Capitolo 43

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Arianna's pov

"Una firma qui e potrà uscire" disse sorridendoci l'infermiera dietro alla scrivania.Mia mamma fece quello che le era stato detto e le sorrise nel riconsegnarle il foglio.

"Mi raccomando prenda gli antidolorifici e non si affatichi troppo" disse poi più seria

Mia madre annui e salutandola cordialmente ci allontanammo.

Appena mettemmo piede fuori dall'ospedale non potei fare a meno di notarla respirare a pieni polmoni e sorridere.

"Ti voglio bene, lo sai vero?" Dissi mentre camminavamo verso la macchina di zia che ci stava aspettando.Lei si fermò e sorridendomi dolcemente mi strinse tra le braccia.

"Certo che lo so' " disse per poi darmi un bacio sulla fronte.

"Ho paura mamma" dissi ancora tra le sue braccia

"È tutto ok piccola mia.Non me ne andró più" sussurrò con voce leggermente spezzata.Non so' come ma riuscii a percepire che stava pensando al ritorno di papá, instivamente la strinsi più forte.

"Che farai?" Le chiesi

La sentii sospirare segno che aveva capito subito a cosa mi riferivo.

"Non lo so'..." disse lei

Ci staccammo continuando a camminare verso la macchina.

"ARIANNA" sentì qualcuno chiamarmi da dietro di me.Mi girai e ritrovai Tim con un leggero fiatone venirmi in contro.

"Vi lascio soli" disse mamma dandomi un bacio sulla guancia prima di attraversare la strada.Non so' quale pensiero si fosse fatta su di noi, ma sinceramente neanchio ce l'avevo ben chiaro.L'avevo baciato quella sera e durante il brutto periodo che avevo passato a causa di Matt lui era una delle poche persone che avevo visto e con cui avevo parlato.Mi ricordai le parole di Fede "Non ti fidare di lui ok?" "Non voglio che ti accada niente di brutto" .Un brivido mi percorse la spina dorsale, guardai il ragazzo davanti a me, ma nei suoi occhi e nel suo sorriso non riuscivo a trovare nessun sentimento nascosto, mai nessuna traccia di malizia nelle sue parole e mai un sorriso che potessw sembrare finto.

"Ehy" dissi sorridendogli

"Ehy" disse lui ricambiando il sorriso

"Mi stavo chiedendo se...sai ora non ci vedremo più qui e mi chiedevo se bhe..ti andasse di uscire qualche volta?" Disse sorridendomi con quel luccichio negli occhi.Lo stesso luccichio di quella sera,la stessa luce che aveva quando aveva parlato della sua moto e successivamente quando eravamo al ristorante.

"Certo" dissi sorridendogli

Lui mi sorrise,se è possibile, ancora di più di prima e lasciandomi un fulmineo bacio sulle labbra se ne andò.Rimasi spiazzata da quel suo gesto inaspettato e senza rendermene conto portai le dita sulle labbra.Diedi colpa al mio non provare nulla riguardo a quel bacio al fatto che era stato talmente veloce da non accorgermene neanche, ma infondo, io sapevo che il motivo non era quello,il motivo era che le sue non erano le labbra che desideravo e che non potevo avere, quelle labbra appartenevano alla persona che piú odiavo al mondo.Persona di cui peró ero ancora follemente innamorata.E forse era normale, forse senza l'odio l'amore non puo' esistere, forse la cosa sconcertante è proprio che nonostante l'amore ci distrugga, per quanto io possa odiare Matt, lui,in realtá, è l'unico che puo' salvarmi.Ed è così un controsenso, tutto ormai lo è, il fatto che cerchi sempre di evitarlo eppure nei volti dei passanti cerchi i suoi occhi; e il fatto che se lo avessi davanti gli urleresti di andarsene senza però dargli la possibilitá di farlo, perchè quando ami così tanto una persona è impossibile non odiarla, odiare il fatto di essere dipendente da lei, il fatto che anche se volessi scappare non ce la faresti, perchè ci sará sempre quel filo immagginario che lega i vostri cuori, filo che ti fá rimbalzare indietro violentemente ogni volta che provi a scappare, e vorrei che quel filo si spezzasse una volta per tutte, vorrei non dover mentire a me stessa,vorrei non dover fingere sorrisi e vorrei dimenticarlo.Ma ormai è  troppo tardi per questo, e quel giorno sarei dovuta scappare invece di seguirlo su quel tetto.Avrei dovuto, ma non l'ho fatto, e ora devo subirmi le conseguenze di aver guardato fin troppo a lungo quegli occhi marroni, così intensi, quegli occhi che ti entrano dentro e, dentro, ti rimangono.

Una mano che si poggiava sulla mia spalla mi fece risvegliare dai miei pensieri facendomi spaventare.

"Piccolina dobbiamo andare" disse Federico sussurrano quasi avesse paura di parlarmi

Annuii distrattamente seguendolo alla macchina.Sorrisi a zia entrando e cominciai a guardare fuori dal finestrino.Le case sccorrevano veloci sotto i miei occhi ma non importava, perchè il mio sguardo in realtá stava vagando nel vuoto.Sentivo i suoi occhi su di me, il suo sguardo perforarmi la pelle.Mi girai e infatti era così,aveva la mascella contratta e mi guardava in modo profondo,come se volesse leggermi dentro.Ma nessuno poteva farlo, nessuno poteva sapere cosa avevo dentro di me.E quel senso di vuoto poteva anche diminuire, ma non mi abbandonava mai, come il peso che avevo sul cuore, era sempre lì, e solo una cosa poteva rimuoverlo, solo una persona.

Sentii uno sportello chiudersi e notai solo in quel momento di essere davanti casa dei miei zii.Scesi anche io dalla macchina incamminandomi verso la porta.Mi stavano osservando, lo sentivo, ma feci finta di niente.Mio zio aprì la porta sorridendomi radioso, feci del mio meglio per ricambiare ma capii dalla sua espressione cupa di non esserci riuscita.Per mia fortuna non disse niente passando poi ad abbracciare mia madre.Lucas era sulle scale che mi guardava perplesso.

"Vieni qui" disse con tono preocupato

Camminai lentamente verso di lui e quando aprì le braccia non esitai a buttarmici dentro.Mi sollevò ed automaticamente allacciai le gambe al suo bacino.Piccole lacrime mi scivolarono dagli occhi sentendo subito la stretta di Lucas farsi piú forte.Incominció a salire le scale con me ancora in braccio e una volta arrivati nella sua stanza mi appoggiò sul suo letto, mi raggomitolai e lui mi coprì con le coperte mettendosi poi dietro di me, mi cinse un fianco con un braccio tirandomi più vicina a sè ed incominciò a lisciarmi i capelli con le dita.Restammo in silenzio, un silenzio tranquillo, interrotto solo dai miei piccoli singhiozzi.Non so' per quanto tempo restammo così prima che mi calmassi ma ancora una volta non importava, pensai a quante volte avessi ripetuto questa frase in questi ultimi giorni, non importava, non importava più  niente ormai.Mi girai verso di Lucas che aveva gli occhi puntati su di me.Sussurrai flebilmente scusa e lui sembrò rilassarsi un po'.

"Vuoi parlarne?" Chiese continuando a passare le mani tra i miei capelli neri.

"Io lo amo.." dissi in un respiro quasi inudibile.Lo sentii sospirare tristemente comprendendo tutto grazie ad una sola piccola frase.Mi strinse ancora a se e lasciandomi cullare dal rumore dei suoi respiri mi addormentai.
Correvo veloce, avevo l'affanno, sinceramente non ricordavo il motivo per cui lo stessi facendo, ma avevo paura, tanta paura.Continuai a correre fino a quando non vidi un parco, quel parco.Mi guardai intorno, una piccola scaletta oscillava sbattendo al tronco dell'albero.Nonostante il buio della notte lo vidi, quel bambino.Mi avvicinai a lui e non appena mi vide si fiondò sulla scaletta, lo seguii vedendo i suoi piccoli piedi ingrandirsi mano a mano che salivamo le scale.Nella casetta c'era seduto un ragazzo, mi girai per chiedere al bambino chi fosse ma lui non c'era più.Quel ragazzo mi faceva paura, era vestito di nero,un cappuccio nero gli fasciava la testa.Gli parlai, chiedendogli chi fosse.Ma lui non si girava, mi sedetti sulla panca, avevo le mani tremanti, il cuore che batteva.Sentivo la puzza di alchool e di fumo che provenivano da lui.
"Chi sei?" Ripetei ancora
Lui mi diede un disegno.Lo guardai.C'era un ombra nera in un angolo, c'era una bambina al centro, pendeva dal soffitto, una corda intorno al collo.Dei lunghi capelli corvini le ricoprivano la faccia.Mentre guardavo quel disegno che mi dava i brividi me ne porse un altro per poi in un salto buttarsi giù dalla casa.Presi l'altro disegno e lo lanciai via urlando.Era più o meno uguale, solo che il volto della bambina era visibile, quella bambina ero io.

Mi svegliai di colpo, respirando a fatica.Ero in un bagno di sudore, anche il viso era bagnato,ma quelle erano lacrime.Il petto saliva e scendeva irregolarmente e il cuore batteva velocemente.Guardai la persona seduta al bordo del letto.Mi guardava con espressione preoccupata.Ero ancora spaventata, mi fiondai su di lui e lui mi strinse forte.

"Shh era solo un sogno" mi sussurrava trai capelli.Cominciai a piangere di nuovo, più forte di prima.

"Non ce la faccio più" dissi tra i singhiozzi

Fede mi strinse più forte, mi faceva male,ma non importava.
Spazio autrice
Ecco qui un altro capitolo,volevo come sempre ringraziarvi di tutto il sostegno che mi date, vi amo davvero.Non mi sarei mai aspettata che qualcuno leggesse la mia storia e anche se rispetto alle altre storie non ho tante view per me è comunque una grandissima soddisfazione e non posso fare altro che ripetervi grazie, grazie infinite.


Pretty Brown Eyes -Matthew Espinosa-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora