Chapter six

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Mentre camminava per la scuola, molti amici la fermavano, chiedendole cos'avesse, ma lei non rispondeva a nessuno: era troppo amareggiata. Scappò dietro la scuola e si appoggiò con la schiena ad una vecchia quercia, cominciando poi a singhiozzare. Si convinse, dopo una buona ora, ad alzarsi e tornare dentro ad Hogwarts. Una volta arrivata la sera lei era ancora sdraiata sul suo lettino, con gli occhi gonfi dalle lacrime. 

Luna le propose di andare alla Sala Grande per cenare, ma lei si rifiutò. Continuò a dormire fino alle due del mattino, ma sentì un rumore provenire dal corridoio: si alzò dal letto e il rumore aumentò, si diresse in punta di piedi verso la porta e poggiò la mano sulla maniglia dorata, si fece coraggio e la aprì: Draco. La ragazza lo guardava sorpresa e disgustata allo stesso tempo. Abbassò lo sguardo e rientrò in stanza, stava per chiudere la porta ma lui la afferrò per un braccio e la trascinò fuori, sbattendo la porta. L'appoggiò al muro fuori dalla stanza. Lei teneva lo sguardo basso, cercando di evitare quello del ragazzo. 

-Che ci fai qui?- mormorò Hermione, confusa.

-Volevo parlarti.-

-Malfoy, non abbiamo nulla di cui parlare, e come diavolo ti salta in mente di venire all'una di notte?- gesticolò la Grifona, irritata.

-Granger, non fare storie, dovevo parlarti e basta!- sbuffò il biondo in risposta. 

-A che proposito?- gli chiese Hermione, inarcando un sopracciglio.

-Mi stai evitando...-

-Io non sto evitando proprio nessuno.- si difese lei, cercando di allontanare Draco poggiandogli le mani sul petto.

Lui quindi l'afferrò per i polsi, e lei gli ordinò di lasciarla immediatamente.

-Tu prima spiegami cosa ti ho fatto!- sussurrò insistente il ragazzo, avvicinandosi al suo viso, sperando che questo le facesse vuotare il sacco.

-Farei prima a spiegarti cosa non mi hai fatto.- rise amaramente lei.

-Oh, Granger, se solo mi lasciassi tentare di mostrarti chi sono davvero...- sussurrò Draco, con un ghigno stampato in volto, avvicinando pericolosamente il viso a quello della ragazza.

-No, è... è sbagliato, vattene.- mormorò Hermione, voltando rapidamente il viso dopo aver capito le intenzioni del ragazzo.

Draco le scostò  i capelli dalla spalla sinistra, e poggiò dolcemente le labbra fredde sul suo collo. Lei sussultò: non aveva mai provato quel tipo di piacere e si sentiva a disagio, nonostante non potesse negare che non era poi così male.

-Draco, no...-

Il biondo la zittì e cominciò a muovere lentamente le labbra sul suo collo, facendole venire i brividi su tutto il corpo, specialmente sulla schiena. Hermione chiuse gli occhi facendo un respiro profondo mentre Draco salì con le labbra fino a quelle della ragazza e gliele sfiorò con assoluta delicatezza. Non si baciarono, però, perché Hermione non glielo permise.

-A cosa serve stare vicini, se nella vita quotidiana siamo costretti a stare lontani?-

Draco non rispose.

Due corpi che quasi combaciavano: uno freddo, uno caldo. Uno alto, uno basso. Uno purosangue, uno "sangue sporco", come Draco lo definiva. Così diversi, eppure così uguali, i due sapevano completarsi a vicenda. Draco si distanziò dal corpo della ragazza restando a qualche centimetro di distanza dal suo viso. Hermione riusciva a sentire il respiro di Draco infrangersi sulle sue labbra. 

Prese ad accarezzarle dolcemente la pelle liscia della guancia, facendole chiudere gli occhi, ed in quell'istante si rese conto che la dura corazza che si era costruito in tutti questi anni era stata abbattuta da quella ragazza.

-Io non posso, non ce la faccio...- disse ad un certo punto la Serpe, con la voce spezzata.

Lei lo guardò confusa. 

-Sono cattivo, finirei per farti del male.- spiegò lui.

-Ma che dici? Tu sei buono.- sorrise, la ragazza, sicura di ogni parola che diceva.

 -No, Granger, sono una persona orribile, e in  tutti questi anni ti ho fatto solo del male. Ora che mi hanno obbligato ad allearmi con tu-sai-chi, non so cosa potrei fare a te e agli altri...-

-Il punto è che tu non sei cattivo, l'hai appena ammesso: ti hanno obbligato ad allearti con tu-sai-chi, non l'hai deciso tu, e ti obbligano a far del male. Ma, Draco, questo non sei tu.- 

Quella ragazza era la prima persona nella sua vita a dirgli che non era cattivo ma che, addirittura, era buono. 

-Ora dobbiamo andare, è tardi, e se ci beccano da soli nei corridoi di notte ci uccidoni.- sorrise Hermione, Draco ridacchiò. Per la prima volta era una risata sincera, la sua. 

-Prima di andare, voglio prometterti una cosa.- disse Draco avvicinandosi alla ragazza, che in quel momento era tutt'orecchi. 

-Ti prometto, che semmai mi obbligheranno a fare del male ad Hogwarts, a te non lo farò, e cercherò anche di non farlo agli altri. Anche tu, però, devi promettermi qualcosa.-

-Ovvero?-

-Mi devi promettere che cercherai di non abbandonarmi a me stesso, perché voglio provare a cambiare, e mi serve anche il tuo aiuto.- sussurrò Draco con voce piena di sincerità, una voce che nessuno aveva mai sentito

-Certo, Malfoy, te lo prometto.- sorrise, la ragazza.

Draco, in quel momento, pensò che avesse un sorriso meraviglioso.

-Okay, allora... buonanotte, Granger.- sospirò il biondo, sfiorando la mano della ragazza con la sua.

-Buonanotte, Malfoy.-sorrise quasi timidamente la Grifona, rientrando subito dopo nella sua stanza.

Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)Där berättelser lever. Upptäck nu