Capitolo 46

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Arianna's pov

Ancora una volta mi ritrovai rannicchiata su quel maledetto tetto a piangere.Come al solito troppi eventi si erano concentrati nello stesso brevissimo lasso di tempo e come al solito l'unica cosa che sono riuscita a fare è stata scappare via per andare a piangere.Sentii la porta aprirsi ma avevo troppa paura di vedere chi fosse cosí restai con la testa appoggiata sulle ginocchia.Da una parte il mio cuore fragile sperava che fosse Jacob, sicuro che se solo i miei occhi avessero rincontrato anche per una manciata di secondi quelli di Matthew, si sarebbe frantumato ancora di più; ma l'altra parte invece non desiderava altro che fosse lui, la mia parte irrazionale, quella innamorata.Quella parte continuava a credere in un "noi", quella parte era la parte che mi faceva sperare che un giorno forse io e lui potremmo stare insieme come due normali adolescenti.Senti dei movimenti vicino a me che mi fecero intendere che qulla persona ora era vicino a me.Il cuore mi batteva ancora con ritmo irregolare e non aveva intenzione di calmarsi.Sentii due braccia avvolgermi e solo in quel momento notai l'intenso profumo che poteva appartenere solo a lui.Incominciai a piangere più forte, incapace di fare altro.Non avevo la forza di scappare ma neanche di ricambiare quell'abbraccio, se lo avessi fatto per me sarebbe stata la fine, non potevo fidarmi di lui, non potevo permettermi di dare spazio alla speranza, il ragazzo che ora mi sta stringendo è lo stesso ragazzo che qualche ora fa a picchiato il mio migliore amico, lo stesso ragazzo che ho visto uscire da quello sgabuzzino, uscire dalla quella casa, è sempre lui.

"Matt ti prego" sussurrai con voce spezzata.Non sapevo neanche io se gli stessi chiedendo di andarsene o di non farlo.

"Vuoi che me ne vada?" Mi sussurró a sua volta come se non volesse far sentire a nessuno la nostra conversazione.

Ci pensai a lungo.Volevo che ne andasse?Non so' se avrei sopportato il vederlo andare via di nuovo.Alzai la testa,proiettando i miei occhi ora rossi nei suoi marroni.Ci chiudemmo in quella bolla che era solita crearsi intorno a noi ogni qual volta facevamo incatenare le nostre irdi una all'altra.Restammo a fissarci con sguardi intensi, cercando di leggerci dentro a vicenda; ma la barriera di freddezza che indossava arrivava fin dentro i suoi occhi,era difficile capirci qualcosa in mezzo a tutto quel buio, neanche un piccolo spiraglio di luce in essi.

Sentii la sua mano calda accarezzarmi titubante le guancie,tremai sotto il suo tocco e lui se ne accorse.

"Non avere paura di me"mi sussurró a pochi centimetri dalle labbra

"Non ho paura di te" sussurrai abbasando poi la testa non riuscendo piú a sostenere il suo sguardo fin troppo intenso

"Di cosa hai paura allora?" Chiese alzandomi il mento con due dita.

Avevo paura di ció che stavo per dire, abbassai nuovamente lo sguardo.Avevo paura di dirgli ció che provavo, avevo paura che scappasse, si spaventasse o chissá forse mi avrebbe anche preso per una stupida bambina e mi sarebbe scoppiato a ridere in faccia.Forse l'ultima era quella che più mi spaventava, era così strano pensare di aver paura della sua risata quando in realtá è un suono che amo, l'ho sentito raramente in realtá, ma quelle rare volte mi sono rimaste ben impresse nella mente.
"Eh su sto cercando di fare il ragazzo per bene, prendi questo cazzo di braccio bellezza" disse porgendomi il braccio
"Sempre delicato" lo schernii io con il sorriso acido che gli rifilavo sempre i primi tempi
Iniziai a camminare  sentendo per la prima volta la sua risata echeggiare nella palestra visto che stavo camminando nella direzione opposta a quella dell'uscita, nonostante fossi imbarazzata feci finta di niente e mi girai continuando a camminare ora nella direzione corretta.

Sorrisi a quei pensieri,sembrano passati anni in realtá.

"A che cosa pensi?" Disse interrompendo i miei pensieri

Pretty Brown Eyes -Matthew Espinosa-Where stories live. Discover now