~ Dodici ~

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E non è vero che ci si abitua, si è sempre più stanchi, semplicemente.

-C. Bukowski.

Capitolo 12.

《È stata un'idea malsana.》

Esclamai non appena misi piede all'interno del locale, il senso di disagio che mi aveva presa improvvisamente quando ero scesa dalla macchina si era amplificato.

《Perché?》

Chiese Natan avandando tra la folla mentre teneva una mia mano, dirigendomi chissà dove.

《Perché odio questi posti, lo sai.》

Risposi con una punta strana nella voce, il mio migliore amico si fermò in mezzo alla gente che ballava e mi fermò per le spalle.

《Jamie, sai quanto cazzo ti voglio bene, ma per una sera, lasciati andare. Se io fossi senza genitori farei tutto quello che vorrei.》

Le parole mi punsero il petto facendomi male e Nate si accorse subito dopo di quello che aveva detto.

Gli occhi mi si riempirono di lacrime e prima che potessi dire qualcosa il moro mi accolse tra le sue braccia.

《Scusa piccolina, non volevo intendere quello lo sai.》

Mormorò accanto ad un mio orecchio, sentendomi stringere con forza il tessuto della sua maglia.

Non volevo piangere, non volevo rovinarmi di più la serata.

《Lo so.》

Risposi con la voce flebile e Natan si staccò da me, sospirando. Non avrebbe mai detto qualcosa che avrebbe potuto ferirmi in alcun modo.

《Dai vieni, troviamo il bancone e prendiamoci un drink. Ashley sarà in giro.》

Mormorò lui tascinandomi di nuovo per la mano mentre il mio pensiero andava via da quello dei miei genitori e si riversava su come i ragazzi lì dentro facessero a sopportare il caldo.

《Nate?》

《Dimmi, Jam.》

Rispose non appena funmo arrivati al bancone degli alcolici. Io gli sorrisi e lo abbracciai di nuovo.

《Ti voglio tanto bene.》

Mormorai stringendolo, lo sentii sorridere contro la pelle del mio collo.

《Te ne voglio anche io, tanto.》

Espirò e poi si staccò da me quando con un colpo di tosse il ragazzo dietro il bancone attirò la nostra attenzione.

《Volete qualcosa?》

Chiese poi, lasciando vagare lo sguardo su di me, leccandosi le labbra. Io feci finta di niente e mi appesi al braccio del mio migliore amico.

《A me una vodka liscia, tu Jamie?》

Io rimasi per un attimo a guardare le file e file di bottiglie contenenti alcool alle spalle del ragazzo.

《Qualcosa alla fragola, non troppo forte per favore.》

Quello annuì e Natan cominciò a cacciare i soldi, dannazione li avevo dimenticati insieme al telefono sul tavolino.

《So che li hai lasciati sopra il tavolino dell'ingresso accanto all'entrata così non puoi fare storie e pago io senza proteste.》

Esordì Nate mettendo i soldi sul bancone ed io non potei non alzare gli occhi al cielo.

《Ecco a voi.》

Esordì il barista con un sorriso ammiccante verso di me che ricambiai con un sorrisetto inbarazzato, non ero molto sottoposta a questo tipo di attenzioni.

Trouble | h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora