Capitolo 8

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La porta della mia stanza si spalanca, io sono rannicchiata in un angolino della mia stanza. Sto ancora tremando. "Vic, sono qui" Elia mi raggiunge in un paio di falcate e si accovaccia su di me stringendomi in un abbraccio.

Mi sento in uno stato di trans. Mio fratello è seduto qui con me, mi abbraccia e non dice niente. In tutto ciò io mi beo della sua presenza e delle sue carezze che hanno lo scopo di tranquillizzarmi.

Sono completamente spenta.

Non so per quanto tempo rimaniamo così, ma a un certo punto sento il bisogno di alzarmi e di andare a fare una doccia, possibilmente molto lunga.

Mio fratello mi osserva alzarmi e dirigermi verso il bagno, tutto ciò in rigoroso silenzio. Credo che se anche ci provassi non uscirebbe una parola dalla mia bocca.

Accendo l'acqua della doccia e mentre aspetto che si riscaldi guardo le mie condizioni allo specchio, sono un disastro ho il viso pallido e il mascara completamente colato su tutte le guance. Terribile.

Mi spoglio velocemente e senza guardare il mio riflesso allo specchio e entro in doccia lasciandomi cullare dall'acqua bollente che esce dal getto.

Dopo quaranta minuti buoni esco dalla doccia, mi infilo il pigiama e mi asciugo i capelli, ci impiego sempre una vita a farlo.

Raggiungo poi Elia che è in cucina, ha preparato qualcosa da mangiare ma in questo momento ho lo stomaco chiuso. "Non ho fame" gli dico semplicemente, lui non è contento della mia risposta e mi lancia un occhiataccia "Victoria vedi di non farmi incazzare" faccio spallucce "Ho già mangiato" mi arriva l'ennesima occhiataccia "Te lo giuro, è passata Lilith prima, puoi chiedere a lei se non mi credi" finalmente molla la presa e incomincia a mangiare. Mi siedo difronte a lui per fargli compagnia.

Dio, sono proprio una sorella di merda "Ne vuoi parlare?" Elia spezza il silenzio, probabilmente vuole sapere che cosa mi abbia portato ad avere l'ennesimo attacco di panico, ma io non ho voglia di parlarne così scuoto la testa. "È di nuovo per lui?" scuoto di nuovo la testa "Ti prego parlami Vic" è preoccupato si vede, e io non posso fare altro che sentirmi in colpa. Di nuovo.

Non avrei dovuto chiamarlo.

"Non c'è bisogno che tu mi stia dietro, avrai sicuramente altri programmi per stasera" adesso è lui a scuotere la testa "Non ti lascio da sola" come non detto

"Elia non ho bisogno di un babysitter"

Probabilmente ho detto la cosa sbagliata al momento sbagliato perché lui si innervosisce e sbatte una mano contro il tavolo facendomi sobbalzare "Mi prendi per il culo Victoria? Mi chiami in preda a un attacco di panico e poi mi vieni a dire che non hai bisogno del babysitter?! Sono tuo fratello cazzo e sono preoccupato per te" si è alzato in piedi e ha fatto il giro del tavolo fino ad arrivare davanti a me

"Sto bene adesso" lui scoppia in una risata che è tutto tranne che divertita, anzi tutt'altro "Smettila, tu non stai bene, lo so io e lo sai anche tu quindi smettila di dirmi cazzate, pensi che non mi sia accorto che hai smesso di mangiare? ti svegli nel mezzo della notte nel panico e hai ricominciato a prendere quelle pasticche che ti fottono il cervello. Ti sto vedendo distruggerti davanti ai miei occhi un'altra volta"

Non so cosa dire, ha ragione è che non riesco a uscirne, è un loop continuo.
Lo guardo negli occhi occhi incapace di dire qualcosa

"Mi dispiace" sussurro solamente.

Lui si passa una mano tra i capelli, innervosito, vuole chiedermi qualcosa e dopo attimi di silenzio parla

"Hai ricominciato a drogarti Vic?"
"No" sputo di getto
"Guardami negli occhi e giuramelo"
Mi avvicino a lui e metto le mani sul suo viso
"Te lo giuro Elia" e questa volta sono completamente sincera a parte qualche cannetta, ma questo lui lo sa.

AfraidWhere stories live. Discover now