5+1 nello stesso capitolo

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Cinque volte in cui Jacopo e Manuel parlano di Simone +1 in cui Simone li sente.

1.

Manuel stava uscendo da scuola quando sentì una mano afferrargli il braccio e tirarlo dal lato opposto rispetto al suo motorino. Riuscì a girarsi verso il suo rapitore solo quando si fermarono dietro l'angolo dell'edificio e fu abbastanza sorpreso di ritrovarsi davanti uno dei suoi migliori amici con le braccia incrociate al petto.

«zí ma tutto bene?» il più alto alzò un sopracciglio accennando un sorriso.
«ho capito che c'hai»

Erano un po' di giorni che Jacopo continuava a ripetere a Manuel di vederlo strano, aveva iniziato un giorno quando erano a casa dei gemelli e da lì lo aveva ripetuto ogni giorno anche per più volte, a nulla erano servite le continue risposta del maggiore che continuava a dire "niente, che ce devo avè?", perché Jacopo glielo leggeva in faccia e non aveva mai creduto ad una parola di Manuel, quando si trattava del suo stato d'animo.

Quindi aveva iniziato ad osservarlo più attentamente, a vedere come si comportava quando pensava che nessuno lo guardasse e con non troppa sorpresa giunse ad una conclusione semplice.

«te piace Simone»

Manuel sgranò istintivamente gli occhi affacciandosi dietro l'angolo per vedere se il diretto interessato fosse nei paraggi e lo vide davanti l'ingresso di scuola con Laura. Afferrò Jacopo per un braccio e si allontanò ancora un po' da lì con il cuore in gola, era una conclusione a cui non era giunto definitivamente nemmeno lui, quindi si chiese come aveva fatto l'altro a rendersene conto, si chiese se fosse così evidente.

«non me piace Simone»
«no infatti, questa reazione dimostra il tuo completo disinteresse nei suoi confronti» Jacopo lo prese in giro incrociando le braccia al petto e in tutta risposta ricevette un'occhiataccia da parte di Manuel che si poggiò con la schiena al muro.
«non me piace Simone» ripeté con meno convinzione. Il gemello alzò gli occhi al cielo guardando verso l'angolo dell'edificio e poi si avvicinò leggermente a lui per parlare a bassa voce.

«t'ho guardato sti giorni perché non me dicevi che c'avevi, è da dopo er compleanno nostro che sei strano e c'hai costantemente sta faccia da cane bastonato, quindi qualche giorno fa ho chiesto a Simone se ne sapeva qualcosa» gli occhi di Jacopo si fecero più penetranti e Manuel in quel momento realizzò che sapeva cosa fosse successo e sentì l'aria bloccarsi all'interno dei polmoni, non riusciva né a espirare né ad inspirare e si sentì messo al muro non solo fisicamente ma anche psicologicamente. «la risposta già la sai me sa, quindi te la risparmio. Da quel giorno però t'ho iniziato a guardá perché non ce volevo crede che te fosse partita la brocca pe na nottata e basta»

Manuel sbuffò dal naso distogliendo lo sguardo, voleva andare via da lì, per la prima volta voleva scappare lontano dal suo migliore amico, un po' perché somigliava eccessivamente a Simone e un po' perché quel discorso non voleva sentirlo, glielo faceva tutte le notti il suo cervello e non voleva sentirlo anche da Jacopo, perché significava renderlo reale e non sapeva se fosse pronto.

«Ja possiamo non parlarne?»
«no»

Se c'era una cosa che Manuel odiava e amava allo stesso tempo del ragazzo davanti a se era il suo essere testardo, avevano fatto amicizia grazie a Simone perché avevano un carattere talmente simile che inizialmente non si sopportavano, poi con la pazienza che solo Simone poteva avere si erano iniziati ad avvicinare, fino a diventare un trio a tutti gli effetti. In Jacopo aveva trovato una spalla, una persona che lo avrebbe capito sempre, qualsiasi scelta avesse fatto e gli voleva un bene non indifferente. Quel carattere però ogni tanto gli si ritorceva contro, come in quel caso e quando succedeva era peggio di qualsiasi cosa, perché non gli avrebbe dato alcuna via di scampo.

Se un giorno a Roma | SimuelWhere stories live. Discover now