Capitolo 49

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Arianna's pov

Un ronzio sotto il mio cuscino mi fece aprire gli occhi. Ancora insonnolita sfilai il telefono da sotto da esso accecandomi con la luce quando lo sbloccai.

Il nome del mio migliore amico lampeggiava insistentemente vicino al simbolo dei messaggi e lo maledissi per essere sveglio alle nove di mattina nel bel mezzo delle vacanze estive.

*Oggi mare. Non è una domanda, passo a prenderti alle 10. XX*

lessi il messaggio decidendo poi di ignorarlo e rimettermi a dormire ma appena chiusi nuovamente gli occhi un altro ronzio mi fece sussultare. Ignorai anche quest'ultimo decidendo in fine di alzarmi dopo la settima volta che vibrava.

*So che sei sveglia Ari, non mi ignorare. Se quando arrivo non sei ancora pronta ti ci porto di peso.XX*

Sorrisi al messaggio di Jacob ed iniziai a prepararmi per andare al mare. Una volta vestita scesi di sotto trovando mia madre che si dava da fare tra i fornelli.

"Buongiorno" dissi dandole un bacio sulla guancia

"Buongiorno tesoro, esci?" mi chiese mentre girava il pancake nella padella.

"Vado al mare con Jacob e gli altri" risposi mentre ne addentavo uno già pronto

Lei annuii in accordo e si mise a fare colazione insieme a me. Appena fui pronta andai in giardino. Guardai la casa sull'albero, non c'ero più salita dal giorno in cui Matt se ne andò dalla classe senza rispondere alla mia domanda. Ormai era passata qualche settimana, forse un mese. Non ci avevo più parlato, a malapena lo avevo visto qualche volta in corridoio. A volte mi immagino come sarebbe stato se quel giorno Jacob non ci avesse interrotto, forse più di qualche volta, forse ci penso costantemente. Probabilmente si sarebbe ritenuto soddisfatto di avercela fatta, di aver fatto innamorare di lui anche una ragazza "difficile" come mi descrisse il primo giorno che ci conoscemmo, e poi mi avrebbe lasciata perdere. Perché per lui le ragazze sono questo, cose che vuole ottenere solo per giocarci un po' e poi stufarsi e passare alla prossima. Eppure il pensiero che sarebbe potuta andare diversamente mi tormenta. Il pensiero che forse io e lui ora saremmo potuti essere qualcosa mi assilla e a volte passo notti intere ad immaginare come sarebbe stato. Immaginare, ancora una volta posso fare solo questo, perché da quando se ne è andato non riesco di nuovo a sognare. Quel giorno, in aereo, avevo pensato che quel sogno sarebbe stato l'inizio del periodo più bello della mia vita. Avevo pensato che quell'angelo che era nel sogno sarebbe stato il mio salvatore, colui che mi permetteva di sognare ancora; non potevo immaginare che quell'angelo nascondesse due ali nere e scure come la pece, non potevo immaginare che quell'angelo esistesse veramente e che sarebbe stato il motivo della maggior parte delle mie sofferenze. Quando misi piede in questo giardino, quando vidi la casetta, non potevo immaginare che l'euforia di possederla sarebbe stata rimpiazzata dall'angoscia che mi provava il non conoscere il ragazzo con cui la dividevo. Quando la scelsi come mio nuovo rifugio per isolarmi dal mondo non potevo immaginare che il mondo e i suoi problemi mi avrebbero raggiunto fin lassù. Il suono di un clacson mi fece risvegliare dai miei pensieri. Uscii di casa entrando in macchina di Jacob.

"Stai bene?" mi chiese prima ancora che potessi salutarlo

Era incredibile il fatto che si accorgesse che qualcosa non andava prima ancora che lo facessi io stessa.

"Si perché?" mentii sorridendo

"Sembri strana" aggrottò le sopracciglia come per scrutarmi meglio

"Qualcuno mi ha svegliato presto stamattina" ridacchiai sperando che mi credesse

Lui mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia come per scusarsi. Avviò la macchina ed io accesi lo stereo per evitare qualche altra conversazione simile.

Pretty Brown Eyes -Matthew Espinosa-Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt