo, lo ripuntò su di me. Si leccò le labbra, sospirò e finalmente parlò.

-Vuoi davvero finire tutto questo?- chiese, avvicinandosi. –Vuoi davvero che io smetta di toccarti?-.

Poggiò le mani sui miei fianchi e mi attirò a lui.

-Draco.- lo richiamai.

-Vuoi che smetta di toccarti così?- mi avvicinò a lui e toccò con le labbra appena sotto il mio orecchio.

-Draco, fermati.-

-Dimmi, vuoi che mi fermi veramente?-

Scese con le labbra sul mio collo; chiusi gli occhi, pregando che smettesse.

-Basta…- sussurrai, sentendo la pelle d’oca coprirmi il corpo.

-Rispondi.- ordinò, con voce roca, al mio orecchio. Non riuscii a parlare, così rimasi in silenzio.

Volevo davvero che si fermasse?

-Dannazione, Granger, rispondimi.- disse poi, aumentando la forza sul mio corpo come mai aveva fatto. Lo stava facendo quasi con possessività, come se non volesse lasciarmi andare.

Sì, lo volevo.

-Sì, Draco,- mi staccai da lui, opponendomi ad ogni parte di me che da lui non voleva proprio allontanarsi –voglio finirla qui.-

-Okay, voglio che tu adesso mi guardi negli occhi e che mi dica che vuoi finirla qua.-

Incastrai gli occhi nei suoi, così maledettamente profondi e seducenti. Per la prima volta, pensai che Draco fosse davvero bello.

-Voglio…- presi un respiro, chiudendo gli occhi e riaprendoli poco dopo. –Voglio finirla qua.- dissi in un soffio.

I suoi occhi si fecero scuri, quasi si fossero coperti di ghiaccio da un momento all’altro.

-D’accordo.- disse, piatto. Aveva un tono di voce talmente neutro che non mi sembrava il suo, quasi appartenesse ad un robot. –Puoi andare, adesso.- aggiunse, abbassando lo sguardo.

Mi allontanai e mi voltai, indecisa, pronta a tornare nel mio dormitorio.

-Aspetta.- mi fermò, tirandomi per un braccio.

-Cosa c’è adesso?- sospirai.

-Non andartene.- sussurrò. Ah, adesso mi voleva?

-Adesso mi vuoi però, eh?- chiesi, amareggiata. –Mi hai evitata per tutti questi tre anni e adesso pretendi che resti?-

Sospirò, abbassando lo sguardo.

-Non andartene, Hermione.- mi supplicò, avvicinandosi.

Cos’aveva detto? Avevo capito bene?

-M-mi hai chiamata Hermione?- chiesi, incredula.

Annuì, facendo un piccolo sorriso. Dovevo andarmene di lì, altrimenti non lo avrei più fatto.

-Devo andare adesso, Draco...-

Mi tirò a lui, attaccando le labbra al mio orecchio: sapeva che la sua vicinanza mi metteva i brividi e lo faceva per mettermi in difficoltà. Non voleva che me ne andassi, così, avendo capito che non sarei restata con le suppliche, mi stava tentando.

-Resta.- sussurrò attaccato al mio orecchio, rafforzando ancora una volta la stretta sul mio braccio. Quindi chiusi gli occhi, opponendomi a tutte le mie forze per non restare.

Non volevo andarmene, volevo stare lì, con lui, ma non potevo: mi avrebbe solo fatta soffrire ancora, ancora e ancora.

-No,- dissi –non voglio più soffrire e l’unica fonte delle mie sofferenze negli ultimi tempi sei tu.-

Saranno state le luci fievoli del corridoio, sarà stata una sorta di illusione ottica, ma posso giurare di aver intravisto i suoi occhi farsi lucidi. Fece un lungo sospiro, quasi interminabile, mentre i suoi occhi si posavano per un attimo a terra: quando le sue iridi tornarono sul mio viso mi sentii malissimo.

-Granger, adesso voglio solo che tu mi dica una cosa,- soffiò, con voce sottile –sei davvero sicura di voler abbandonare tutto così?-

Riflettei per qualche secondo, poggiando la mano sul mio fianco e tenendo lo sguardo sospeso nel vuoto, cercando di far spazio nella mia mente per poter riflettere meglio. Portai la mano su una ciocca dei miei capelli, posizionandola dietro l’orecchio sinistro.

-Ecco, io…- tenni la frase sospesa, per poi darvi finalmente una fine. –Sì, sono sicura.-

Negli occhi di Draco sembrava essere cambiato qualcosa, come se si fossero improvvisamente scuriti. Portò le mani dietro la testa, inserendo le dita tra i capelli biondi, così chiari quanto luminosi. Presi a mordermi insistentemente l’interno guancia, pensando a cosa sarebbe successo dopo.

Le sue iridi limpide erano quasi opache in quel momento, ed erano diventate di uno strano colore, un blu così scuro che solo a guardarlo ti faceva sprofondare in un abisso profondo. Notai come le sue dita tiravano le ciocche dei suoi capelli e non potei fare a meno di pensare che la mia risposta lo aveva distrutto. 

Mi faceva una gran pena vederlo in quello stato ma tra noi due l’unica persona che non si meritava di soffrire ero io: io, e non Draco. Quello stronzo mi aveva fatto del male fisico, psicologico e mentale ed era così strano sentirsi non più come la ferita, ma quella che ferisce.

Camminò nella mia direzione ed io indietreggiai, decisa a non dargli più corda: mi aveva ferita ed umiliata tante volte, e ormai avevo già preso una posizione: non l’avrei più ascoltato.

-Pensaci bene.- disse a pochi centimetri da me.

Poggiai la mano sul suo petto e lo spinsi via, scuotendo il capo, imperterrita. –No, Draco.- Il mio tono di voce era fermo, ed io ero fiera di come stavo riuscendo a gestire la situazione.

Quando si allontanò da me riuscii a notare sulla sua fronte delle gocce di sudore che subito mi fecero capire che era nervoso, forse perché temeva di un mio effettivo rifiuto. Chiuse gli occhi per qualche istante, mentre dalle sue labbra continuavano ad uscire sospiri, sospiri e sospiri.

Mi afferrò per il polso come era solito facesse e mi trascinò verso il suo corpo, poggiando le labbra sul mio orecchio. Brividi.

-Quindi sei sicura?- chiese.

Ero davvero sicura?

Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)Where stories live. Discover now