CAPITOLO 16

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Khvicha si avvicina a noi a passi lenti ma la stretta di Andrea su di me diventa più forte.
<<Dovrei lasciarla a te? Ad un calciatore squattrinato>>
Le sue parole sono taglienti, come la lama di un coltello appena affilato e se la memoria non mi inganna, il suo modo di fare non è cambiato di una virgola.
<<La stai facendo male, lasciala andare>>
Continua Khvicha, puntando lo sguardo sulle mani del mio ex strette attorno ai miei fianchi.
<<E a te cosa importa, per caso sei la sua guardia del corpo>>
<<No, sono molto più di questo>>
Mi guarda negli occhi per farmi capire che andrà tutto bene e che non mi lascerà da sola, poi continua.
<<Te lo ripeto un'ultima volta, lasciala andare>>
La sua voce è più dura rispetto a prima e dai pugni stretti, si riesce a percepire la rabbia che sta provando in questo momento, ma ancora una volta non viene ascoltato dall'uomo alle mie spalle.
<<Sai cosa c'è? Io non posso lasciarla andare, amo toccare il suo corpo, è perfetto non trovi?>>
Mentre pronuncia queste parole mi guarda di lato e fa scivolare il dorso della sua mano sulla mia guancia destra.
<<Ricordo nel dettaglio tutte le volte che abbiamo fatto l'amore, il modo in cui urlavi, il modo in cui ti prendevo>>
La mano di Andrea dalla mia guancia scivola sul mio fianco, arrivando fin sopra la coscia, tutto questo sotto gli occhi di Khvicha che non riuscendo a vedere la scena, abbassa il capo. 
Ad un tratto sento delle voci farsi sempre più vicine e forse le sente anche Andrea, visto il modo improvviso in cui ha mollato la presa su di me. Dei ragazzi ci raggiungono e per qualche secondo ci guardano confusi, come se avessero notato qualcosa di strano.
<<Entriamo dentro>>
Dico a Khvicha tirandolo per un braccio, lasciandoci alle spalle l'energumeno che fino a poco prima aveva le sue mani sul mio corpo. Io e il moro saliamo al piano di sopra, dove non c'è quasi nessuno e ci chiudiamo in una sorta di sala giochi con tanto di tavolo da biliardo.
<<Scusami, avrei dovuto capirlo che era il tuo ex>>
Si scusa dispiaciuto, restando fermo avanti a me.
<<Come avresti potuto, non è l'unico Andrea sulla faccia della terra>>
Ribatto, sedendomi sul divano in pelle nera dall'altra parte della stanza.
<<Non ti lascerò più da sola>>
Khvicha mi raggiunge e si piega sulle gambe, arrivando con il volto all'altezza del mio.
<<Non devi preoccuparti, lui è un coglione e meno e questa volta spero di non vederlo mai più sul serio>>
Abbasso il capo e passo le mani tra i capelli mentre il ragazzo di fronte a me mi lascia un bacio sulla testa.
<<Vuoi andare a casa?>>
Mi chiede quest'ultimo rimettendosi in piedi e sistemando alcune pieghe sulla maglia.
<<Vorrei, ma non voglio rovinarti la serata, quindi se vuoi possiamo restare ancora un po>>
Rispondo alzandomi, sistemando i capelli dietro la schiena.
<<A dire il vero mi sto annoiando>>
Confessa sorridendomi, prima di prendermi per mano e trascinarmi al piano di sotto. Salutiamo Giovanni e Anna che, dato che sono venuti con noi qui, si faranno dare un passaggio da qualcuno al ritorno, poi andiamo da Victor e salutiamo anche lui.
Una volta fuori saliamo in auto, aggancio la cintura di sicurezza e punto lo sguardo fuori dal finestrino. Durante il tragitto siamo entrambi abbastanza silenziosi, sono ancora sotto shock per quello che ha fatto Andrea ma quello che più mi ha stravolta è stato il suo modo di parlare. Parlava come se fossi ancora sua, cose se io e lui fossimo ancora una coppia, ma forse non lo siamo mai stati, se non per i primi periodi dove tutto andava benone. Se non ci fosse stato Khvicha non oso immaginare cosa avrebbe potuto fare.
Dopo alcuni minuti arriviamo sotto casa, il ragazzo accanto a me accosta l'auto al marciapiede e non appena tira il freno a mano, punta lo sguardo su di me.
<<Vieni qui>>
Delicatamente mi tira a se, facendomi ritrovare con la testa poggiata sul suo petto. Presa dal senso di protezione che provo stando tra le sue braccia e cullata dal battito del suo cuore, inizio a piangere, ma non è un pianto disperato, è un pianto quasi silenzioso.
<<Ci sono io con te>>
Lo sento dire mentre accarezza lentamente la mia nuca e quando provo a rispondere, le parole non riescono ad uscire, restano intrappolate tra la lingua e la gola. 
<<Se vuoi salgo un po' da te>>
Propone lui, ma ora come ora ho solo bisogno di starmene un po' per conto mio.
<<Ti ringrazio, ma forse è meglio se resto un po' da sola>>
Gli rispondo, staccandomi dal suo petto e asciugando le ultime lacrime che rigano il mio viso.
<<Va bene>>
<<Ci sentiamo allora>>
Lo saluto con un bacio all'angolo della bocca e scendo dall'auto per poi andare verso casa.

KHVICHA
Ieri sera, dopo aver accompagnato Lara e essere tornato a casa, non sono riuscito a chiudere occhio per tutta la notte. Diverse domande mi frullavano per la testa e continuano a frullarmi tutt'ora, ma solo una persona può darmi delle risposte, Victor.
In tarda mattinata raggiungo lo stadio, oggi abbiamo una riunione con il mister e gli allenamenti, nulla di così diverso dai giorni precedenti.
Appena arrivo nella struttura vado negli spogliatoi, ad accogliermi, con già addosso maglietta, pantaloncini e scarpe da calcio, ci sono Giovanni, Victor e Giacomo.
<<Ciao ragazzi>>
Dico, prima di poggiare lo zaino su una delle panche mentre loro ricambiano il mio saluto.
<<Come mai ieri sei andato via così presto? Non è da te>>
Domanda Victor, sistemando i calzini sulle caviglie.
<<Ero un po' stanco a dire il vero>>
Mento spudoratamente, sfilando la maglia da dosso.
<<A proposito, da quanto vi conoscete tu e Andrea? Non l'avevo mai visto nella tua cerchia di amici>>
Domando di getto, infilando la maglia della squadra e i pantaloncini bianchi.
<<In realtà ci conosciamo da molti anni>>
Risponde lui, facendo aumentare ancora di più le domande nella mia mente.
<<Anni? Non l'avrei mai detto>>
<<Lo conosco da 5 o 6 anni, più o meno>>
Continua lui alzandosi dalla panca.
<<Non ti ha mai parlato di Lara?>>
Per un attimo il mio compagno di squadra alza la testa verso di me e mi guarda confuso, come se avessi detto un'eresia.
<<Lara? Perché avrebbe dovuto?>>
Dalla sue ultime risposte, capisco che Andrea non ha mai raccontato nulla a Victor di Lara.
<<Quindi non sai che hanno avuto una storia?>>
<<Cosa? No!>>
Bingo! Proprio come immaginavo.
<<Strano>>
Commento incerto, dal momento che non so se sto facendo la cosa giusta oppure no.
<<L'unica ragazza di cui mi ha parlato è una certa Antonella e a quanto ne so  stanno ancora insieme>>
Quel nome mi fa tornare in mente il momento in cui Lara mi ha raccontato del tradimento di Andrea.
<<E da quanto stanno insieme?>>
Ormai la mia curiosità si sta trasformando pian piano in quarto grado.
<<Credo da 4 anni, non saprei>>
Resto sbalordito nel sentire la sua risposta, ma mentre sto per fare un'ultima domanda a Victor, il mister fa irruzione nello spogliatoio.
<<Venite in sala riunioni>>
Tutti noi annuiamo e, senza aggiungere altro, seguiamo Spalletti al piano superiore. Prendo posto su una sedia in prima fila, ritrovandomi in mezzo a Giacomo e Kim, poi il mister inizia a parlare.
<<Allora ragazzi, vi ho chiesto di essere presenti a questa riunione per dirvi che prima della prossima partita, quella contro il Milan, alcuni di voi dovranno andare sulla MSC per registrare alcuni spot pubblicitari>>
Inizia a spiegare il coach, prima di fare una breve pausa.
<<A quanto mi è stato detto, solo quattro di voi potranno andare, quindi entro domani prendete una decisione e aggiornatemi>>
Da un lato andare mi farebbe piacere, specialmente se fosse possibile portare qualcuno, ma dall'altro, il solo pensiero di dover registrare degli spot, mi scoccia tantissimo, non amo particolarmente stare avanti alle telecamere e so che il lavoro che faccio implica anche questo, ma a volte non lo sopporto.

SPAZIO AUTRICE
So che non è molto lungo come capitolo, ma mi farò perdonare con il prossimo😉
(Chiedo scusa per eventuali errori)


Inaspettato - Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now