~ Due ~

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L'amore, come una lacrima, nasce dagli occhi e cade sul petto.

-Publilio Siro.

Capitolo due.

Sbattei più volte gli occhi prima di realizzare la sua presenza. Indossava una camicia bianca e righe nere, o nera a righe bianche, era indifferente. Un paio di skinny jeans neri che gli fasciavano le lunghe gambe e un paio di stivaletti in camoscio marrone.

Lo vidi guardarsi intorno, alla ricerca di qualcosa, o meglio qualcuno. I suoi occhi si illuminarono per un momento prima di tornare normali e solo seguendo il suo sguardo riuscii a capire il motivo della sua presenza.

Una ragazza bionda, dalle lunghe gambe chilometriche stava uscendo dall'atrio della scuola. L'avevo vista si e no poche volte in tutti e cinque gli anni che frequentavo quella scuola, ma sapevo chi fosse.

Era la ragazza più brillante dei corsi di quarta e a quanto potevo constatare io stessa, era la più bella. Non indossava trucco, o minigonne e top scollati, eppure aveva lo sguardo di tutti addosso.

Era così semplice.

《Jamie, ci sei?》

Chiese Natan sventolandomi una mano davanti al viso. Io mi risvegliai dai miei pensieri nello stesso momento in cui la ragazza bionda si fermò sui suoi passi, gelata.

《Sisi, solo stavo guardando quella ragazza.》

Risposi indicando la bionda con un cenno del capo e Natan seguì il mio sguardo, trovandola tra la gente.

《Dio, è bellissima.》

Si lasciò scappare con un pizzico di malizia ed io annuii in risposta, dandogli una gomitata nel petto quando la sua mascella stava per toccare terra.

《Da dove è uscita questa dea? Me l'hanno mandata dal cielo?》

Chiese lui ed io scoppiai a ridere mentre il mio sguardo ricadeva sul ragazzo riccio accanto al cancello. Si stava mordendo il labbro nervosamente, tenendo le braccia conserte e pian piano la figura di quella ragazza si avvicinò a lui, un po' timorosa.

《Jamie, non diventare lesbica, come farò poi?》

Esclamò Nate disperato mentre mi scuoteva per le spalle. Scacciai via le sue mani con qualche schiaffo mentre continuavo ad osservare la scena.

Le mani di lui strinsero attorno alla vita di lei, attirandola verso il suo corpo con un sorriso e solo allora notai un paio di fossette abbellirgli il viso angelico.

《Oh dannazione, Jam. Andiamocene.》

Si lamentò il mio migliore amico avvolgendo un braccio attorno alla mia vita e trascinandomi all'indietro. Feci peso sui miei talloni, inchiodandomi al terreno scoppiando a ridere.

Nello stesso momento lo sguardo di Harry incontrò il mio. I suoi occhi si assottigliarono non appena mi riconobbe e la ragazza si staccò dal suo abbraccio, leggermente riluttante. Distolsi lo sguardo quando mi sentii cadere,ma le braccia di Natan mi tennero in piedi.

《Sei una deficiente, dai cammina.》

Rise mentre tornavo in equilibrio e voltavo le spalle al ragazzo dagli occhi verdi. Mi passò una mano attorno alle spalle essendo più bassa di lui e cominciammo a camminare verso casa mia.

《Vieni a mangiare da me?》

Chiese lui osservandomi. Io scossi la testa, sospirando.

《Lucas mi aspetta a casa, rimarrebbe male se non mi vedesse arrivare e lo sai.》

Trouble | h.s.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora