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Note:
E non per aprire la porta.

-

Il risveglio di Simone, quella mattina, fu tutt'altro che ordinario rispetto al solito. Partendo dal fatto che ancora doveva abituarsi alle labbra di Manuel sulle sue o alle mani che lo accarezzavano, visto che era tutto estremamente nuovo per entrambi ed aveva avuto inizio solo una settimana prima.

Per questo motivo quando si svegliò con un sospiro involontario ed un formicolio all'altezza dello stomaco rimase piuttosto sorpreso. Lo fu ancora di più quando aprì gli occhi e dall'altro lato del letto non trovò nessuno, ma percepì le labbra di Manuel poco sotto il suo ombelico.

Fu istintivo per lui agitarsi sotto al piumone e tra le mani del maggiore strette ai suoi fianchi, sotto la maglia del pigiama. Alzò le coperte guardando verso il basso e quando lo fece notò due cose che lo svegliarono decisamente da quello stato di sonnolenza: Manuel lo stava guardando con le labbra gonfie ed il rigonfiamento nei suoi pantaloni era a pochi centimetri dal suo viso.

Solo quell'immagine gli fece uscire un verso gutturale dalla bocca, prima che entrambe le mani corressero sul suo viso per tirarlo su. Manuel si oppose a quel movimenti baciandogli il palmo della mano e poggiando subito dopo le labbra lì dov'erano poco prima.

«che stai facendo?» riuscì a chiedere Simone, tanto allarmato quanto eccitato da quella situazione surreale. Manuel in tutta risposta schiuse le labbra, lasciando un bacio umido vicino all'elastico dei pantaloni che costrinse Simone a divincolarsi ancora. «Manu, fermo» soffiò, furono quelle parole a far bloccare immediatamente il maggiore che si allontanò di scatto, lasciando scivolare via le coperte dai loro corpi.
«scusa, io-»

Simone vide il panico evidente nei suoi occhi, la preoccupazione di aver appena sbagliato tutto e sentì le mani allontanarsi dai suoi fianchi. Manuel non lo toccava più e Simone aveva freddo, talmente freddo da pentirsi delle sue stesse parole un secondo dopo averle pronunciate.

«io pensavo che-» mormorò e Simone allungò piano la mano per sfiorargli un fianco, ora che era in ginocchio tra le sue gambe con quello sguardo spaurito. «io non so come comportamme» disse infine con un filo di voce, facendo sobbalzare il cuore del minore che fece leva su un gomito per potersi tirare su con il busto.

Quella confessione fu un po' come il segreto di pulcinella, per Simone. In quella settimana, a partire dal primo bacio che si erano dati, aveva visto Manuel cambiare per cercare di comportarsi come meglio poteva con lui, cercando di fare tutto quello che un fidanzato canonico avrebbe fatto.

Simone apprezzava quella buona volontà da parte sua, gli dimostrava quanto fosse davvero importante il fatto che quella cosa andasse bene, ma allo stesso tempo era preoccupato perché Manuel si costringeva a fare delle cose che probabilmente non avrebbe mai fatto.

Sospirò afferrandogli i polsi e tirandolo un po', facendolo sdraiare sopra di se e lasciandogli un bacio sulla tempia sinistra.

«è tutta la settimana che non ti comporti da- da te» disse, posando una mano sulla sua schiena e muovendola leggermente verso l'alto.
«sto a cerca'-»
«non devi cercare niente, tu devi essere te stesso, sennò me innamoravo di qualcun altro» il cuore di Manuel cominciò a battere talmente forte da essere percepito anche da Simone sul proprio petto. «non devi fare niente per forza» continuò, pettinandogli i ricci.

Ci fu qualche secondo di silenzio totale, in cui gli unici rumori nella stanza furono quelli dei loro respiri, almeno finché dalle labbra di Manuel non uscì l'ultima frase che il minore si sarebbe aspettato.

«stamattina era la prima volta che facevo qualcosa istintivamente» e mentre il cuore di Manuel continuava a battere all'impazzata, quello di Simone si fermò per qualche istante, come anche le sue mani o il suo respiro. Allontanò un po' la testa per poterlo guardare negli occhi e Manuel ricambiò lo sguardo poggiando il palmo aperto sul suo petto.
«tu volevi-» Simone si fermò arrossendo ed in quel momento l'espressione di Manuel cambiò subito, tornando la solita con il sorrisino sfacciato e gli occhi vispi.
«fatte un pompino?»
«Manuel!» una mano di Simone si andò a scontrare con la spalla del maggiore che ridacchiò piano, più tranquillo.
«se chiama così Simo', mo stai a fa il puritano» l'altro alzò gli occhi al cielo, ma in contrasto con quel gesto strinse più forte la mano sul fianco di Manuel che si sporse per lasciagli un bacio all'angolo della bocca.
«tu non l'hai mai fatto» constatò.
«non avevo manco mai rubato 'na macchina, se è per questo» rispose. «te si?» Simone rise scuotendo la testa ed allungò il collo per posare finalmente le labbra sulle sue, sospirando dal naso.

Se un giorno a Roma | SimuelрдЬрд╣рд╛рдБ рдХрд╣рд╛рдирд┐рдпрд╛рдБ рд░рд╣рддреА рд╣реИрдВред рдЕрднреА рдЦреЛрдЬреЗрдВ