19 anni - primo giorno al college

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"Mi sono innamorata, Betty".

"Un'altra volta? È già il terzo e siamo arrivate solo ieri".

"Questa volta sono sicura. L'ho incontrato tre volte da stamattina: mentre andavo a lezione, alle macchinette e in caffetteria. È destino".

"Tu lo chiami destino, io lo chiamo alloggiare nello stesso campus".

"Ma è grandissimo questo posto! Quante probabilità ci sono di vedere la stessa persona così tante volte?!".

"Bhe, se l'hai incontrato alle macchinette vuol dire che era nel tuo stabile, ergo proviene dalla tua facoltà, perciò non è tanto scioccante incontrarlo spesso".

"Potrebbe essere una matricola" rimugina Betty, "un ragazzo così bello l'avrei sicuramente notato l'anno scorso".

"Visto quelli che classificavi come belli, ne dubito".

"No ti giuro, questo è spettacolare. 1.80 m sicuro, spalle large, mascella marcata, capelli castani corti con la fronte scoperta, fisico allenato e gambe da favola. E non parliamo del lato B".

"Esatto" concorda veemente la sua amica, "non parliamo del lato B di un completo sconosciuto".

Betty mette il broncio. "Non sei divertente, Connie".

"Scusami, ma devo ancora smaltire tutte le informazioni che mi hai dato sul lato B dei ragazzi che hai visto in spiaggia settimana scorsa. Per un po' sono apposto".

"Sei la mia migliore amica, con chi altro dovrei par-" ma non finisce la frase perchè si blocca sui suoi passi.

Connie si volta a guardarla. "Che ti prende?".

Betty punta il dito davanti a loro, verso le gradinate del campo di basket. "È lui".

Lei segue segue il suo sguardo, fisso su un ragazzo intento a leggere un libro e quando coglie i dettagli elencati dall'amica non può far altro che concordare sulla sua bellezza.

"È così figo" esala Betty togliendole le parole di bocca. "Dici che è single?".

"Prima di questo non dovresti sapere almeno il suo nome?".

"Hai ragione".
Estrae uno specchietto dalla borsa per sistemarsi la frangia e si ritocca il lucidalabbra. "Te l'avevo detto che è destino" e con un occhiolino ed una lisciata alla blusa va da lui.

Cory sta rileggendo il capitolo spiegato in classe per fissarsi in testa i punti principali, quando un'ombra  proiettata sulle pagine lo induce ad alzare la testa.

"Ciao" saluta timida la ragazza comparsa dal nulla.

"...Ciao".

"Posso sedermi?"

Il moro lancia uno sguardo alla gradinata vuota, ad eccezione di qualche studente sparso qua e là ed alza un sopracciglio.

"Oh" esclama capendo la tacita domanda, "mio fratello è uno dei ragazzi che sta giocando a basket" e lo indica, "ma non mi piace aspettarlo da sola".

Cory vorrebbe dirle che se si aspetta di essere intrattenuta ha scelto la persona sbagliata, ma alla fine se ne sta zitto ed annuisce. Vedendo che sta leggendo, probabilmente non lo disturberà.

Lei sorride e prende posto accanto a lui, drappeggiandosi la gonna lunga attorno alle gambe.

Il silenzio dura si e no venti secondi, poi: "che stai leggendo?".

Lui le mostra la copertina. "Oh, sei una matricola allora" e a bassa voce aggiunge 'avevo ragione', ma Cory finge di non averla sentita.

"Mn."

30 prime volte con teDonde viven las historias. Descúbrelo ahora