17 anni - il primo litigio

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"Credo che abbiamo bisogno di star distanti per un po' di tempo".

Le orecchie di Sam fischiano non volendo registrare quelle parole. "...distanti?" La sua voce come un'eco lontana. "Cosa intendi con distanti?".

"Ho bisogno di spazio, Sam".

"Posso darti tutto lo spazio che vuoi. Me ne starò in silenzio e-"

"No" lo interrompe. Lo sguardo che incrocia è disperato, ma questa volta non può permettersi di cedere. Non possono continuare così. Lui non può continuare così. Tutto sta diventando... troppo e se non fa qualcosa per fermarlo ora, sarà troppo tardi.
Si passa una mano sul viso. "Non sto dicendo che non siamo più amici, solo che è ora che ci stacchiamo un po' l'uno dall'altro".

"Perchè?" Il tono solitamente squillante è adesso poco più alto di un sussurro.

"Ti stai frequentando con Jenna. Dovresti trascorrere il tuo tempo libero con lei, non con me".

Sam stringe le mani in pugni. "Mi stai dicendo che quando uno ha la ragazza deve dimenticarsi del suo migliore amico?".

"Ti sto dicendo che lei preferirebbe restare da sola con te, ma la maggior parte delle volte che uscite tu insisti che venga anche io".

"Perchè mi piace condividere le cose che facciamo con te!" Si esaspera "condividiamo le nostre esperienze da quando siamo nati, Cory! È normale che voglio renderti partecipe anche adesso".

"Ma non è giusto!" E Sam si irrigidisce davanti al suo improvviso scoppio di voce. "Non è giusto per Jenna, non è giusto per te e non è giusto per me!".

Il corvino sfoggia sempre una miriade di emozioni durante la giornata, ma se di fronte agli altri cerca sempre di controllare quelle negative, davanti a lui non ci prova nemmeno e così Cory può distintamente leggere l'ansia, il disorientamento e la tristezza che gli stanno contorcendo i lineamenti e che gli provocano una fitta allo stomaco.

"Ho fatto qualcosa che ti ha fatto sentire inferiore a lei?" Domanda agitato, "se è così mi dispiace, non volevo. Starò più attento d'ora in avanti."

Cory sospira. "Non ci sarà un d'ora in avanti" dichiara, "non uscirò più con voi" e deve distogliere lo sguardo da quelle perle grigie improvvisamente lucide.

"Mi dispiace" si affretta a ribattere il più piccolo, "qualsiasi cosa abbia fatto ti chiedo scusa, davvero. Sono un combinaguai ed un irresponsabile, ma lo sai che non ti ferirei mai consapevolmente. Te lo giuro".

"Lo so" sorride triste. Gli si stringe il cuore a sentirlo così supplicante, mentre cerca di destreggiarsi in un problema che ha creato Cory stesso e che è chiaro sia solo lui che deve risolvere, ma una minuscola ed egoista parte di sè vuole che Sam comprenda il dolore che prova ogni volta che lo vede insieme a Jenna.

"E allora cosa c'è che non va?" Domanda sull'orlo di una crisi di nervi. "Sto cercando di capire, ma non ci riesco".

"È proprio questo il punto" mormora più a se stesso che all'amico.

"Cosa?".

Cory scuote la testa e gli dà le spalle per incamminarsi verso casa. Sente Sam inspirare di scatto e fare un paio di passi in avanti, ma sa che se gli permettesse di avvicinarsi sarebbe la fine della maschera di forza che sta indossando, perciò annuncia: "ci sentiamo" e si allontana; il gusto amaro di quelle parole estranee sulla lingua e nessuna eco di passi dietro di sè.

Da quel giorno sono trascorse quasi tre settimane e Sam si sente un fantasma in un guscio vuoto.

Neanche il sole e la libertà delle vacanze estive lo sbloccano dallo stallo emotivo in cui è entrato vedendo il suo migliore amico allontanarsi da lui con l'espressione più miserabile mai mostrata prima d'ora.

30 prime volte con teWhere stories live. Discover now