36🌼 La statua

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Un'altra notte era passata e un'altra sveglia era appena suonata. Non ho idea di che giornata mi aspetterà, ma di una cosa sono certa: devo andare in palestra a tutti i costi. Sono giorni che non mi alleno e che non colpisco un sacco da boxe, questo sta solo a significare che ho molta adrenalina da scaricare, e più accumulo più potrei esplodere da un momento all'altro. Mentre guardo il mio cellulare per controllare le ultime notifiche, sento alcuni curiosi rumori provenire dalla cucina. Mi alzo per capire da cosa possono essere causati e mi guardo intorno, quando capisco che arrivano dalla porta principale mi affretto ad aprirla. Si insomma, non che ci potessero essere tante alternative, la casa non è molto grande, ha una cucina adibita anche a soggiorno con un bagno super moderno e una camera da letto, piccolina ma molto confortevole, nulla da ridire. Quando mi rendo conto che i rumori altro non erano che le zampe di Morris che battevano sulla porta di legno mi ritrovo a sorridere per la scena. È proprio vero che gli animali sono molto intelligenti, ne ho sempre voluto uno domentisco da piccola, ma l'allergia di mia madre, e l'avversità di mio padre contro anche il più innoquo criceto, non me lo ha permesso.

Morris entra in casa scodinzolante e felice se ne va in giro come nulla fosse, come se ieri non mi stesse abbaiando come un pazzo furioso a cui è stato rubato il suo osso.

Quando sento bussare, questa volta le nocche su legno della porta sono inconfondibili, capisco immediatamente che sarà sicuramente il suo padrone che lo sta cercando.
«Buongiorno» lo accolgo con un sorriso e lo lascio passare facendogli segno con la mano.
«Non credere che mi sia passata l'incazzatura Scarlett» sbotta lui mentre cerca di acchiappare Morris per mettergli il guinzaglio, e lui glielo lascia fare senza troppi problemi, deve essere abituato. Chi sa da quanto tempo si fanno compagnia questi due.

«Quante volte te lo devo dire? Mi dispiace ma io quella statua ieri sera non l'ho proprio vista!» Cerco di giustificarmi per la millesima volta, ma so che è inutile e non mi crede.
«Ah quindi vuoi dire che si è buttata all'improvviso sul parabrezza della macchina?» Scoppio a ridere trattenendo la pancia che comincia a farmi quasi male al solo ricordo di ieri sera. Quando vedo Trevor che però è molto serio, al contrario mio, cerco invano di trattenermi. Davvero non mi ero accorta che dove parcheggia solitamente l'auto c'èra quella stupida statua, ma lui crede che l'abbia fatto apposta, che idiota, crede che io sia ancora la ragazzina che fa dispetti per il solo gusto di farli.

«Scarlett ridi quanto vuoi, tanto questa me la paghi» sorride nel suo solito modo da "ovvio che me la paghi" e allora solo in quel momento smetto di ridere. So quanto può essere vendicativo, e io gli ho graffiato il suo nuovo gioiellino dopo tutte le avvertenze «ora ti prego fammi passare, a volte ti dimentichi che sono un uomo con gli ormoni a palla» mi dà una veloce occhiata e dopo aver sbuffato mi passa accanto «ti aspetto in macchina tra venti minuti, porto Morris a fare una passeggiata» esce di casa e piano punto i miei occhi sul mio corpo, le gambe non chilometriche che mi ritrovo sono scoperte, una mutanda nera in pizzo e una maglietta nera, nemmeno tanto extralarge.

Che colpa ne ho io se lui e il suo cane mi sono piombati in casa all'improvviso?

Con l'immagine di Trevor, che solo ora ho capito perché mi guardava in quel modo, vado a farmi una doccia gelata, per il dispiacere della mia amichetta lì sotto che avrebbe voluto sicuramente qualche attenzione in più, che adesso non sono proprio disposta a darle.

Prometto che ritaglierò del tempo per te, amica.

**
«Ehi Scarlett sei pronta? Andiamo?» Trevor si affaccia al mio studio, oggi ha finito lui prima di me, ci diamo il cambio.
«Sì ho terminato tutto, ma tu va pure a casa, io devo andare in palestra» comincio a mettere tutte le mie cose in borsa mentre sento ancora il suo sguardo su di me.
«In palestra? E in quale vai?» Chiede curioso mentre io penso che queste sono le prime parole che ci stiamo scambiando praticamente da tutta la giornata. È stato molto tempo con Jacob nel suo studio, a quanto pare anche agli uomini piace spettegolare.

«In una non molto distante da qui, me l'ha consigliata Logan» già ho dimenticato il nome, devo rileggere il messaggio di whatsapp.
«È la stessa in cui vado io, vengo con te così mi scarico un po' di tensione» a quanto pare non sono l'unica che ne sente il bisogno, perciò annuisco senza problemi.

«Guidi tu?» Sorrido maliziosa notando come sulla sua fronte, all'udire la mia provocazione, si sia formata una rughetta, adoro vederlo in difficoltà.
«Sei di una simpatia che non immagini, dovrebbero togliertela la patente» gli mostro il dito medio e la ragazzina che è in me gli mostra pure una bella linguaccia prima di uscire dallo studio.

Ovviamente appena arriviamo in palestra attiriamo qualche sguardo di troppo, io in camicia gonna e tacchi, e Trevor in smoking, una bell'accoppiata insomma.
«Scommetto che in quella borsa hai un cambio»
«Scommetti bene signorino Miller» senza attendere una sua risposta mi dirigo verso la ragazza tutta muscoli e tatuaggi che è intenta a guardare il suo cellulare.
«Desidera fare un abbonamento mensile?» Chiede leggermente scocciata, lei scocciata, devi vedere me cara!
«No, grazie»
«Vuole essere affiancata da un personal trainer?»
«No, voglio solo usufruire di un paio di guanti e un sacco da boxe» rendendomi conto di essere stata leggermente acida, ci aggiungo un «per favore» condito da un sorriso tirato. Capisco che le sue siano domande di routine che è costretta a fare, ma credevo che dal primo "voglio solo pagare" lo avrebbe capito che non mi interessa tutto il resto.
«Lascia stare, lei è con me» alle mie spalle appare Trevor che avevo decisamente perso da un po'. Me lo ritrovo con dei pantaloncini della tuta neri e una maglietta dello stesso colore, e dal sorriso che fa la ragazza di fronte a me pare che si conoscano davvero bene i due, questo non fa altro che farmi girare gli occhi ovunque, tranne che sui due qui presenti.

Dopo essermi cambiata in uno dei bagni, seguo Trevor in una stanza, come se fosse casa sua schiaccia un pulsante e la luce si accende mostrando un ring al centro con due paia di guantoni appesi alle corde che lo circondano.

«È la palestra di un mio amico, il martedì e il venerdì questa sala è libera, quando possiamo io e Jacob veniamo per mantenerci in allenamento, non pensavo piacesse anche a te la box» la sua non è ironia, ma sorpresa. Probabilmente si aspettava che facessi qualche esercizio per rassodare i glutei, come la maggior parte delle ragazze.

«Ho iniziato da poco, credevo mi avrebbe aiutato sai...» Mi sento così stupida anche solo a dirlo ad alta voce, lui mi guarda attendendo la fine della frase ma poi la termina al posto mio.
«Credevi ti avrebbe aiutata a proteggerti da quel coglione» nella sua voce posso notare quel velo di rabbia, lo stesso che sento io quanto ne parlo e semplicemente ci penso «esatto» un sorriso amaro si forma sulle sue labbra carnose ed io vorrei solo sapere a cosa sta pensando, o forse è meglio che io non lo sappia.
«Combatti con me?» Mi guarda negli occhi e un po' sono titubante
«Non sono abituata a combattere con qualcuno» nel mentre lo seguo con lo sguardo, la t-shirt lascia scoperti i muscoli delle sue braccia mettendo in risalto qualche vena troppo evidente, anche da ragazzo si faceva guardare, ma adesso, forse l'età, lo rende ancora più seducente.
«A quanto pare ti piace ciò che vedi» Trevor apre le braccia indicandosi con un sorrisino più che soddisfatto.

Maledizione!
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Spazio Autrice 🌼

Eccoci qua 💘
A quanto pare la macchina ha subito qualche graffio 🤭😂
Credo proprio che Trevor non gliela farà passare liscia 😎

Nel prossimo ci rileggiamo con il punto di vista di Trevor.

Spero tanto che la storia vi stia piacendo, grazie per il vostro supporto ❤️

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