Little Dead Whispers ||L.S.||

XVI

L'Amore, Un Intermezzo

Harry era stato il più attento possibile nel tirarli fuori dalla vasca dopo aver cambiato l'acqua ed essersi lavati con la spugna, la vasca solo vagamente tiepida, ed asciugarli, tamponando l'asciugamano di spugna su di loro prima di passare i boxer a Louis e lasciare che si ricoprisse insieme a lui, per poi sbattere lentamente le palpebre nella sua direzione e farsi prendere in braccio. Avere il suo peso sicuro addosso, dopo tutto quello che era successo, era una conferma silenziosa di come andasse tutto bene. O forse Louis era molto stanco.

Aveva valutato se asciugare l'acqua che era strabordata dalla vasca, ma alla fine si era detto che sarebbe stato un problema del lui della mattina successiva: stringendo le mani sul retro delle cosce del suo ragazzo, se n'era andato, passando per il corridoio e poi di nuovo in camera loro dove stavolta, tra i vestiti di entrambi sul pavimento, li aspettava Fuliggine. Sembrava quasi sapere quando entrare in quella stanza, il che, per quello che hanno fatto, è una consolazione.

Aveva steso Louis al solito lato del letto dopo avergli passato una maglia a maniche lunghe, che il suo ragazzo aveva infilato. ''Ti dispiace se io rimango senza, piccolo?'' aveva chiesto a bassa voce, e Louis aveva scosso la testa, prima di chinarsi sul suo lato del letto, salvo poi abbandonarlo nel sentire lui stesso affondare su quello opposto: si era infilato sotto il suo braccio e aveva adagiato la testa sul suo torso, gli occhi chiusi. Harry temeva che stesse tentando di trattenere qualcosa, magari di negativo. ''Piccolo'', aveva chiamato, la voce roca ''Stai bene?''

''Sto benissimo'', aveva assicurato Louis, stringendosi a lui mentre con una mano tracciava l'ala sinistra della farfalla tatuata. ''Davvero'' aveva aggiunto poi al suo silenzio, e sembrava solo sereno, e nient'altro. Harry gli aveva accarezzato i capelli fino ad addormentarsi, e non aveva detto più nulla.

Si sveglia con il suo telefono che suona per via di una notifica, ma controllando (sbattendo a fatica le palpebre e allungando il braccio come se pesasse una trentina di chili) capisce che è solo il promemoria di una visita di quel pomeriggio, e allora lo rimette a posto. Sta per richiudere le palpebre, spostando la testa, quando incontra due occhi che lo fissano, sorridenti, con una piccola, piccola luce nelle pupille.

''Ciao'', dice come se niente fosse, e Louis ride appena, ma ricambia:

''Ciao, sconosciuto nel mio letto.''

''Non sei per niente divertente'', borbotta, chiudendo gli occhi così da riprovare a dormire. Sente una mano sul viso e li riapre, si fa serio, scruta Louis: ''Ehi. Stai bene, tu?''

''Me l'hai chiesto anche ieri'' ricorda, baciandogli piano il mento.

''E te lo chiedo anche oggi.''

''H. Sto bene. Sto benissimo, amore, davvero. Te l'ho chiesto io'' ricorda, alzandosi di poco, solo su un gomito, per circondare il suo viso e stringerlo, un pollice sulle sue labbra. Le loro fronti quasi si toccano, i suoi capelli lo solleticano. ''Ed è stato perfetto. Semplicemente perfetto. Non hai idea di quanto lo desideravo, okay? Possiamo rifarlo quando vuoi'' aggiunge ridendo, prima di chinarsi per baciarlo appena. Harry fascia la sua nuca con una mano:

''Vogliamo. Quando vogliamo.''

''Certo, amore, come hai detto tu'' conferma, prima di lasciargli un altro bacio soffice. Poi, affonda nella sua spalla, steso su di lui, e si lascia accarezzare la schiena da sotto la maglietta, mugolando di soddisfazione.

''Ti fa male qualcosa?''

''No. Sono solo un po' indolenzito. Ma è piacevole.''

''Sei sicuro?''

''Mh-mm.''

''Davvero?''

''Harry. Se non fossi così fuori esercizio lo rifarei anche adesso, ma ho bisogno di riposare un altro po', e per farlo mi serve che il mio meraviglioso ragazzo, in questo momento, capisca che non ho un singolo rimpianto sull'essere andato a letto con lui e chiuda le sue irresistibili labbra per dormire un'altra mezz'ora. Poi, possiamo andare a fare colazione, anche fuori, se ti va. Ma prima questo. Grazie.''