capitolo 1

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"Cazzo"
Non sono neanche le 7 del mattino e mi è già finito il mascara dentro un occhio
"Victoria!" sento mio fratello chiamarmi dalla sua stanza
"che vuoi?"

"vieni ho bisogno di te" impreco tra me e me
"non posso adesso, sto finendo di prepararmi"

"Ti prego" mi urla, lascio il mio mascara sul bordo del lavandino in bagno e vado nella sua stanza
"Meglio per te che sia importante"

"Devi assolutamente aiutarmi" e poi si posiziona davanti due magliette, una bianca e l'altra bordeaux
"Quale mi metto?"
"Fai sul serio?!" Gli dico quasi urlando
"Senti Elia sono in reggiseno e devo ancora finire di truccarmi non ho tempo per queste stronzate" dico mentre esco dalla sua stanza
"Ti prego è il nostro primo giorno di scuola qui a New York, voglio apparire il più sexy possibile alle nuove ragazze" mi urla inseguendomi per poi fare un sorrisetto malizioso per via della sua ultima affermazione.

"Oddio, placa i tuoi ormoni cazzo... comunque quella bianca" dico facendo riferimento alle due magliette
"Almeno se sudi non si noterà" concludo, Elia mi fa l'occhiolino per poi tornare nella sua stanza.

Rientro in bagno e finisco di truccarmi. Mi sono messa il mascara e la matita nera.

Vado verso il mio armadio e scelgo accuratamente che cosa mettermi. Mi avvicino e ispeziono tutti i vestirti che ho, alla fine opto per un paio di jeans neri a vita alta con un top rosso e le mie amatissime Nike.

Appena finisco di prepararmi scendo in cucina dove trovo mio zio che si sta preparando per andare al lavoro e mio fratello che sta facendo colazione con i suoi cereali.
"Allora siete agitati per il vostro primo giorno di scuola?" chiede mio zio un po' di fretta, e mentre Elia annuisce carico, io faccio spallucce.

Io e Elia abbiamo solo un anno di differenza, io ho 18 anni e lui 19.
Ci siamo appena trasferiti qui a New York con nostro zio, viviamo da praticamente tutta la vita con lui perché i nostri genitori sono passati a miglior vita quando avevo 5 anni, quindi la custodia mia e di mio fratello è passata a nostro zio.
Vengo risvegliata dai miei pensieri solo quando lo zio si avvicina per salutarci, per poi andare al lavoro.

"Strano che non sia già in viaggio per qualche parte del mondo" esordisce Elia.
Do ragione a mio fratello, poi prendo il mio giubbotto di pelle, lo zaino ed esco di casa seguita da Elia.
Una volta arrivati alla macchina Elia mette in moto e ci dirigiamo verso la scuola.

Quando siamo entrati nel parcheggio della scuola faccio per scendere dalla macchina, quando Elia blocca le portiere
"Vuoi per caso rapirmi?" dico girandomi verso di lui
"Vic se qualcuno o qualcosa dovesse darti fastidio non esitare a chiamarmi, capito?"
"Si signore" dico facendomi uscire una risata e mettendo la mano in fronte a modi soldato

Lui ride con me e dopo apre lo sportello

Ci avviamo verso l'entrata della scuola e appena la varchiamo inizio a sentire gli occhi di tutti addosso.
che cazzo hanno da guardare?!

"Cazzo Vic, facciamo davvero questo effetto alla gente?"
mi sussurra mio fratello ridacchiando
"A quanto pare" rispondo con aria un po' scocciata.
odio avere gli occhi di tutti addosso.

Ci dirigiamo verso l'ufficio del preside, e appena arriviamo ci fa accomodare sulle sedie poste davanti alla scrivania.

Il preside è un uomo sulla cinquantina, con dei capelli castani e un fisico ancora ben curato
"Voi dovreste essere Victoria e Elia Evans giusto?" annuiamo e poi riprende a parlare
"Vi do il benvenuto nella nella nostra scuola" poi ci porge un foglio "queste sono le combinazioni del vostro armadietto, mentre quello sotto è l'orario delle lezioni"
Io e mio fratello ringraziamo il preside per poi uscire dal suo ufficio e dirigerci verso i nostri armadietti.

AfraidWhere stories live. Discover now