49🌼Incontri Non-Piacevoli

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Appena mettiamo piede nella sala dove sono presenti tutti i nostri colleghi mi pare di rivivere un déjà-vu. Le immagini sul grande schermo che scorrono, i camerieri che portano vassoi pieni tra la gente, donne e uomini racchiusi nei loro abiti costosi, mormorii sparsi, quasi mi gira la testa.

Austin afferra due calici di champagne dal primo cameriere che ci passa davanti e posso solo dire che mi ha battuto sul tempo, lo stavo per fare io.
«Grazie, ogni volta che mi vedi con il bicchiere vuoto sentiti libero di darmene uno pieno» scherzo, ma non troppo, mentre lui scuote la testa.
Vaghiamo tra la gente ascoltando di sfuggita tutti i loro discorsi e proprio quando stavo per sentirmi meno in ansia lo vedo. La sua postura rigida, il suo volto sempre poco rilassato e quell'aria importante che lo circonda mentre chiacchiera con un uomo sulla sessantina. Sembra una persona qualunque in una delle tante feste noiose a cui partecipano gli avvocati, peccato che non è uno qualunque ma mio padre.

Carol non aveva ragione, e io lo sapevo bene, mi ero solamente illusa. Mio padre si volta verso la mia direzione con uno scatto, come se fosse stato richiamato da una forza maggiore. Mi sarebbe piaciuto pensare che si sia voltato per un forte senso di familiarità, come se il sangue nelle nostre vene avesse riconosciuto una parte simile tra di noi in questa stanza.

Ma non può essere questo dal momento che io e lui non siamo più padre e figlia.

I suoi occhi marroni mi scrutano, non sembra sorpreso di vedermi, anzi tutto il contrario. Potrei dire anche che ho intravisto un luccichio nei suoi occhi solitamente troppo spenti, ma saranno le luci, non può essersi commosso davvero, non per me, non per la figlia che voleva creargli problemi.

Ad un tratto Austin mi da una scossa leggera al braccio che mi fa perdere il contatto visivo con lui. «Tutto bene Scarlett?» Vorrei dirgli "guarda! Li c'è quello stronzo di mio padre"
«Certo, tu? Eri così scettico nel venire» ci allontaniamo da quel punto e ci spostiamo senza interessarci a nessun altro dei presenti.
«Sai non amo questo genere di cose, più che beneficienza mi sembra di fare gossip» afferma trovandomi d'accordo.
«Questo genere di cose sono come il pane per me, ci sono sempre state nella mia vita, sono abituata. Sono dell'opinione che la beneficienza si faccia in silenzio e non cosi» allargo le braccia indicando tutto ciò che mi circonda, tutto questo lusso sfarzoso e inutile «ma credo che a volte i ricchi sono tirchi e per questo hanno bisogno di farsi vedere quando donano soldi, altrimenti non lo fanno» Austin concorda con me annuendo quasi affranto, sappiamo entrambi quanta verità ci sia nelle mie parole, molti hanno proprio bisogno di ostentare, di dimostrare chi ha il portafoglio più grande, chi è il più generoso. Poche sono le persone che lo fanno di cuore, in silenzio e senza un tornaconto.

«Onestamente io non ci trovo un ricavo personale a presenziare» scuote le spalle e lo guardo attentamente, probabilmente non sa quanto possa essere a suo favore questo evento, perché appunto il tornaconto è conoscere gente importante.
«Sai che qui ci sono persone che potrebbero offrirti una posizione lavorativa migliore di quella che hai?» Nonostante io sia contro tutto questo spettacolarizzare ne riesco a trovare un lato buono: Opportunità.

Io non ho bisogno di loro perché lavoro a stretto contatto con Trevor, che è uno dei migliori, magari Austin potrebbe trovare molto meglio di Isabel. Non dico che lei non sia brava, ma pare pensare solo al successo, a crearsi un nome, ma di concreto non fa nulla, urla se qualcosa le va storto e se la prende con gli altri scaricando tutte le colpe su di loro. Il bello è che poi non prende nemmeno la situazione in mano, lascia che i problemi le si accumulino e così non credo diventerà mai qualcuno.

«Sono contento della posizione che ho, è un buon lavoro retribuito, non ho grandi ambizioni» Austin lo dice con tranquillità, come se davvero non gliene importasse nulla e quello che fa gli piace «pensi sia uno che si accontenta adesso, vero?» Lo guardo turbata.
«Preferisco mille volte persone come te che sanno quello che vogliono e se lo tengono stretto a chi invece vuole strafare senza raggiungere risultati» mi dispiace abbia pensato una cosa così di me.
«Lo so, non prendertela, volevo solo farti arrabbiare perché quando lo fai sei buffa»
«Buffa io? Ehi!» Scherzosamente gli tiro uno schiaffo leggero sul braccio mentre lui ride di me.
«Buffa e carina» si corregge lui e io fingo di pensare.
«Okay, ora va meglio!» Soddisfatta porto il calice alle mie labbra e quando alzo gli occhi trovo lui a fissarmi con un sorriso da porco schifoso, come se non bastasse alza la mano in segno di saluto. Per quanto il mio cuore mi stia uscendo dal petto cerco di mantenere l'autocontrollo giusto per non fargli vedere quanto schifo e paura mi faccia. 

Vorrei toglierli quell'aria di potenza dal suo volto, Cole è una delle persone più buona e cattiva che io abbia mai conosciuto in vita mia. Peccato che la sua vera indole è la seconda.

Affianco a lui scorgo una figura femminile, non mi ci vuole molto a capire di chi si tratta. Oramai quella povera ragazza è caduta nella sua trappola con tutte le scarpe, tanto da arrivare ad esserle complice quando l'ho accusato di avermi quasi uccisa. Ripensando a quel momento mi vengono i brividi, lo sportello volato via, la paura, il terrore di vivere tranquilla, tutto per colpa sua. Spero che Carly non abbia la mia stessa sfortuna, spero che lei si salvi e si allontani da lui visto che ne sono certa, la sta solamente usando.

Quando lei si accorge che Cole guarda in un punto esatto segue la traiettoria con i suoi occhi e mi vede. Lo vedo il momento esatto in cui il colore del suo viso pieno di fondotinta passa dal marroncino al bianco, lo sento quello che prova, è gelosa. A dimostrazione di ciò i miei poveri occhi si ritrovano a vedere la squallida scenetta di lei che si aggrappa al braccio di lui e cerca di attirare la sua attenzione con stupide moine.

«Vado un attimo in bagno» senza aspettare risposta da Austin mi giro sui tacchi e cammino verso la parte opposta sperando si trovi effettivamente da quella parte.

Quando ne trovo uno grazie a una gentilissima ragazza mi fiondo dentro nonostante non ne abbia realmente bisogno, ho solo necessità di allontanarmi e stare da sola prima di crollare e gridare al mondo quanto sia ingiusto tutto questo.

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Spazio Autrice 🌼

Un altro  capitolo tutto per voi. Non temete, il prossimo sarà più movimentato😎

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