28🌼 Sfogo

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Subito dopo quelle parole l'aria iniziava a mancarmi e lo spazio sembrava rimpicciolirsi attorno a me. Mi giro dando le spalle a mio fratello che è rimasto lì a fissarmi senza proferire parola, così senza dire nulla vado verso la porta d'ingresso
«Dove vai Scarlett?» Non so dove voglio andare, sento solo il bisogno di uscire da questa casa e prendere una boccata d'aria fredda.
«Faccio un giro, torno tra poco» senza aspettare risposta afferro il mio cappotto e senza infilarmelo esco.

Non faccio nemmeno una decina di passi che la voce di Trevor mi fa bloccare sul posto «Scarlett fermati» mi volto per guardarlo e nego ritornando a guardare davanti a me
«allora vengo con te» sento i suoi passi dietro di me e non so dire bene se sia felice o infastidita dalla sua presenza.

Percorriamo un po' di strada in silenzio, si sentono solo i nostri respiri che subito vengono coperti dal rumore del vento.
«Sai ho assistito a tanti litigi tra te e Logan» sorrido leggermente ripensando a tutte le volte che abbiamo bisticciato in sua presenza, soprattutto per le cose più stupide del tipo "ti sei mangiata la mia barretta di cioccolata piccola peste!" «Ma nessuno mi ha fatto male come questo a cui ho appena assistito» il mio sorriso si spegne all'istante e mi fermo alla prima panchina sotto un albero molto alto, Trevor si siede accanto a me attendendo, credo, una risposta.

«Non era davvero un litigio il nostro» infondo non abbiamo litigato perché ci siamo fatti qualche dispetto a vicenda o cose simili.
«Appunto per questo, era molto di più» afferma lui sicuro delle sue parole, non mi dà fastidio la sua intromissione, anche perché lui ha sempre fatto parte della nostra vita, esclusi otto anni, nella mia. E poi ho parlato davanti a lui, era abbastanza ovvio che volesse dire poi la sua «era un litigio per terzi, per tuo padre» tentenna un po' alla fine della frase, forse insicuro di quello che potrei dire «è per colpa sua che sei venuta a Manhattan?»

Quante volte mi è stato chiesto il motivo del mio trasferimento, forse troppe, ma mai a nessuno, a parte Logan e Carol, ho detto la vera verità.

«Sì» sussurro con un filo di voce «quando Cole ha cominciato ad assumere comportamenti strani, ho provato a parlarne con mio padre, ma ogni volta c'era una possibile spiegazione a quel comportamento» mi fermo e guardo le mie mani intrecciarsi e sciogliersi, come se fosse un modo per distrarmi mentre Trevor mi ascolta in silenzio «quando poi al culmine dell'esasperazione sono andata nel suo studio in lacrime, con un fiatone per la corsa fatta, per scappare da lui che...» la mia voce si spezza, una lacrima calda scende sul mio viso freddo e le mani di Trevor prendono le mie che smettono di torturarsi «quando sono arrivata lì, lui senza ragioni mi ha lasciata ed è andato via, senza dire una parola» asciugo le lacrime liberando una mano dalla stretta di Trevor, ma sono incontrollabili, scendono veloci e piano cadono sul mio cappotto nero dove si perdono, come se non ci fossero mai state.

«Non ci credo» sentenzia dopo ciò che ho detto e mi volto di scatto verso di lui, i nostri visi si ritrovano a qualche centimetro di distanza.
«Non credi a cosa?» Forse anche lui non mi crede, non crede al fatto che quello che dovrei definire "uomo" mi ha fatto del male.
«Scarlett tuo padre ama te e tuo fratello incondizionatamente, è impossibile che non abbia fatto nulla per proteggerti» nemmeno io fossi in lui crederei che un padre possa avere un cuore di ghiaccio così, ma ahimè è la verità.
«Eppure è così, il padre di Cole e il mio seguono un caso importante insieme, questo è più importante di me» vorrei provare a pensare che non sia così, ci ho pensato mille volte, ma quando lui mi ha detto "non hai prove, smettila di fare la ragazzina che potresti rovinare tutto tra me e suo padre" ne ho avuto la certezza.

«Posso chiederti cosa ti ha fatto quel pezzo di merda?» La voce di Trevor è leggermente alterata, come se stesse trattenendo dentro di sé la rabbia. Lui mi ha sempre protetta nel suo modo, con un consiglio, un avvertimento o semplicemente allontanando i ragazzi "cattivi". Che poi per lui in realtà tutti coloro che mi si avvicinavano lo erano, trovava per ognuno di loro un difetto per allontanarli da me.

𝑪𝒉𝒊𝒍𝒍𝒔Where stories live. Discover now