Capitolo 3. Una gita in california

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31 marzo 2022

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31 marzo 2022

Sono appena le 8 di mattina e ho già i nervi a fior di pelle. Io e Cooper siamo in aeroporto, per prendere un fantastico volo di 6 ore e poco più per San Francisco. Il volo è in ritardo di un'ora e 45 minuti, ho il mal di testa e per aggiungere la ciliegina sulla torta c'è un bambino che non smette di urlare e correre da una parte all'altra. Nel frattempo, sua mamma se ne sta comoda masticando la gomma come un cammello e con gli occhi incollati sul cellulare.

''Signorina Orteco, lei sta per avere un serio attacco di rabbia. O mi sbaglio?''

''No, non si sbaglia affatto.'' Rispondo, a Cooper, parecchio imbronciata.

Vedo che lui si allontana e va dalla mamma del bambino. Osservo la scena, in modo curioso e scioccato allo stesso tempo. Sono un po' lontani, perciò, non sento ciò che si dicono.

Cooper torna da me dopo 10 minuti, e con lui torna il ''silenzio'' che cera al nostro arrivo in aeroporto. Noto anche che la mamma dice qualcosa al suo bambino, dopodiché il bambino torna a sedersi in silenzio religioso.

'' Signor Cooper, quale trucco magico ha usato?''

'' Nessun trucco, la gentilezza.'' mi dice con aria fiera, sedendosi nuovamente a fianco a me.

'' Bene, può usare la gentilezza anche quando saliremo a bordo dell'aereo, per dire a quelli stronzi che il ritardo di quasi due ore di un aereo nel 2022 non è più tollerato?''

Cooper spalanca gli occhi. Come se avessi appena detto a tutti un segreto di stato.

''Vado a prendere un caffè al bar, lei vuole qualcosa?'' ''No, grazie.''

Mi dirigo al bar. E chiedo un caffè lungo, senno rischio davvero di addormentarmi in piedi. So che con il mal di testa non dovrei bere caffè probabilmente, ma ne ho bisogno al momento. Ritorno al mio posto con il mio caffè e mi metto ad osservare la gente intorno a me.

Siamo così tutti incredibilmente diversi. Conduciamo tuti, o in parte, vite diverse. C'è il medico, l'attrice, la mamma. Siamo bianchi, neri, religiosi, atei. Eppure, una cosa accomuna tutti. Siamo solo degli esseri umani. Abbiamo tutti paura di qualcosa. E siamo tutti felici per qualcos'altro. E non posso fare a meno di dire che il mondo è bello perché è vario.

'' Va tutto bene?'' una voce mi risveglia dai miei pensieri.

'' Si, va tutto bene, ero immersa nei miei pensieri. '' I nostri sguardi si incrociano. E per un momento mi sento come se lui volesse entrare dentro la mia testa, e scoprire di me tutti i miei segreti e pensieri più profondi.

''Lei sta bene?'' lui annuisce. ''Sa, qualche sera fa quando sono venuta nel suo ufficio mi è sembrato che qualcosa la turbasse.''

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