Capitolo 6

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⚠️Attenzione, sono presenti scene di violenza all'interno del capitolo, se non ve la sentite scorrete pure⚠️

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Fisso la mia immagine riflessa nello specchio da quelle che mi sembrano ore.

Bianco

Questo è il tema del gala di stasera, così come il colore del mio vestito. È un abito bianco, lungo, di seta con un profondo spacco sulla gamba destra. Le spalline sono sottili e lo scollo si appoggia sulle mie forme.
È un abito splendido, senza dubbio ma non su di me.

Il bianco segna tutte le mie imperfezioni e più mi guardo, più ne vedo di nuove.

Sono andata a correre stamattina, ho saltato la colazione e il pranzo inventandomi una scusa, nella speranza di riuscire a mettere questo abito. Non ha funzionato.

Tolgo velocemente l'abito, mio fratello entra nella mia stanza "Sei pronta?" il suo sguardo si sposta da me al mio vestito ormai a terra, è confuso "Che stai facendo? Perché te lo togli?" "Non mi sta bene" rispondo soltanto "Fammi vedere" insiste "No" secca e determinata.

"Vicky, sei bella, se non ti fidi di te, fidati almeno di me" fisso di nuovo quel bellissimo abito bianco "È che- è che non mi sento a mio agio con quello" rilascio un sospiro e alzo lo sguardo nel suo. Ha uno sguardo dolce sul volto "Sono più che sicuro che quel vestito ti stia divinamente, ma se proprio non lo vuoi mettere, puoi sempre cercare qualcosa nel tuo armadio" si avvicina a me e deposita un leggero bacio sulla mia fronte "Ti aspetto di sotto"

Una volta che Elia è uscito dalla mia stanza, torno con gli occhi su quel vestito.

Posso farcela, è solo paranoia la mia.

~~~

Non ce l'ho fatta, più lo guardavo più pensavo a tutti i difetti che evidenziava.

Adesso sono in macchina con mio fratello e mio zio, alla fine ho indossato una tutina bianca a pantaloncino, ha un profondo scollo sul davanti e in vita c'è una cintura che evidenzia il mio punto vita. Ho indossato una giacca nera e ai piedi ho infilato le mie décolleté nere.

Arrivati al posto dove si tiene il gala mio zio incomincia a presentarci a chiunque gli si avvicini.
Io sorrido, per cortesia. Più mi guardo intorno più vedo solo sorrisi falsi e occhiate malevole, odio questi eventi.

Decido di buttarmi sull'alcol, altrimenti questa serata non passa più, mi avvicino al bancone e ordino un calice di champagne.

Mando giù il primo sorso e sento il liquido rinfrescarmi la gola.
Non so se sarò in grado di sopportare fino alla fine della serata.

I miei occhi cadono su un punto preciso della sala. È un cameriere, lo vedo da dietro e ha qualcosa di familiare. Decido di non soffermarmici troppo e ritorno da mio fratello che era rimasto a parlare con una coppia.

Alle 9 in punto la cena viene servita, come antipasto ci portano degli affettati, impiattati in modo fine. Per fortuna le porzioni sono piccole.

Viene poi servito il primo, della pasta con qualcosa di sofisticato sopra, non chiedetemi cosa perché non saprei dirvelo nemmeno io.
Ho già mangiato il pane, non posso mangiare anche la pasta. Il panico mi assale, soprattuto quando noto lo sguardo di mio fratello su di me.

Lo sa. È ovvio che lo sappia lui mi sa leggere dentro e ovviamente ha capito che qualcosa non va. Di nuovo.

Mi odio così tanto.

Mi faccio coraggio, non voglio farlo preoccupare, impugno la forchetta e inizio a mangiare.

Per fortuna non ho indossato quel vestito.

AfraidWhere stories live. Discover now