PERCHÉ AL QUINTO MESE È TROPPO PRESTO PER MORIRE

3.7K 146 52
                                    

E ci sono delle giornate nelle quali sai che anche se il mondo dovesse finire, la catastrofe colossale ti scivolerebbe addosso insieme a tutto il resto. Il cielo era grigio e, nonostante la primavere fosse già iniziata, c'era stato un abbassamento notevole della temperatura quella settimana.

Il che, per una persona meteoropatica come Harry, rappresentava un pessimo inizio giornata.

Si era svegliato tutto infreddolito, nostalgico del bozzo di coperte nel quale stava beatamente dormendo, ma sapendo di doversi dare una mossa e andare al lavoro. Aveva girato per casa come uno zombie, storcendo il naso ad ogni singolo passo che faceva, sentendo che quella giornata sarebbe stata pessima.

<<Lou hai visto il mio- oh Cristo Santo!>> l'omega fortunatamente scampò quella che sarebbe stata una bruttissima caduta, reggendosi con la mano destra alla parete.

<<Lou?!>> esclamò con gli occhi sbarrati richiamando l'attenzione del suo compagno, che si affacciò dalla porta del bagno.

<<Sì? Che c'è?>>

<<Che c'è?>> percorse a grandi falcate il corridoio, barcollando e cercando di evitare la quantità di stoffa che c'era sul pavimento <<Che diavolo sono queste?>>

<<Stoffe.>>

Harry lo fulminò con lo sguardo, facendolo ridacchiare.

<<Sono per i nostri completi nuziali. Mara ci ha mandato quei campioni di tessuto, così noi possiamo scegliere la fantasia.>>

<<Ed era necessario sparpagliarli nel corridoio? Stavo per spiaccicarmi come un pan-cake>> borbottò, dandosi un'occhiata nello specchio e facendo una smorfia.

<<Mio Dio, sono orribile.>>

<<No, non così tanto>> biascicò Louis con la bocca piena di dentifricio <<Che c'è?>>

L'omega alzò gli occhi al cielo e si sistemò i capelli cercando di dargli una forma decente per permettergli di uscire <<Che simpatico che sei.>>

L'alpha sputacchiò tutto nel lavandino, si sciacquò la bocca e poi nascose un sorriso dietro l'asciugamano <<Andiamo, lo sai che sei stupendo.>>

<<Non oggi.>> piagnucolò <<Oggi mi vedo orribile.>>

Si sentì avvolgere da due forti braccia, molto familiari, e che lo avevano protetto nelle notti più nere.

Si strinse a lui baciandogli la mascella.

<<Sai, è gratificante per il mio alter-ego vivere con una persona come te.>>

<<Anche per me lo è, soprattutto quando non addobbi la nostra casa con delle stoffe.>>

<<Ricordami che dobbiamo darle una risposta prima della fine della settimana.>>

<<Non entrerò mai nel completo.>>

<<Non dire sciocchezze.>>

<<Guarda che sono serio.>>

<<Andiamo, non puoi essere serio. Ti sarai sgonfiato, appena un mesetto dopo il parto. E poi con questi capelli farai invidia alle principesse delle fiabe.>>

<<Idiota>> gli fece la linguaccia <<Idiota di un alpha. Per te è facile parlare. Cazzo guardati, sei la fottuta perfezione.>>

In risposta gli morse il collo, illuminando gli occhi di rosso.

<<Scusa>> sussurrò.

<<Mai chiedere scusa per le proprie insicurezze, mio piccolo omega.>> gli scoccò poi un sonoro bacio sulla guancia.

L'alpha che non voglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora