~ Sette ~

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Non ho mai smesso di stare male. Ho solo imparato a cadere senza fare rumore.

-cit.

Capitolo 7.

Gli cadevi davanti agli occhi e nemmeno se ne accorgevano. Chiedevi aiuto e facevano finta di non sentire.

Ma alla fine ci facevi l'abitudine, ti abituavi al fatto di rialzarti da sola, perché in certi casi, i migliori amici non servono.

Era la solita, ogni notte. La stanza bianca non cambiava, non vi si aggiungeva nessun oggetto, nessuna sedia.

C'ero solo io, ed ero distrutta.

Sentivo il sangue colarmi copioso dalla ferita sul fianco e non riuscivo neanche a respirare dal dolore.

Sembrava di rivivere quella notte ogni volta, ma era peggio.

Poi apparivano loro, mi sorridevano, mi curavano, ma non parlavano. Mia madre e mio padre erano intatti, non toccati dalle fiamme del fuoco.

《Stai bene?》

Chiedevano poi all'unisono. Ma io non riuscivo a rispondere, loro due venivano invasi dalle fiamme ed io urlavo.

Emettevo il solito grido disumano, quel grido di chi sta sorreggendo il cielo intero e continua a vivere, come quando ti strappano tutta l'aria dai polmoni.

Poi i miei genitori iniziavano a perdere la pelle fino a rimanere un ammasso di muscoli ed ossa in esposizione che non riuscivo più a guardare.

《Vieni.》

Una voce, la solita voce, mi chiamò, incitandomi ad alzarmi ed andare via di lì. Di solito era quella di mio zio, ma quella notte rimasi sorpresa.

《Vieni con me.》

Ripeté quel tono di voce che conoscevo ma non riuscivo a collegare ad un volto preciso finché non comparve.

《Jamie, vieni via da lì.》

Urlò poi prima che le fiamme mi scaldassero il braccio. Corsi tra le sue braccia e l'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi verdi prima di sprofondare nel buio.

**

Mi svegliai ansante, la fronte imperlata di sudore e le coperte a terra. Mi passai un polso sulla fronte e osservai le goccioline.

《Jamie, piccola, tutto a posto?》

La porta si aprì prima di quelle parole e mio zio mi guardò preoccupato. Io annuii e lo feci andare via.

Odiavo svegliarmi così quasi ogni mattina e la presenza di Harry nei miei sogni mi aveva turbata ancor di più.

Sospirai notando che ormai era ora di alzarmi e saltai giù dal letto iniziando a cambiarmi.

Infilai un leggins nero preso a caso con una felpona di Victor color blu scuro. Infilai delle Vans dello stesso colore e scesi di sotto a fare colazione

《Buongiorno sorellona.》

Esclamò mio fratello con un sorriso sporco di cioccolata, sicuramente Nutella ed io sorrisi di rimando, baciandogli una guancia.

Feci colazione con tutti e poi uscii di casa, stringendomi nel cappotto ed infilando un paio di cuffie.

Quasi non urlai quando queste ultime mi furono strappate dalle orecchie interrompendo la canzone dei Simple Plan che mi risuonava nella testa.

《Scusami!》

Esclamò una voce familiare facendo calmare il mio battito cardiaco e poi scoppió a ridere.

Trouble | h.s.Where stories live. Discover now