CAPITOLO 17

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È passata una settimana dal deplorevole incontro con Andrea e, da quella sera a casa di Victor, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo.
Mi sento costantemente osservata, anche quando mi capita di ritrovarmi a casa da sola e infatti, quando posso, cerco sempre di stare in compagnia di qualcuno.
Io e Khvicha in questi giorni ci siamo sentiti molto poco, un po' perché ho ripreso a lavorare al pub e un po' perché lui è parecchio impegnato con la squadra e con gli allenamenti, anche se qualche giorno fa mi ha detto che deve parlarmi di un paio di cose.
Sono le tre del pomeriggio e la voglia di lavorare oggi è pari a zero.
<<Dai forza alzati>>
Anna irrompe in camera mia, cercando di farmi reagire in qualche modo. Da quando le ho raccontato cosa è successo una settimana fa, mi dà più attenzioni del dovuto e fa di tutto per farmi distrarre.
<<Usciamo un po', andiamo a prendere un gelato prima di andare a lavoro, che ne dici?>>
La sua proposta è allettante e per quanto la voglia di starmene a letto sia preponderante, riesce a convincermi e a farmi scendere giù dal letto.
<<Wow, è stato facile>>
Esclama lei per poi uscire dalla mia stanza per andarsi a preparare, cosa che faccio anche io. Infilo dei semplici jeans neri e una t-shirt bianca, abbinata ad una camicia a quadri neri e blu elettrico, annodata in vita.
Dopo qualche istante, la bionda entra di nuovo in camera mia.
<<Sei pronta?>>
Domanda restando vicino alla porta.
<<Si, possiamo andare>>

Io e Anna arriviamo giù al palazzo e usciamo dal parco, ma prima di arrivare in gelateria, giriamo un po' per i viali del nostro quartiere. I negozi, vista l'ora, sono quasi tutti chiusi, fatta eccezione per alcuni che fanno orario continuato, come la gelateria dove siamo dirette io e la mia amica.
Appena arriviamo passiamo dieci minuti a battibeccare su chi deve pagare e offrire il gelato all'altra, ma alla fine ad avere la meglio è lei. Io prendo una coppetta media a nocciola, cioccolato e panna, la mia amica invece prende il cono con i medesimi gusti.
<<Grazie, ma la prossima volta offro io>
Le dico, portando alla bocca il cucchiaino.
<<Non devi ringraziarmi e poi era da un po' che non ne prendevamo uno>>
Risponde, passando la lingua lungo i bordi del cono, per non fare colare il gelato. Mentre mangiamo continuiamo a camminare e arriviamo nei pressi del pub, ma restiamo stupite nel vedere la serranda alzata.
<<Non dirmi che dovevamo venire prima>>
Commenta Anna mentre continua a mangiare il suo gelato.
<<No, non è arrivato nessun messaggio sul gruppo>>
Dico, finendo la mia coppetta per poi buttarla nel secchio fuori al locale. Avvicinandoci a quest'ultimo, notiamo che anche la porta è aperta, così, senza farci vedere, ci affacciamo dalla vetrata e guardiamo verso l'interno. Seduti ad un tavolo ci sono Luca e i tre ragazzi della cucina intenti a parlare e a sfogliare alcuni fogli e mentre li guardiamo, di tanto in tanto io e Anna ci scambiamo occhiate confuse.
<<Entriamo>>
Suggerisce la mia coinquilina finendo di mangiare il gelato e pulendo la bocca con il tovagliolino, per poi entrare nel locale.
<<Come mai già qui?>>
Chiede ai ragazzientre io mi affianco a lei.
<<Hey, stavamo stilando il nuovo menù>>
Risponde Matteo alzando lo sguardo dal foglio che stringe tra le mani.
<<Nuovo menù? Ma non l'avete cambiato qualche settimana fa?>>
Continua a chiedere la biondina sedendosi al tavolo con loro.
<<Si, ma presto saremo in due a gestire il locale ed è per questo che stiamo un po' rivoluzionando il menù>>
Alla risposta di Luca, io e Anna ci guardiamo nuovamente, ancora più confuse di prima.
<<In due? Hai trovato un socio?>>
<<Esatto>>
Continua il nostro capo alzandosi dalla sedia per raggiungere il bancone dei drink.
<<E chi sarebbe questo socio?>>
Domanda curiosa Anna guardando Luca.
<<È un imprenditore, l'ho conosciuto allo stadio il giorno della partita, si chiama Andrea Leandri>>
Appena sento quel nome il mio cuore perde un battito, forse due. Le mie gambe iniziano a tremare e la mia salivazione si azzera completamente nel giro di pochi secondi.
<<Vado un attimo in bagno, scusate>>
Scossa dalla notizia, corro al piano di sopra e mi chiudo nei bagni dei dipendenti. Mi sembra di vivere un incubo, tutto quello che mi ha spaventata nel passato si sta riversando sul presente, in un periodo che si stava rivelando sereno è felice.
Il sole portato da Khvicha sta lasciando il posto al fastidioso temporale di Andrea. Non riesco più a sopportare la sua presenza, non sopporto più la sua voce, il suo modo di dire le cose, il modo in cui mi guarda, eppure sono tutti elementi che un tempo mi hanno fatta innamorare di lui.
<<Lara>>
La voce di Anna mi fa sobbalzare per una frazione di secondo.
<<Posso entrare?>>
<<Si>>
Appena rispondo le apro la porta e senza dire nulla mi si fionda addosso, stringendomi in un abbraccio caldo e protettivo.
<<Non ce la faccio più!>>
Mi lamento, dando il via libera ad un fiume di lacrime.
<<Lo so, lo so. Ma non sei da sola ok? Con te ci siamo io e Khvicha>>
Si stacca da me per un attimo e mi guarda negli occhi, per farmi capire che su di lei potrò sempre contare, poi si volta e prende della carta con la quale inizia ad asciugare il mio viso.
<<So che è difficile sopportare tutto questo, ma devi dare spazio alle cose che ti fanno stare bene. Esci con Khvicha, vedetevi, passare del tempo con lui ti farà stare di sicuro meglio>>
Suggerisce mentre continua ad asciugare i miei occhi.
<<Prenditi una settimana di ferie e stacca un po' la spina da tutto>>
Conclude, gettando la carta ormai zuppa nel cestino.
<<Vorrei, ma Khvicha è parecchio impegnato con la squadra, non posso pretendere di vederlo>>
Rispondo, passando le mani sugli occhi per tirare via gli ultimi residui di lacrime.
<<Pretendere no, ma chiedergli di vedervi si>>
<<Va bene, lo farò>>
Dico tirando su col naso e facendo dei respiri profondi per calmarmi un po'.

Inaspettato - Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now