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(TW: Abusi sessuali fino ai primi asterischi)

* * *

''Com'è è andato il tuo ultimo spettacolo?''

Louis diventa rigido contro la testiera del letto e quel muoversi (la paura improvvisa) gli mandano una fitta al fianco, dove ha un nuovo livido che sta provando a tenere a bada, ma che dall'altra parte fa male ad ogni movimento, per via della posizione scomoda. Ci poggia una mano sopra, sibila e risponde: ''Sì, io... Uhm, non era niente di che e allora non ti ho voluto rubare una serata perché siamo in bassa stagione e non facciamo niente di impegnativo, sai? Roba per tenere il posto. Cose che hai già visto. Niente di straordinario.''

''Capisco. E tu che parte facevi, in questo spettacolo di merda?''

''Io? Oh. Un, uhm, un- Un tipo, sai? Niente di troppo elaborato o- O complicato da-''

''Louis'' si arrende Niall, sospirando ''Lo so che ti sei licenziato.''

Merda. Louis si morde il labbro, forte, poi sbatte le palpebre, le sfarfalla, e si sistema delicatamente, poggiandosi meglio al materasso (il suo cigolio lo fa rabbrividire così, così tanto da farsi paura da solo): ''Ni, mi sono solo allontanato per un po'-''

''Ti sei licenziato.''

''Voglio solo capire cosa-''

''Ti sei licenziato.''

''Solo per avere fottuto tempo, Niall!'' sbotta, passandosi una mano tra i capelli ''E' solo una stronzata, cazzo, devo andare su un palco a dire due frasi di merda e fingere di essere qualcun altro e adesso ho smesso, non è successo niente!''

''Il teatro è la tua vita'' corregge duramente, facendo vibrare il telefono della sua voce diffidente ''Ti sei spaccato il culo per fare quello che fai, Louis. Fino a due stagioni fa eri tra i più richiesti e le tue lezioni erano sempre piene da semestre in semestre, e io lo so che la gente continua ad offrirti lavoro, ma sono due mesi che nemmeno lo accetti. E tu sei nato per fare teatro, Louis, lo adori e la critica adora te, mi spieghi che cazzo ti prende?''

Louis prende un respiro profondissimo perché Niall ha ragione: lui è tutte quelle cose. Lui le adora, e gli mancano da morire, come aria, come sangue nelle vene, ma dall'altra parte tutta quella gente che lo fissava, in classe o a uno spettacolo, gli faceva venir voglia di piangere e urlare perché ormai era evidente, il suo stato. Nascondere i lividi era diventato ingestibile, non aveva nemmeno la forza di farlo, e a forza di provare a compiacere Noah per la questione del suo aspetto fisico, non sapeva più quali ne fossero i confini, dato che ormai mangiava quello che voleva lui. E Noah sembrava trovarlo divertente, quell'essere così superiore a lui da tenerlo in pugno, quel sapere che dalla vergogna Louis non avrebbe mai detto una parola perché dove l'avrebbe preso, il coraggio? Avrebbero visto tutti il suo corpo e il suo stato mentale e l'avrebbero deriso per quanto era debole e sporco, o l'avrebbero recriminato perché, come diceva Noah, quello era l'unico modo con cui si poteva avere a che fare con lui. Louis esasperava le persone e le portava a trattarlo così, solo parlando, anche se provava ad essere discreto e silenzioso, con il suo ragazzo, non faceva niente per farlo arrabbiare, nemmeno uscire con i suoi amici, perché non se lo meritava. Poi, anche loro avrebbero visto e avrebbero chiesto.

"Ci sono cose più importanti."

Una pausa: "Sì, hai ragione. Tipo, te. Non ti vedo per bene da mesi, Louis. Nemmeno una serata passata insieme, solo qualche minuto. Nessuno ha tue notizie e— Tua madre è preoccupata per come ti sente al telefono, sono tutti preoccupati perché non ti fai più vedere e sei sempre a casa, con lui. Perché?"

Little Dead Whispers ||L.S.||Where stories live. Discover now