Concentrazione.

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Note: dalle idee unite di Alessia e Ele, che come sempre non mi fa taggare.
Ovviamente non l'ho corretta.

A Simone quell'abitudine che aveva preso d'improvviso Manuel inizialmente era sembrata parecchio strana, non che la cosa lo disturbasse in qualche modo, anzi, ma era rimasto sorpreso della naturalezza con cui lo aveva compiuto la prima volta.

Erano seduti al tavolo fuori in veranda, entrambi concentrati sul proprio studio in vista della sessione estiva ed entrambi imoegnati a sottolineare qualcosa. Manuel si concesse di alzare gli occhi sul minore solo per qualche istante e, come ogni volta, lo trovò con lo sguardo corrucciato che mormorava parole del libro senza che la sua voce prendesse veramente forma tra i rumori del giardino.
Inclinò leggermente la testa lasciando che i ricci seguissero la forza di gravità ed osservò la mano completamente abbandonata sul tavolo che, di tanto in tanto, muoveva tamburellando le dita. Provò a riportare l'attenzione sul suo libro, leggendo una riga un paio di volte cercando di assimilare qualche nozione ma fallendo quando i suoi occhi continuarono ad alzarsi verso quelle dita, come se a comandarli non fosse lui.

Che a Manuel la filosofia piaceva, la materia che stava studiando altrettanto, ma probabilmente gli piaceva di più Simone visto che non riuscì più a trovare la concentrazione dopo averlo guardato. Non che questo fosse un segreto ormai, né per lui né tantomeno per il padre del diretto interessato che continuava a leggergli o consigliargli letture inerenti alla loro situazione, ma sicuramente lo era per Simone che continuava a portare avanti la sua vita in tutta serenità, ormai.
Non poche volte Manuel aveva rimpianto di essere arrivato tardi e non poche volte aveva tentato in tutti i modi di capire se avesse ancora qualche possibilità, ma Simone sembrava ormai essere passato oltre, completamente dedicato allo studio e al divertimento con lui e gli altri.

Fu all'ennesima occhiata verso quella mano che Manuel abbassò di nuovo gli occhi sul libro allungando il suo braccio e intrecciando le loro dita. Tentò di mantenere un respiro calmo mentre gli occhi di Simone saettarono sul suo volto sorpresi e confusi, finse di continuare a studiare quando l'altro aspettò una spiegazione a tutto ciò che però lui non gli fornì, e che spazzò via iniziando a giocherellare con un anello che decorava l'indice del minore.

Simone aveva cercato di darsi una risposta in totale autonomia senza scomodarsi nel chiedere nulla a lui, che aveva paura di interrompere qualsiasi cosa fosse quella e, come al solito, preferì tenersi le briciole piuttosto che non avere nulla. Una spiegazione però non la trovò e quel gesto divenne vera e propria prassi durante il loro studio, si sedevano al tavolo e appena Simone finiva di sistemarsi la mano del maggiore raggiungeva la sua, intrecciandosi in un gesto naturale che iniziò man mano ed essere indispensabile per entrambi.

Quel giorno però fu differente dagli altri, perché Simone il giorno dopo avrebbe avuto un esame e a causa del nervosismo non ci pensò nemmeno a poggiare la mano lì dove Manuel sarebbe potuto arrivare, piuttosto la teneva tra i ricci mentre l'altra era imoegnata a sfogliare le pagine degli appunti e questo sicuramente non passò inosservato a Manuel che da quando si era seduto non aveva sfogliato nemmeno una pagina del libro, progredendo con lo studio.
Lasciò che la gamba destra si muovesse nervosamente su e giù sotto il tavolo in attesa che il minore lasciasse la mano sul tavolo ma dopo una ventina di minuti passati ad osservarlo di sottecchi notando solo quanto fosse nervoso, si schiarì la gola nel chiaro tentativo di attirare la sua attenzione, cosa che, dopo la terza volta, ottenne.

Simone alzò la testa con espressione perplessa mentre Manuel poggiava la mano con il palmo rivolto verso l'alto sul tavolo, stringendosi nelle spalle. Simone ci mise qualche istante ad interpretare quel gesto, dopodiché sfilò le dita dai suoi capelli e le intrecciò a quelle di Manuel, senza mai abbandonare l'espressione impressa sul suo volto.

Se un giorno a Roma | SimuelWo Geschichten leben. Entdecke jetzt