capitolo 2

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Mi sveglio soltanto un paio d'ore dopo quando mio fratello entra nella mia stanza e si butta a peso morto sulla parte libera del mio letto
"stavo dormendo coglione"
"scusami piccola, mi stavo annoiando di là da solo"
"lo zio non è tornato?" domando
"non credo tornerà presto Vic"
la cosa non mi sorprende, per via del suo lavoro la maggior parte del tempo non è in casa.

"Senti Vic, non mi va di preparare la cena, ed è escluso che lo faccia tu visto che l'ultima volta hai quasi mandato a fuoco la cucina"
faccio un sorrisetto divertito che Elia ricambia, poi continua il suo discorso
"ordiniamo la pizza?" mi domanda guardandomi

Ci penso un po' su, non è una cattiva idea
"ci sto" dico alzandomi dal letto e scendendo giù verso il salotto.

Mezz'ora dopo le pizze arrivano e io e Elia ci mettiamo sul divano per decidere un film da guardare
"Horror?" mi chiede lui
annuisco, amo i film Horror, peccato che siano pochi quelli che mi facciano davvero paura

Scorriamo un po' tra i film che ci propone Netflix finché non me troviamo uno che catturi la nostra attenzione.
Alla fine abbiamo optato per un film di zombie, dio li amo, sono i miei preferiti.

Il film è finito così mi alzo per sistemare il salotto.
Prendo il mio pacchetto di sigarette e vado al piano superiore verso il terrazzo, Elia mi segue e si accende anche lui una sigaretta.

Dopo qualche attimo di silenzio è Elia a iniziare il discorso
"hey sorellina" si ferma per qualche secondo e poi ricomincia a parlare
"sai secondo me ci farà bene stare qui, a New York intendo"
lo guardo negli occhi e poi mi giro verso il panorama per poterlo osservare, New York è veramente magnifica, tutte queste luci sono meravigliose, è come nei film
"lo spero tanto Elia, davvero"
mi avvicino a lui e lo abbraccio.

Il giorno dopo la sveglia suona alle 6:30 in punto e pagherei oro per poter restare ancora un po' nel letto, ma purtroppo non posso.
Scosto le coperte dal mio corpo e mi alzo per iniziare a prepararmi.
Indosso dei semplici jeans e una maglietta nera abbastanza aderente dove abbino le mie Air Force.
Una volta finito di prepararmi scendo le scale dove trovo Elia che mi aspetta per uscire.

"Non fai colazione?" mi domanda lui
"Non ho fame adesso, mangerò qualcosa più tardi" poi prende le chiavi della sua macchina e insieme ci dirigiamo verso la scuola.

Una volta arrivati a scuola cerco Lilith che mi aveva mandato un messaggio indicandomi la sua posizione.
"Hey" dico avvicinandomi a lei
lei mi saluta e iniziamo a parlare nell'attesa di dover entrare a scuola
"Vic ti siedi accanto a me in classe?" chiede Lilith mentre ci avviamo verso la nostra classe
"Va bene, basta solo che non ci mettiamo al primo banco"
ho sempre odiato i banchi in prima fila, non riesco mai a tenere l'attenzione durante le ore scolastiche e questo vorrebbe dire avere continui richiami da parte dei professori.
"Oddio no! Ti sembro per caso tipa da primo banco?!" esclama lei.

La lezione è iniziata da qualche minuto, quando la porta si apre e quello che ieri era il mio compagno di banco fa la sua entrata.
Il professore, ormai abituato ai suoi continui ritardi, gli fa cenno di andare a sedersi per poi riprendere la lezione.

Durante tutta la lezione mi sono sentita addosso gli occhi di qualcuno e non mi viene difficile immaginare a chi appartengano.
Mi chiedo solo per quale motivo.

Le lezioni sembravano non finire mai, ma quando finalmente la campanella che segna l'inizio della pausa pranzo suona io e Lilith ci fiondiamo fuori dall'aula per raggiungere la mensa.
"Vicky ti presento le mie amiche, sono in un'altra classe per questo non le hai ancora viste ma ho già parlato loro di te" esordisce Lilith entusiasta.
Annuisco e una volta presi i nostri vassoi mi porta verso un tavolo dove sono presenti altre due ragazze.
"Ragazze lei è Victoria, la ragazza di cui vi parlavo" enuncia Lilith alle sue amiche.
Le due mi sorridono per poi presentarsi
"ciao, io sono Roxanne, per gli amici Roxy e lei è Veronica"
Roxy ha dei lunghi capelli rosso fuoco e due grandi occhi castani, mentre Veronica ha i capelli biondi leggermente mossi e anche lei come la sua amica ha gli occhi castani.
Solo una parola.
Bellissime.
E io mi sento quasi in difetto.
Stringo la mano a entrambe e poi iniziamo a conversare del più e del meno
"Allora Victoria, ci diceva Lilith che vieni da Los Angeles, è vero che lì fa sempre caldo?" mi domanda Veronica
"Si, in realtà è molto raro che piova, infatti dovrei andare in qualche centro commerciale per comprare qualcosa di più adatto a queste temperature"
"Shopping!" gli occhi di Lilith si illuminano nel pronunciare quella parola
"Potremmo andarci tutte insieme" propone lei
"Per me si può fare" dice Roxy
Continuano a parlare finché la campanella che segna la fine della pausa suona e siamo costrette a ritornare in classe.

AfraidWhere stories live. Discover now