~ Undici ~

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Si narra che l'usignolo amasse la rosa da abbracciarla così tanto che le spine gli trafissero il cuore.

-O. Wilde.

Capitolo 11.

《Dunque Harry, cosa fa tua madre adesso?》

Un brivido mi percorse la schiena quando la mano di Harry si strinse con forza alla mia, facendomi leggermente male.

《Lei... -tossicchiò un po' prima di continuare- é rimasta in campagna.》

Mormorò a bassa voce, come se fosse una cosa proibita, zio sorrise come se non si fosse accorto di niente e continuò a mangiare.

《Quella donna si che è una Donna con la D maiuscola. E Gemma?》

Harry si irrigidì di nuovo, e di nuovo mi strinse la mano, ma questa volta strinsi a mia volta la mano, come per consolarlo.

Lui mi guardò sorpreso e io gli lanciai uno sguardo comprensivo.

《È a Londra. Ha iniziato l'università di medicina, credo.》

Aggiunse il riccio con una punta amara nella voce ed io aggrottai le sopracciglia, accarezzandogli il dorso della mano con il pollice.

《Mi fa piacere, Gem ha sempre saputo come comportarsi nel mio campo di lavoro. Ricordo quando le chiedevo di prendermi tutto il necessario per te.》

Esordì mio zio con un sorriso, come se il ricordo gli ispirasse felicità, ma Harry non sorrise, anzi se possibile si rabbuiò ancora di più.

《Zio, come ti trovi a lavoro?》

Cambiai argomento, ricevendo un'occhiata sollevata da Harry e gli sorrisi.

《Va bene, il caposala tra un po' andrà in pensione e potrò prendere il suo posto dopo il lungo corso che ho fatto la scorsa estate. Victor, hai trovato lavoro?》

Il biondo annuì, facendo sorridere soddisfatto mio zio.

《Da un meccanico qui vicino.》

Mormorò Victor fiero di sé, il prossimo settembre sarebbe volato anche lui a Londra per iniziare i corsi di ingegneria meccanica.

《Tua madre sarebbe stata fiera di te.》

Esordì mio zio con gli occhi colmi di felicità e Victor sorrise confortato. Nostra zia era morta prima che io nascessi per un tumore al seno e aveva lasciato i die maschi della casa da soli.

《Zio, voglio la carne!》

Esclamò Luke d'un tratto, facendoci notare che il suo piatto era finito e che aveva ancora fame.

Io mi stupii di quanto la conversa era andata allungandosi, mio fratello era sempre l'ultimo a finire.

Zio sorrise ed annuì, porgendogli il piatto con le patate e la fettina di carne.

Mi voltai verso il riccio quando mi picchiettò con le dita sulla mano.

《Grazie.》

Sussurrò con un sorriso debitore ed io scrollai le spalle, lo avevo fatto solo perché sapevo com'era parlare ciò di cui non volevi parlare.

Finimmo di mangiare in una conversazione leggera e poi io, Harry e Luke ci spostammo in salotto.

《Victor, dove vai?》

Gli chiesi quando lo vidi mettersi il giubbino e attaccarlo sul davanti.

《Ad una festa, non aspettatemi alzato. Zio già è a letto, domani ha il turno di mattina.》

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