Chapter 5

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Oggi era il giorno libero di mamma quindi non dovevo preoccuparmi di provvedere al pranzo. Quando entrai in camera mi gettai esausta sul letto e prima di scendere giù in cucina lasciai il telefono in carica. Scesi le scale e per poco non inciampai nei miei stessi piedi; sentii qualcuno ridere, mi voltai per ritrovarmi Harry di fronte.

-"Non c'è nulla da ridere, sarei potuta cadere" dissi infastidita.

-"Sarebbe stato divertente" ammise scrollando le spalle. Il suo sorriso era perfetto e aveva anche delle tenere fossette, quasi quasi avrei potuto dire che era carino. Quando mi voltai realizzai troppo tardi che c'erano ancora due scalini, inciampai nuovamente e questa volta ero sicura che sarei finita a terra, ma una grande mano afferrò in tempo il mio braccio salvandomi.

-"Grazie" mormorai mordendomi il labbro, mancava solo che fossi in debito con lui.

-"Non devi ringraziarmi, se cadevi avremmo perso tempo ed io ho fame" rispose con nonchalance.

-"Burbero, antipatico, maleducato e ora aggiungiamo ironico. Quanti lati di te devo ancora scoprire?" pensai ad alta voce superandolo giusto in tempo per aprirgli la porta.

-"Prima le signore" lo incitai ad entrare. 

Dovevo essere gentile, giusto?

Gli si formò un cipiglio e non riuscii  a trattenere una risata che tentai in tutti i modi di soffocare quando mi lanciò un'occhiataccia; dopo forse mezz'ora che stette lì impalato si decise ad entrare e sedersi. Cercai di portare avanti una conversazione almeno con mia madre dato che lui era di poche parole. Alla fine mi complimentai per il pranzo ed Harry fece lo stesso.

-"Grazie Anne"

-"Ti prego Harry chiamami zia" cercò di rassicurarlo sorridendo.

Harry annuì per poi sparire ed io feci lo stesso andando in camera mia per riposare un po'. Mi tolsi le scarpe e mi stesi sul letto guardando il soffitto; a un certo punto mi ricordai del messaggio che avevo ricevuto sul pullman così presi il telefono e lo lessi, il mittente era sconosciuto.

Da: Sconosciuto

"Ti va di uscire domani sera? Niall"

Okay dovevo mantenere la calma; mi aveva davvero chiesto di uscire e per farlo si era procurato il mio numero, quindi si era informato e aveva perso tempo... quindi forse gli interessavo. Salvai il numero e mi sbrigai a rispondere.

A: Niall

"Si mi farebbe piacere"

Non attesi molto per ricevere una risposta.

Da: Niall

" Allora passo per le 20.00, a domani. xX"

Wow, anche i baci, volevo sclerare anche sapendo che erano insulsi segni virtuale e quindi lo feci saltellando sul letto e emettendo gridolini di gioia. La mia euforia fu interrotta da alcuni pugni buttati al muro, a quanto pare il ragazzo nell'altra camera stava cercando di dormire. Risposi con un tonfo più forte e lui continuò, stavamo per mandare a terra il muro quando vidi le mie mani arrossate e mi arresi.

-"Va bene!" urlai per farmi sentire. Sicuramente ora un sorrisetto compiaciuto li contornava il volto.


Dopo qualche ora arrivò Jess con in mano il libro di algebra, le intenzioni buone erano quelle di studiare ma i nostri discorsi come immaginavo sfociarono in altro. Le raccontai di Niall e anche lei ne fu entusiasta; mi aiutò nella scelta dell'outfit e mi fece trovare qualche frase corretta da utilizzare nel caso avessi terminato gli argomenti. Mentre eravamo assorte nei nostri discorsi sentii bussare alla porta della camera e subito dopo intravidi una massa di ricci. Lo feci entrare perché mi metteva ansia vederlo da dietro la porta.

-"Devo chiederti una cosa" disse con voce roca.

-"Dimmi" lo incitai a continuare. Ero un po' curiosa di sapere cosa lo spingeva a chiedermi un favore.

-"Devi mostrarmi dov'è la palestra" non sembrava affatto che me lo stesse chiedendo. Il suo tono arrogante continuava a non piacermi; cambiai espressione per fargli capire che avrebbe dovuto aggiungere qualcosa, ma niente.

-"Bene, allora domani pomeriggio e non perdere tempo" finì dandomi le spalle e uscendo prima che potessi rispondere. Lasciai andare un profondo respiro e cercai di mantenere la pazienza, ma con lui e la sua aria superiore era difficile. Jess mi guardava incredula ma sapevo che nel suo cervello frullavano mille domande alle quali neanche io avevo ancora avuto una risposta.

-"H-Harry?" annuii distogliendo lo sguardo.

-"Perché non mi avevi detto che era così sexy!". Oddio stava urlando e l'ultima cosa che volevo era che lui la sentisse.

-"Ma l'hai visto che presuntuoso?!" le buttai la verità in faccia.

-"Questo lo rende solo più —"


-"Zitta!" le misi una mano sulla bocca impedendole di terminare la frase e lei scoppiò a ridere; per tutto il resto del tempo non fece altro che parlare di lui e del fatto che potesse essere un modello o un attore famoso di Hollywood. Fui costretta a sopportare le sue fantasie stupendomi di quelle più volgari che cercavo di evitare; lei era sempre stata esplicita al contrario di me che mi imbarazzavo solo al pensiero di baciare qualcuno. Alla fine la mandai via perché a furia di blaterare mi era scoppiato un  mal di testa tremendo. Mi appoggiai sul letto e dopo neanche pochi minuti mi addormentai.


Deep ~H.S.On viuen les histories. Descobreix ara