CAPITOLO 18

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Il giorno successivo, dopo aver preparato la valigia ed essere passati a casa di Khvicha a prendere la sua, percorriamo alcune strade di Napoli in macchina e arriviamo al parcheggio del porto.
<<Lascerai qui la macchina in questi giorni?>>
Gli chiedo sganciando la cintura di sicurezza mentre lui parcheggia l'auto.
<<Si, a quanto so è abbastanza controllato>>
Ferma il veicolo e tira il freno a mano per poi prendere le chiavi. Non appena metto il naso fuori dalla macchina, sento il profumo del mare mischiato all'odore di uno dei primi pescati del giorno che alcuni pescatori stanno tirando giù dalle loro barche, nel mentre Khvicha apre il bagagliaio e preleva i nostri bagagli.
Dopo qualche istante ci avviamo verso l'enorme nave da crociera, non sono mai salita su una di queste imbarcazioni mastodontiche, ma ho sentito dire che è come vivere in una città galleggiante e che una volta salita non vorresti più scendere.
Più ci avviciniamo più la nave diventa grande e quando arriviamo al ponte per salire su di essa, Khvicha mostra ad un uomo ben vestito, con tanto di cravatta, i nostri biglietti.
<<Prego, da quella parte>>
Quest'ultimo ci indica in quale direzione andare e non appena lo ringraziamo, facciamo come ci dice. Mentre cammino mi guardo intorno e ogni volta che sposto lo sguardo trovo qualcosa che mi lascia a bocca aperta, come la vetrata in quella che dovrebbe essere una sorta di hall, che affaccia direttamente sul mare blu di Napoli.

Io e il moro affianchiamo un bancone dalla forma semicircolare, alle cui spalle padroneggia una donna bionda, che potrà avere una quarantina d'anni, vestita nello stesso modo dell'uomo che ci ha controllato i biglietti.
<<Salve, benvenuti sulla MSC, come posso aiutarvi?>>
Domanda, passando lo sguardo da Khvicha a me, ma a rispondere alla domanda ci pensa una voce alle nostre spalle.
<<Sono con me>>
Mi volto e incrocio per un secondo lo sguardo di un uomo incravattato, accompagnato da altri tre ragazzi.
<<Piacere sono Leonardo, supervisore della nave>>
L'uomo avanza verso di noi e stringe la mano ad entrambi, subito dopo Khvicha saluta i suoi compagni di squadra con un caloroso abbraccio fraterno.
<<Tu devi essere Lara>>
Il più alto dei tre mi si avvicina mentre io accenno un si e lancio un'occhiata a Khvicha.
<<Piacere, sono Alex>>
Gli stringo la mano e gli sorrido, cosa che faccio anche con gli altri due ragazzi, Giacomo e Leo.
<<Seguitemi, vi faccio fare un giro e vi accompagno nelle vostre stanze>>
Ci interrompe il supervisore per poi iniziare ad incamminarsi verso i vari corridoi della nave. Il pavimento è completamente rivestito di moquette, tranne alcune zone, mentre le pareti richiamano sono rivestite con parati di diverse tonalità di blu e bianco.
Leonardo ci mostra alcune delle attrazioni più frequentate a bordo, come il teatro e la discoteca e prima di completare il tour, ci porta all'esterno, su uno dei pontili. La visuale è mozzafiato e affacciandomi e guardando verso il basso, mi rendo conto che siamo davvero in alto, visto quanto sembrano piccole le persone.
Una fresca brezza marina accarezza il mio viso e alcuni capelli finiscono su di esso, spostati dal vento.

Camminiamo per circa un'ora in giro per la nave e scambio qualche chiacchiera con le nuove conoscenze di oggi, anche se a primo impatto, quello con cui mi trovo di più a parlare è Giacomo.
Percorriamo un lungo corridoio dalla moquette rossa e arriviamo avanti ad una porta in legno massiccio.
<<Bene ragazzi, queste sono le vostre stanze>>
Leonardo guarda due porte a destra e le due porte a sinistra e dopo qualche secondo ci porge le chiavi di quelle che saranno le nostre stanze per i prossimi giorni.
<<Godetevi il vostro soggiorno, nelle stanze troverete un listino con tutte le attività e i vari orari e sul retro troverete gli orari in cui registrate gli spot pubblicitari>>
Il supervisore ci guarda sorridente, focalizzandosi soprattutto sui quattro calciatori, poi ci saluta e ci sorpassa, sparendo dalla nostra vista.
<<Dopo pranziamo insieme?>>
Domanda Alex, inserendo la chiave nella toppa della porta della sua stanza.
<<Va bene, a che ora?>>
Risponde Khvicha sistemando la sua valigia vicino la porta.
<<Potremmo vederci verso l'una al ristorante>>
La sua proposta viene accolta da tutti e dopo esserci messi d'accordo, entriamo nelle nostre stanze.

Inaspettato - Khvicha KvaratskheliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora