Chapter 10

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Non pensai neanche per un secondo di andare via. Sentivo che dovevo fare qualcosa per provare a fermarlo.

-"Harry!" urlai furiosa entrando nella stanza vuota. Sul ring c'era solo lui che prendeva a pugni il saccone. Era girato, i capelli erano umidi per il sudore, la pelle brillava mostrando i vari tatuaggi e le sue spalle si contraevano a ogni movimento; indossava solo un paio di pantaloncini rossi che mettevano in risalto il suo fisico. Si voltò verso di me e per istinto indietreggiai. Lo vidi scendere dalla piattaforma quadrata e avvicinarsi, ero ancora in tempo per lasciar perdere ma ormai mi ero spinta troppo oltre, la realtà è che a me interessava fermarlo e dovevo smetterla di farmi intimorire da lui. Quando fu a pochi passi di distanza si fermò togliendosi i guantoni anch'essi rossi. La vista del suo corpo perfetto e muscoloso non mi permetteva di pensare lucidamente, perché con lui doveva essere tutto così dannatamente difficile?

-"So tutto Harry" dissi puntandogli il dito contro. Non so da dove prendevo tutto quel coraggio ma cercai di mantenerlo, non volevo cedere, bastava non guardarlo.

-"Prima che tu mi urli contro fammi parlare" mi fermai un'istante sperando non mi interrompesse e quando intuii di avere il via libera mi imposi alla sua decisione.

-"Non fare il coglione e pensa prima di agire! Ti farai solo male, poi se hai bisogno di soldi potevi darmi ascolto! Perché non ti lasci aiutare? Sei ancora giovane e i denti ti servono tutti" ironizzai ridendo amaramente. Ma tutto ciò che ottenni fu un'espressione sprezzante, si girò e raccolse i guantoni dal pavimento.

-"Harry!" lo richiamai, perché doveva essere così testardo? Tipico dei ragazzi fare i duri, non dare ascolto, credersi padroni del mondo e non pensare alle conseguenze delle proprie azioni.

-"Cosa vuoi ancora?" si voltò infastidito. Questa volta fissai i suoi occhi verdi prima di parlare, volevo mi capisse.

-"Per favore non farlo.." le parole mi si spezzarono in gola, odiavo mostrarmi debole ma pensando a tutta la violenza che si sarebbe scatenata una serie di ricordi, immagini dolorose e confuse mi passarono davanti agli occhi portandomi al limite della sopportazione.

-"Harry ti prego" non riuscii a reggere il suo ennesimo rifiuto. Iniziai a singhiozzare e alcune lacrime scesero dai miei occhi rigandomi il volto, abbassa lo sguardo coprendomi con i capelli, per nascondermi e proteggermi dalle sue battute sul mio stato, perché sapevo sarebbero arrivate era sempre stato così. Con mia sorpresa Harry si avvicinò e mi avvolse con le sue braccia, quel gesto così inaspettato non provocò altro che nuove lacrime e singhiozzi spezzati, era uno di quegli abbracci che si desiderano tanto perché bisognosi di conforto ma che non si accettano mai per paura di restarne intrappolati; io avevo sempre avuto paura, nei momenti di dolore, delusione e tristezza non mi lasciavo mai abbracciare perché sapevo che quel contatto mi avrebbe fatto cedere , proprio come ora, ero libera di piangere e sfogarmi tra le braccia di qualcuno quando l'avevo sempre fatto da sola, forse in un angolo remoto della stanza lontana dagli occhi altrui. Quella sarebbe stata la prima ed ultima volta così ne approfittai, appoggiai la testa sul suo petto e lasciai che mi accarezzasse i capelli per calmarmi; lì in quel momento mi ritrovai a pensare cosa si provasse ad avere un fratello o un padre che in momenti difficili confortava la propria figlia, che le stava accanto in ogni situazione che l'avrebbe protetta a costo della propria vita, che l'avrebbe trattata come la cosa più preziosa al mondo e che l'avrebbe amata più di chiunque altro, ma questo io non l'avevo mai provato, mi era sempre stato negato e ora in quel momento di debolezza pensavo che al posto di Harry ci fosse mio padre. Non avevo mai avuto la fortuna di ricevere quel tipo di amore, mio padre per quanto ne sapevo era morto prima che io nascessi e questo faceva male, fottutamente male, anche io volevo essere felice, volevo che lui mi avesse insegnato a camminare e ad andare in bici, che mi fosse venuto a prendere a scuola proteggendomi da chi mi rendeva la vita un inferno, che mi avesse curato le sbucciature sulle ginocchia ogni qual volta ero caduta, desideravo che da piccola mi leggesse la favola della buonanotte e che mi lasciasse un dolce bacio sulla fronte mentre mi rimboccava le coperte, volevo che ci fosse ai miei compleanni ai miei successi seppur minimi, volevo mi preparasse il latte quando non riuscivo a dormire, che mi raccontasse di come lui e la mamma si fossero conosciuti e di come fosse indescrivibile l'amore, volevo avere un coprifuoco, delle raccomandazioni e della gelosia nei confronti dei ragazzi con cui uscivo, volevo ci fosse al mio diploma e volevo renderlo orgoglioso di me, volevo mi accompagnasse all'altare anche se pensavo di restare single a vita, volevo fargli stringere fra le braccia sua nipote perché sì immaginavo che lui tenesse fra le braccia una piccola me, volevo tutto quello che non avrei mai potuto avere. Alzai il viso per incrociare lo sguardo di Harry ma non trovai alcun conforto, i suoi occhi erano inespressivi, l'unica fonte di calore era il suo corpo, restai per altri minuti in silenzio lasciando che il battito regolare del suo cuore mi calmasse; stare fra le sue braccia mi faceva sentire sicura, anche se avevo paura che il suo abbraccio fosse forzato non avevo intenzione di staccarmi. Non sapevo per quanto rimasi in quella posizione, forse fino a quando il mio cervello non si riattivò riportandomi alla realtà ma anche allora sentivo che ne avevo bisogno.

Deep ~H.S.Where stories live. Discover now