XII

2.4K 164 297
                                    

Louis sta quasi dormendo, quando sentono entrambi quel rumore familiare.

''Vado io'', promette Harry, coprendo in questo modo il suo gemito scontento. Non sono stati giorni facili: Louis ha preso le sue pillole con un po' più di fatica, e ha dormito lontano da Harry, accoccolato da un lato del letto. Gli aveva spiegato che era perché si stava avvicinando il suo compleanno. ''Me lo faceva passare da solo'', aveva spiegato mentre fissava il soffitto ''Diceva... Diceva che non voleva che tornassi a Donny. Aveva paura che ci fosse chissà chi. E, uh, lui se ne andava dalla sua famiglia. E, tipo, non è un- Uhm, non è un granché, perché era solo il mio compleanno, ma io- Non lo so, alla fine è una stronzata.''

''Non dirlo più'', aveva sussurrato, ancora steso a letto. Louis aveva appena finito di scusarsi per non aver dormito vicino a lui, e lui aveva appena finito di dirgli di smetterla, perché non era importante. ''Pensa a stare bene, piccolo. Faremo qualcosa insieme, per il tuo compleanno'' aveva promesso, passandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Louis aveva sorriso, ma non si era avvicinato come faceva di solito. Erano dei giorni complicati che ogni tanto arrivavano, ma stavano passando anche quelli, dato che adesso Louis sta recuperando il sonno steso su di lui. Lo sballare la cura, dormire male e la ripresa del combattere contro i suoi stessi pensieri lo spossano, Harry lo vede dai suoi occhi. Non è mai riposato, ma adesso si sta rimettendo in pari, e per aver superato anche quello, Harry aveva passato quel tempo in cui stava steso su di lui a baciargli la fronte. Stava andando di nuovo meglio.

(Non era colpa di nessuno dei due se si urlavano contro, a volte. Basta solo saper distinguere per che cosa urli, anche se a volte non è possibile. Anche se a volte non vogliono.)

(Harry vorrebbe solo saperlo calmare ogni singola volta che lo sente piangere, ma non ha questo potere.)

''Sei andato l'altra volta'' rimugina Louis, arricciando le labbra. Harry lo sposta delicatamente, fino a vederlo steso contro il divano. Gli accarezza la testa e:

''Parli come se potessimo fare qualcosa, piccolo. Vado a vedere quanto l'ha distrutto.''

''Butteremo quella lampada'', avvisa Louis, prima che Harry percorra il corridoio, fino alla camera. Lì, si poggia allo stipite della porta e incrocia le braccia: lui e Fuliggine si guardano, seri, concentrati. Tra di loro, il paralume distrutto di una lampada. E' il nono che Louis compra da quando ha Fuli, ma lui sembra non sopportare la vista di una qualsiasi copertura su quella lampadina: è diventato abbastanza bravo a lasciare la struttura incolume, strattonare l'oggetto del suo interesse, gettarlo a terra e farci gli artigli sopra, e poco importa se ha un tiragraffi tutto per lui in salotto, il suo preferito è sempre quello. ''Perché?'' domanda, osservando la lampada nuda e i resti del paralume vicino all'animale, che risponde con un miagolio prima di andarsene verso Louis, e ignorarlo. Harry ha avuto a che fare con un'intera cucciolata di Border Collie da vaccinare, quella mattina, quindi lascia decisamente stare e butta quei residui, prima di lasciare la stanza. Quando ritorna da Louis, quello sta fissando il telefono: ''Devo andare da Vivi'', spiega, gli occhi sull'orario. Harry annuisce:

''Va bene, piccolo. Io andr-''

''Ti va di accompagnarmi?''

Ora, Harry non ha mai chiesto una sola parola sull'analista, perché era una cosa estremamente privata, crede, sia quello che si dicevano, sia quello che Vivi capiva di Louis- In un modo così specifico a cui Harry non poteva arrivare, insomma. Quella era forse la parte più intima di Louis, che doveva essere sviscerata. Solo a quella proposta, sente qualcosa scoppiargli dentro, un palloncino pieno di melassa, che lo inonda e rallenta i battiti del suo cuore.

''A meno che'' balbetta Louis mentre Harry ancora lo fissa, stralunato ''Tu non- Non abbia da fare, credo? Non voglio vincolarti, è tipo- E' una cosa-''

Little Dead Whispers ||L.S.||Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt