Capitolo 17. Ora , ho solo te, Sophia

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"Andrà tutto bene Sophia, vedrai, non ti farà una delle sue solite sfuriate da quindicenne, questa volta ci sarò anche io

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"Andrà tutto bene Sophia, vedrai, non ti farà una delle sue solite sfuriate da quindicenne, questa volta ci sarò anche io.''

Sono appena le 8 del mattino, io Trevor e Sarah, siamo diretti verso il Dorchester, la zona di Boston in cui ha luogo la comunità per minori dove è rinchiusa mia sorella.

Mi sembra stano pensarla in quel modo. Sono figlia unica, da 26 anni, i miei genitori... O meglio, quelli che pensavo fossero i miei genitori, non hanno mai voluto regalarmi un fratello o una sorella. Ora ne ho una con 11 anni di meno rispetto a me. Non ho idea di come ci si comporti con un adolescente, ma ancora di più non ho idea di come ci si comporti con un adolescente, con la mamma in carcere, senza padre, abusata, con un trauma dopo l'altro e che ora si ritrova la sua avvocatessa come sorella maggiore.

Non ho avuto modo di parlarci quando sono andata via dal tribunale, sono letteralmente scappata da quel posto, da miei genitori, da Trevor, da chiunque. mi sono chiusa in casa per due giorni, finché non è venuto Trevor.

Trevor mi ha detto che pensa da giorni al fatto che, quell'uomo, Esposito, l'uomo che ha firmato il permesso per far sì che Nezha venisse a deporre in tribunale, colui che ha cercato Taylor per tutto il mondo trovandola, e colui che, sarebbe il mio padre biologico stia giocando con le sorti di Nezha, Taylor e me, per far soffrire Taylor. Però questo può reggere fino a un certo punto, siamo davvero sicuri che lui sappia che io sono sua figlia?

Come ha fatto Virginya Yatera a raccogliere tutte queste informazioni?

Lo scarceramento di Taylor si è trasformato nel film della mia infanzia. La mia piramide interiore è crollata, e dal giorno del processo capita spesso e volentieri che mi chiudo nei miei pensieri.

Mi zittisco improvvisamente e inizio a pensare, come la mia vita perfetta sia in realtà una bugia, non sono la figlia di uno degli avvocati più ricchi e importanti degli stati uniti e della dottoressa Jhonson, ma sono la figlia di un boss della mafia italiana e della donna che è scapata da quest'ultimo per paura di essere ammazzata.

Penso che i figli siano di chi li cresce, io sono grata a Marianne e Miguel, ma io odio le bugie, e soprattutto il nascondere la verità quando ormai sapevano entrambi di essere nella merda più totale.

Dopo 4 giorni, ancora mi chiamano ininterrottamente, infatti ho spento il telefono ieri, quando Trevor se n'è andato via, era tardi, quasi le 11 di sera.

Si è voluto accertare che stessi bene, e che mangiassi, ha ordinato la pizza, e si è ostinato a voler pagare lui. Un vero gentiluomo.

Sono grata anche di questo, il rapporto civile che stiamo instaurando mi rende in qualche modo tranquilla e serena.

Non è male fuori dal lavoro, potremo diventare amici, dovrebbe solo togliersi più spesso la scopa dal culo.

''Sophia, ci sei?'' dice Sarah dal sedile posteriore.

Benvenuti in tribunaleWhere stories live. Discover now