CAPITOLO 2

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<<Ti ricordo che oggi non sarei dovuta neanche venire a lavoro!>>
Le urla di Anna mi fanno allontanare dalle braccia di Morfeo e mi portano alla realtà. Mi metto seduta al centro del letto con la coperta ancora sulle gambe e porto le mani sul viso per strofinare gli occhi pieni di sonno.
Dopo qualche secondo passato a fissare il nulla e a sorbirmi i continui schiamazzi della mia coinquila, prendo coraggio e mi alzo dal letto per raggiungere il bagno, ma prima di entrare mi passa avanti Anna che, senza salutarmi fa una faccia come per dire "non lo sopporto più", sicuramente in riferimento a Luca.
Entro in bagno chiudendomi la porta alle spalle e, dopo aver svuotato la vescica e aver lavato faccia e denti, mi piazzo avanti allo specchio poggiando le mani ai bordi del lavandino. Osservo la mia immagine riflessa cercando di non soffermarmi troppo sulle imperfezioni del mio volto, guardo i miei capelli scuri che arrivano ad altezza spalle, guardo le mie labbra, i miei occhi, il mio naso, tutto, è una cosa che faccio quasi tutte le mattine eppure riesco a pensare solo ad una cosa, "quanto sono brutta".

Quando esco dal bagno sento quello che avrei voluto sentire questa mattina, il silenzio più totale. Anna ha finito di parlare al telefono e quando arrivo in cucina, la trovo seduta al tavolo con una tazza di tè fumante.
<<Un giorno di questi mi licenzieró, sappilo>>
Dice nervosa facendo andare su e giù la bustina di tè all'interno della tazza.
<<Che ha fatto Luca questa volta?>>
Le chiedo voltandomi e dandole le spalle per prendere una tazza dal mobile.
<<Innanzitutto oggi non dovrei lavorare, ma lo farò ugualmente perché qualcuno è troppo preso dalla sua squadra di calcio...>>
Mi rigiro mentre lei accompagna le ultime parole facendo le virgolette con le dita, poi continua.
<<E poi ha detto una cosa che non farà piacere neache a te>>
Mi siedo all'altra estremità del tavolo, di fronte a lei, sperando con tutta me stessa che non sia una notizia così tragica come mi sta facendo credere.
<<Cioè?>>
<<Dobbiamo trovarci tutti lì alle 16:00>>
Abbasso leggermente il capo assumendo un'espressione che è un misto tra la rabbia e la confusione.
<<Come scusa?!>>
Anna mi guarda bevendo un sorso del suo tè, come se la cosa non riguardasse anche lei.
<<Stai pensando anche tu di licenziarti, vero?!>>
Scherza, concludendo la frase con una risatina.
<<No, sto solo pensando che stasera ci farà il culo>>
Presa dal nervosismo mi alzo di scatto e inizio ad andare avanti e indietro per la cucina.
<<Beh, già lo fa durante le serate normali, figurati stasera...>>
Puntualizza la bionda, seduta ancora a tavola.
<<Meglio se vado a farmi una doccia, almeno l'acqua calda metterà a bada i bollenti spiriti>>
Continua svuotando la tazza e alzandosi, per poi posare quest'ultima nel lavandino. Mi passa davanti e raggiunge il corridoio, ma prima che possa entrare in bagno mi viene in mente una cosa.
<<Anna, hai fatto la lavatrice stamattina?>>
Risposta? Il cigolio delle cerniere della porta del bagno appena chiusa.

Dopo pranzo io e la mia coinquilina ci dedichiamo alle faccende domestiche e, verso le due e un quarto, prepariamo gli zaini per andare a lavoro. Anche oggi indosso i soliti vestiti, ma al posto dei jeans ho messo dei leggings neri, che a mio avviso sono anche molto più comodi.
Non appena sono pronta, vado nella stanza di Anna, quando entro la trovo con la testa nell'armadio e con addosso solo la maglia, fortunatamente pulita questa volta, ma dei pantaloni nemmeno l'ombra.
<<Cos'è che ti manca questa volta?>>
Le chiedo divertita mettendo le braccia conserte.
<<Oggi non è davvero giornata, non trovo i miei...Oh, eccoli!>>
Tira fuori un paio di jeans strappati sulle ginocchia e, felice come una bambina, li infila.
<<Vado a prendere lo zaino>>
La informo prima di allontanarmi dalla sua camera per raggiungere la mia. Prendo lo zaino e la giacca, che decido di non indossare visto il caldo che c'è, ed esco di casa, notando con grande sorpresa che Anna è già sul pianerottolo. Prendo le chiavi e le inserisco nella toppa per dare le solite mandate, poi guardo la mia amica.
<<Prima che tu possa chiederlo, si, ho spento e chiuso tutto>>
La anticipo scendendo i primi gradini.

Inaspettato - Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now