Chapter 11

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Questa era la prima volta in tutta la mia vita che desideravo che il weekend non arrivasse mai, ma purtroppo era già venerdì ed io non ero pronta ad affrontarlo. Ero in un pieno dissidio interiore, che avrei dovuto fare? Se uscivo con Niall non avrei potuto seguire Harry, ma se seguivo quest'ultimo avrei dato buca all'altro.. per la seconda volta. Affondai la faccia nel cuscino e urlai istericamente sapendo che le mie grida erano soffocate. A dire il vero  non volevo davvero andare con Harry perché di sicuro non avrei resistito alla vista di due uomini che si prendevano a pugni, e in fin dei conti non sarei neanche potuta andare insieme a lui.. lo avrei seguito di nascosto per assicurarmi tornasse a casa sano e salvo. Mi chiedevo in continuazione se sua madre sapesse in che guai si andava cacciando però sicuramente sarebbe stata felice di sapere che aveva qualcuno al suo fianco. Dopo aver passato più di un'ora a trovare una soluzione mi arresi, avevo bisogno di un piano e l'unica che poteva aiutarmi era Jess.


Qualche ora dopo ero pronta per uscire con Niall. Per la serata in pizzeria avevo deciso di indossare dei pantaloncini a vita alta con dentro una camicia verde smeraldo; infilai velocemente gli stivaletti neri e il giubbottino di pelle poi uscii di casa non prima di essermi accertata che Harry fosse ancora nella sua camera. Quando fui fuori e vidi l'auto sportiva di Niall parcheggiata nel vialetto presi un gran respiro e salii salutandolo con un bacio sulla guancia. Cercò di aprire una conversazione ma i suoi tentativi fallirono poiché ero troppo nervosa e in ansia per parlare tranquillamente. Mi sentivo un po' in colpa visto che lo stavo trascurando ma non potevo far a meno di guardare fuori dal finestrino e sperare che tutto andasse per il verso giusto, avrei preferito mille volte subirmi io stessa l'ira di Harry piuttosto che saperlo coinvolto in quella sottospecie di incontro, in quello squallido edificio e sopra quella gabbia quadrata, solo a pensarci mi sentivo salire l'ansia a mille. Jess aveva detto che Harry non avrebbe mai raggiunto la sua meta se la sua auto avesse avuto 'qualche problemino'. Infatti il palazzetto dello sport di cui mi aveva parlato Tom era dall'altra parte della città ed era così  isolato che non si poteva raggiungere neanche con il bus; sapevo che non era molto onesto da parte mia sabotare il tutto , ma non mi aveva dato altra scelta. Ora dovevo solo affidarmi a Jess e alle sue abilità.

Niall mi aprì la portiera del passeggero aiutandomi poi a scendere compiendo un gesto che trovai alquanto adorabile e gentile da parte sua. Entrati in pizzeria ci sedemmo in uno dei tavoli posti al centro della sala e ordinammo una margherita patine e wurstel  e una diavola.

-"Non sembri molto entusiasta" sorrise facendomi sentire ancora più in colpa.

-"Ehi piccola stavo scherzando" mi prese la mano e l'accarezzò confortandomi più di quanto potesse immaginare.

-"Scusa ero preoccupata ma ora va tutto bene" tentai  di ricambiare il suo gesto. Un cameriere arrivò servendoci le pizze; mangiai poco alla volta perché bruciava e avevo paura di scottarmi, al contrario di  Niall che sembrava essere immune al calore, risi a guardarlo: era buffo e tenero, nonostante era evidente avesse qualche difficoltà continuava a mangiare di gusto. Ero convinta che se fosse stato legale avrebbe sposato quella pizza . Passammo il resto del tempo a parlare della scuola, delle nostre famiglie e di quanto era buffa la donna al tavolo di fronte al nostro mentre cercava di attirare l'attenzione di un uomo molto più giovane e bello di lei; scoprii che Niall era molto bravo in fisica ed economia e che avrebbe voluto viaggiare per il mondo, aveva sempre la battuta pronta e non lasciava mai che mi annoiassi o restassimo senza qualcosa di cui parlare. Dopo aver finito e pagato, ovviamente aveva pagato anche per me, ci sedemmo al bancone per ordinare qualche drink. Mi ero quasi dimenticata delle mie precedenti preoccupazioni quando mi squillò il telefono e sbiancai vedendo illuminarsi sullo schermo il nome di Jess.

-"Pronto Jess, che succede?" chiesi esitante.

-"Sum non ha funzionato! Cioè si, ma poi no , ed è arrivato quello ed io-" balbettò confusamente, era un vizio che avevamo in comune.

-"Calmati! Cos'è successo?" scandii e lei sospirò dall'altro capo del telefono.

-"Diciamo che l'auto era fuori uso e quando lo vidi imprecare parlando al telefono pensavo che ormai il nostro piano avesse funzionato.." si fermò. Sicuramente avevo cambiato colore dato che il biondo mi guardava preoccupato mimando con le labbra un "tutto bene?".

-"Ma..?" dissi in attesa che finisse di parlare.

-"Ma dopo una decina di minuti è arrivata un auto grigia, Harry è salito poi sono sfrecciati via" concluse con un pizzico di ironia come per dire che dovevamo aspettarcelo. Mi sentii invasa dal panico, lui non doveva andarci e non doveva farsi male così non sapendo cosa fare chiusi il telefono e strattonai Niall fuori dal locale. Mi guardava confuso e in cerca di una spiegazione ma tutto ciò che riuscii a dirgli fu "Ti prego".

Non ribatté quando gli esposi la mia richiesta e fui grata che mi non mi fece nessuna domanda, non sapevo cosa rispondere e non ero nelle condizioni giuste per farlo. Tutto ciò che riuscivo a pensare era Harry, tutto ciò che volevo era arrivare in tempo. Quando si fermò eravamo circondati dall'oscurità e dal silenzio era strano dire che nel palazzo di fronte a noi si sarebbe tenuto l'incontro, sembrava un luogo abbandonato da tutti e non adatto a me, ma non esitai a scendere dall'auto e ringraziare Niall.

-"Non voglio lasciarti qui" inchiodò i suoi occhi azzurri nei miei.

-"Niall davvero devo andare e da sola" supplicai

-"Non mi perdonerei mai se ti accadesse qualcosa" mi accarezzò  i capelli e chiusi gli occhi allontanandomi.

-"Per favore ti chiamerò se qualcosa andrà storto"

-"Va bene" si arrese alle mie parole. Per entrare aspettai che si allontanasse per essere davvero sola; l'aria era tesa e ogni ombra e ogni angolo metteva i brividi, era tutto in pessime condizioni . Giunta davanti l'edificio iniziai a cercare l'entrata e quando la trovai sospirai di sollievo visto che era la trentesima porta che tentavo di aprire. Appena entrai notai alcune figure sparse per i vari corridori e iniziai a seguirne qualcuna sperando di arrivare nel luogo dell'incontro evitando di perdermi in quell'enorme palazzo. Salii delle scale e svoltai un paio di volte superando varie stanze numerate prima di sentire delle urla che mi fecero intuire di essere vicina. Aumentai il passo cercando si seguirle, non mi ero neanche accorta che stavo correndo e per poco non sbattei contro la grande porta che mi separava dalla folla in tumulto. La spalancai e mi catapultai tra la gente impaziente di raggiungere il ring o perlomeno di vedere qualcosa;  mi feci spazio ricevendo parecchie gomitate da chi era ubriaco o comunque stentava a reggersi in piedi, ma non avevo tempo per fermarmi a ricambiare. Il tanfo di muffa e vecchio misto alla puzza di sigari e sudore era disgustoso e dovetti trattenere i conati di vomiti. Le urla si fecero d'un tratto assordanti e quando finalmente fui vicina al ring era appena salito l'arbitro che dopo aver incitato la folla iniziò a parlare.

-"Alla mia sinistra, alto un metro e 89, con il peso di ben 95kg, ecco a voi il campione indiscusso Jeff Remil!" un boato mi urtò i timpani e dovetti coprirmi le orecchie per evitare di diventare sorda a diciott'anni.

-"E alla mia destra lo sfidante a noi sconosciuto Harry Styles!" anche questa volta si alzò un boato ma non ci feci caso, la mia attenzione era concentrata sul riccio che facendosi largo salì sulla piattaforma. Deglutii quando il suo avversario gli si postò davanti, anche se era poco più alto il suo fisico era molto più dotato rispetto a quello di Harry. L'arbitro si avvicinò e dopo aver urlato 'Che il match abbia inizio' i due si scagliarono l'uno contro l'altro.

Deep ~H.S.Where stories live. Discover now